Il destino dell’osteopatia è sempre al centro del dibattito parlamentare. L’emendamento Art. 3-bis al DdL Lorenzin, con cui si istituisce l’osteopatia come professione sanitaria ha, infatti, ricevuto il via libera con unanimità della Commissione Sanità lo scorso 26 aprile.

«Si tratta di misure attese da tempo dai cittadini – afferma il ministro della salute Beatrice Lorenzin – e da tutti gli operatori del mondo sanitario. Per questo sono particolarmente felice dell’approvazione, dopo un lungo iter che ha garantito il necessario dibattito parlamentare e gli approfondimenti, presso la XXII Commissione Senato – del disegno di legge che porta il mio nome. Ringrazio tutti i componenti della Commissione Igiene e Sanità del Senato per il lavoro svolto e in particolare la presidente De Biasi, che ha svolto il ruolo di relatore del DdL e auspico che il provvedimento possa essere esaminato ed approvato in tempi brevi dall’Aula».

Soddisfatta, Emilia Grazia De Biasi, presidente della commissione Sanità del Senato, afferma: «È terminato, con il voto unanime, l’esame in commissione Sanità del Senato del DdL Lorenzin che contiene elementi di riforma della sperimentazione clinica, misure sul parto e, in particolare, sul parto indolore, l’inasprimento delle sanzioni contro le violenze in istituti di cura, la riforma degli ordini professionali e il riconoscimento di nuove professioni, in particolare l’osteopata e il chiropratico.”



In merito a questa situazione, Paola Sciomachen, presidente del ROI, dichiara: “Negli ultimi due anni, il ROI è stato uno dei protagonisti del percorso di riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria, un percorso non sempre lineare, che è tuttora in atto. In questi due anni la posizione del ROI è sempre stata univoca: l’osteopatia è una professione sanitaria e richiede una Laurea dedicata.”

Restiamo, quindi, in attesa, fiduciosi che la battaglia a favore del riconoscimento dell’osteopatia avrà finalmente buon fine.

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