Definire univocamente la formazione e le competenze che l’osteopata deve acquisire per un corretto svolgimento del proprio esercizio. Questo il principale compito della norma CEN (Osteopathic Healthcare Provision) approvata il 30 aprile 2015 e presentata poche settimane fa a Bruxelles, al parlamento europeo.
Confermandosi di fatto il primo documento paneuropeo sull’Osteopatia, la norma CEN, dopo 4 anni di lavoro integrato consegna un consenso unanime riguardante ben 33 paesi europei sull’omologazione degli standard qualitativi osteopatici.
Fortemente sostenuta dal Registro Osteopati d’Italia ROI, la norma, seppur non cogente, si inserisce dunque in un quadro di condivisione normativo europeo molto importante, laddove l’osteopatia viene inquadrata come professione sanitaria di contatto primario con competenze di diagnosi osteopatica, gestione e trattamento dei pazienti esclusivamente manuale.
A spiegare nel dettaglio i punti salienti della norma è la stessa presidente del ROI, Paola Sciomachen, in una lettera aperta al direttore di Quotidiano Sanità pubblicata il 17 ottobre in cui spiega l’importanza della CEN “per garantire l’apprendimento delle necessarie competenze e abilità essenziali per la corretta condotta professionale dell’osteopata. In particolare per quanto concerne le medical humanities e un corretto sviluppo della palpazione percettiva, abilità distintiva e fondamentale per la diagnosi e la cura osteopatica che richiede tempo, come dimostrano l’esperienza formativa internazionale e gli studi in proposito”.
Due i programmi di studio previsti dalla CEN: il “Tipo 1” e il “Tipo 2”, rispettivamente articolati in 4800 ore, di cui almeno 1000 ore di pratica clinica sotto supervisione, con il rilascio di almeno 240 crediti o ECTS, ed il secondo, rivolto a chi sia già in possesso di una laurea sanitaria, in 2000 ore di formazione e 1000 ore di pratica clinica osteopatica supervisionata per una durata minima complessiva di quattro anni.
Tutto questo si inserisce in un momento importante dal punto di vista legislativo italiano, che sta lavorando sull’approvazione dell’articolo 4 del Disegno di Legge 1324 (approvato dal Senato con l’atto n. 3868), ora in discussione alla Camera dei Deputati. Si susseguono in questi giorni infatti le audizioni sul Ddl Lorenzin in XII commissione Affari Sociali alla Camera.
Dopo quella del 10 ottobre scorso presieduta dal CPO, Comitato Promotore per la Formazione delle Competenze dell’Osteopata a sostegno del processo di riconoscimento dell’osteopatia come professione (leggi l’articolo relativo), il 19 ottobre prossimo sarà la volta di Paola Sciomachen, presidente del ROI, che sarà audita in XII Commissione nell’ambito dell’esame in sede referente del disegno di legge C. 3868 approvato dal Senato recante Deleghe al Governo per il riordino delle professioni sanitarie.