“Come il latte artificiale inquina il mondo” è il titolo del libricino di recente pubblicato da Ibfan Italia perché, si legge nel documento “È essenziale aumentare la consapevolezza ambientalista riguardo all’impatto dell’alimentazione artificiale. Ed è anche necessario mitigare il danno causato dal suo consumo, aumentando i tassi di allattamento”.

Finalità del documento Ibfan quella di ribadire da un lato l’importanza dell’allattamento al seno materno per il bene di mamma, bambino e ambiente, dall’altro di chiarire con puntualità e precisione l’insostenibilità dell’alimentazione artificiale che lascia una grande e pesante impronta ecologica: “per 1 kg di latte in polvere prodotto e lavorato, vengono emessi 21,8 kg di CO2-eq di gas serra, la cui emissione risulta ancora più alta dopo l’aggiunta delle emissioni causate dal trasporto del latte nelle varie parti del mondo”.

In tutto questo esiste però una certezza positiva, e cioè che tutte le donne possono allattare al seno. La scelta dell’allattamento è secondo natura, dovrebbe essere ovvia e imprescindibile, perché la natura sa ciò che fa e difficilmente commette errori. Ogni neonato, quando viene posato sull’addome della mamma subito dopo la nascita, è capace di trovare il seno materno da solo e di decidere quando fare la prima poppata.

Il latte materno è quanto di meglio esista per il bambino: è sicuro, pulito, e contiene in perfetto equilibrio tutti i nutrienti e anticorpi che aiutano a proteggere i lattanti da molte comuni malattie infantili; cambia in base ai fabbisogni del bambino durante la sua crescita ed è anche utile alla mamma, che allattando produce degli ormoni utili al processo e all’equilibrio post-parto.

Se a questo si aggiunge che è l’unico alimento che non inquina ed è a “millimetro zero” passando direttamente dalla mamma al suo piccolo, si può anche attribuire a questo eccellente nutrimento, un valore etico-sociale: il latte materno contribuisce a salvaguardare il pianeta.



Nonostante ciò i dati UNICEF del 2013 riferivano che “dei 136,7 milioni di bambini che nascono annualmente, solo il 39 per cento di quelli sotto i sei mesi erano allattati esclusivamente nel 2012 (UNICEF, 2013). Così, ogni bambino non allattato aggiungerà un bambino in più al mercato del latte artificiale. L’espansione pianificata del mercato degli alimenti per l’infanzia determinerà gravi conseguenze sia per la salute infantile sia per l’ambiente”.

Malgrado gli sforzi compiuti negli anni da organizzazioni quali OMS e UNICEF a favore di campagne pro allattamento al seno e per superare i problemi che potrebbero scoraggiarlo, sembra che ancora non sia abbastanza. I Governi dovrebbero impegnarsi di più ad adempiere alle direttive elencate nel Codice Internazionale sulla commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno, un documento molto importante adottato dall’Assemblea Mondiale della Sanità (AMS) il 21 maggio del 1978, affinché i governi e le autorità sanitarie pongano dei limiti rigorosi al marketing dei sostituti del latte materno e garantiscano chiarezza di informazione riguardo alcuni punti descritti nell’art. 4 del Codice:

  • i benefici e la superiorità dell’allattamento al seno;
  • l’alimentazione materna, la preparazione ed il mantenimento dell’allattamento al seno;
  • l’effetto negativo sull’allattamento al seno dell’introduzione anche parziale del biberon;
  • la difficoltà di rendere reversibile la decisione di non allattare al seno;
  • e, ove necessario, l’uso corretto degli alimenti per lattanti, sia quelli di produzione industriale che di preparazione casalinga.

Spesso le neomamme sono bersaglio di messaggi fuorvianti già all’interno dello stesso ospedale, dove non di rado si promuove l’allattamento artificiale anziché valorizzare quello al seno materno. Le donne devono sapere che è possibile contrastare le indicazioni illecite dopo il parto: ecco come fare.

Esistono 10 passi per un allattamento al seno efficace, ed è bene che tutte le mamme ed operatori sanitari li conoscano e li divulghino.

Ogni istituzione che offra servizi di maternità e cure per il neonato deve:

  1. Definire un protocollo scritto per l’allattamento al seno e farlo conoscere a tutto il personale sanitario.
  2. Fornire a tutto il personale sanitario le competenze necessarie per l’attuazione completa di questo protocollo.
  3. Informare tutte le donne in stato di gravidanza sui vantaggi e le tecniche dell’allattamento al seno.
  4. Aiutare le madri ad iniziare l’allattamento al seno entro mezz’ora dal parto.
  5. Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche nel caso di separazione dal neonato.
  6. Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno, tranne su prescrizione medica.
  7. Sistemare i neonati nella stessa stanza della madre, in modo che stiano insieme 24 ore su 24 durante la permanenza in ospedale.
  8. Incoraggiare l’allattamento a richiesta (tutte le volte che il neonato piange o cerca il seno).
  9. Non usare tettarelle (biberon) o succhiotti durante il periodo dell’allattamento al seno.
  10. Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dell’allattamento al seno in modo che le madri possano rivolgersi dopo la dimissione dall’ospedale o dalla clinica.

E per ultimo, anche se non compreso in questo elenco: formare, controllare e sanzionare i pediatri che ancora oggi (Bisceglie 2015) dicono alle mamme di “non allattare oltre i 15 minuti perché altrimenti il bambino succhia aria”.

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