“Costituire un gruppo di osteopatia italiana al di fuori delle sigle di appartenenza”. Questo l’auspicio espresso dal presidente del ROI, Eduardo Rossi, durante il suo intervento al Congresso Internazionale di medicina Osteopatica tenuto a Firenze dal 6 al 9 aprile.

Stando alle parole di Rossi, l’Italia sarebbe ad un punto di tutto rispetto nel percorso teso al riconoscimento dell’Osteopatia. Tra le azioni in corso, l’avvio del processo per arrivare alla norma sulla professione UNI per la quale saranno chiamati al tavolo tecnico il Roi, altre associazioni, più figure che sono in contatto con l’osteopatia stessa: dai medici, psicologi, universitari, alle associazioni dei consumatori ecc.

“Obiettivo – ha spiegato il presidente del ROI – fare una norma seria e porre l’asticella il più alto possibile”.
Se la Legge Bosone sulla Disciplina delle terapie non convenzionali è ancora ferma in Senato, il Registro Osteopati d’Italia, con Assoprofessioni sembra inseguire l’approvazione della famosa Riforma delle Professioni “perchè – chiarisce Rossi – se dovesse passare, i Ministeri dovranno occuparsene”. Ad oggi questa legge, fatta in collaborazione con la CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), è ferma in decima Commissione Attività Produttive in Parlamento.

La norma UNI

La situazione italiana si sta dunque muovendo innanzitutto nella direzione della norma sulla professione UNI (ente Nazionale Italiano di Unificazione), nel tentativo di costituirla prima che in Europa si istituisca una norma CEN,”perché – spiega Rossi – sarebbe molto più veloce, senza incorrere nei tempi lunghi delle normative europee”.

Cos’è la norma UNI: leggi qui





Sulla necessità di “fare le norme” per giungere al riconoscimento dell’Osteopatia è d’accordo anche Giorgio Berloffa, presidente di Assoprofessioni, oltre che dell’UNC (Unione Nazionale Chinesiologi), associazioni laureati in scienze motorie e della FAC, Federazione delle Associazioni per la Certificazione, da poco certificante anche per gli osteopati che vogliano sostenere un’esame ad hoc.
“La norma UNI italiana – ha detto al Congresso Giorgio Berloffa – sarà poi portata in Europa dove esiste il CEN, European Committee for Standardization – al cui tavolo siedono tutti gli enti unici nazionali di formazione. Se una Nazione ha già fatto la sua norma e la sottopone al Comitato Europeo per la Formazione,  nel giro di 2 o 3 anni può diventare una norma CEN, dunque valida in tutta l’Europa comunitaria”.

Tra i punti chiave che questa legge deve definire: chi è il professionista; quale formazione deve avere; quale aggiornamento deve compiere per restare competente sul mercato; la deontologia professionale; la gestione dei reclami.

Sarebbe questa la strada maestra per farsi riconoscere: una norma.

Giorgio Berloffa

Il messaggio lanciato durante il Congresso Internazionale di Firenze è chiaro ed ottimistico, tanto che lo stesso Berloffa ha dichiarato: “ritengo che entro la fine dell’anno avrete la vostra norma. Ciò vuol dire che l’osteopatia non sarà una professione riconosciuta, ma normata”.

Non di secondaria importanza la certificazione di qualità del professionista e la validazione delle scuole.

Certificazione di qualità del professionista

Con la supervisione e l’accreditamento di ACCREDIA, l’ente di accreditamento italiano affiliato al sistema internazionale, il ROI sta perseguendo la strada della certificazione di qualità dell’osteopata.  Questo significherebbe che un osteopata diplomato in Italia potrebbe spendere il proprio diploma anche in altri paesi dove ci sarà un organo di certificazione collegato ad ACCREDIA. Il sistema prevederebbe anche un esame scritto e orale.

Validazione delle scuole

Non meno importante è il sistema per validare le scuole nel Roi attraverso una certificazione. I parametri per le scuole saranno definiti attraverso una griglia dalla commissione didattica delle scuole stesse. Saranno invece degli ispettori di terza parte a controllare le scuole stesse secondo gli elementi specificati nella griglia di controllo. “Gli istituti di formazione osteopatica che superano la certificazione saranno scuole del Roi – ha sottolineato Eduardo Rossi – mentre quelle che non lo superano avranno il tempo di adeguarsi e di colmare le lacune evidenziate”.

Ma chi sono gli ispettori “di terza parte” che Eduardo Rossi e Giorgio Berloffa propongono?

Si tratta di un ente di certificazione esterno: FAC che rilascia una certificazione in accordo alla norma ISO/IEC 17024. E’ invece ACCREDIA a verificare l’idoneità degli standard utilizzati dai vari enti di certificazione che appunto rilascia i certificati. “Attualmente – ha chiarito Berloffa, presidente della FAC, di cui Eduardo Rossi è vice – può accedere all’esame per la certificazione degli osteopati solo quel professionista che abbia le caratteristiche riconosciute nel tavolo tecnico e valutate dalla commissione didattica ROI”.