Per una donna, la gravidanza è una delle esperienze più intense e delicate, per i molti cambiamenti – ormonali, emotivi ma anche fisici e talvolta molto fastidiosi – che il suo corpo dovrà affrontare durante i nove mesi di gestazione.
L’osteopatia può essere un trattamento molto efficace nell’aiutare le future madri a prevenire i disagi che si affrontano in gravidanza, al fine di accompagnare la donna ad un parto naturale.

Ne parliamo con Cristian Ciranna-Raab, DO, MSc, BSc, DPO, mGOsC, mROI, relatore del corso di formazione post-diploma “Considerazioni osteopatiche in ostetricia” che il 28 e 29 marzo si terrà presso l’Accademia Italiana di Medicina Osteopatica (AIMO) di Saronno.

Quali sono le tematiche che più comunemente si incontrano nella clinica osteopatica in ambito ostetrico?

Indubbiamente le lombalgie o le sciatalgie sono le cause principali che portano una persona a consultare un osteopata durante la gravidanza. Questo è causato in parte dalla società, dalle nostre (cattive) abitudini e dall’evoluzione della nostra specie, argomento di partenza del mio seminario.

Quali sono le possibilità per un osteopata di interagire con queste affezioni?



L’approccio manuale osteopatico dovrebbe avere come primario obiettivo quello di valutare lo stato dei tessuti e questo ci permette di capire i complessi meccanismi di adattamento che avvengono durante la gravidanza, che non sono “palpabili” a livello biomeccanico. L’osteopata ha a disposizione molti mezzi per cambiare la qualità dei tessuti, che nel caso della gravidanza subiscono forti a rapidi cambiamenti, che possono infiammarsi e quindi causare dolore. Le lombalgie durante la gravidanza sono un problema serio e sempre più frequente. È pertanto importante riconoscere le cause di queste disfunzioni e agire di conseguenza. L’osteopatia è particolarmente indicata, visto che un approccio farmacologico è spesso contro-indicato.

Quali sono le tematiche che vengono maggiormente trattate nel suo corso e perché?

La gravidanza è un fenomeno estremamente interessante perché è multi-sistemico. Ogni cellula dovrà adattarsi ai cambiamenti materni e fetali. Oltre alla parte biomeccanica, il corso vuole proprio sottolineare come tutti i sistemi, a partire da quello ormonale, vascolare e per finire a quello emotivo e come tutti interagiscano tra di loro. L’osteopatia è in grado di interagire ad ogni livello e non deve assolutamente esser confinata a problemi legati alla schiena od alla sciatica. Per evidenziare questo aspetto ho preso spunto dalla storia dell’osteopatia.

Che tipo di esperienza ha maturato in quest’ambito durante i suoi anni lavorativi? Ci sono stati casi clinici che ricorda con particolare interesse?

Ho iniziato a dedicarmi all’ostetricia, frequentando il primo master di specializzazione in Inghilterra, con Renzo Molinari. Grazie a lui ho avuto la possibilità di imparare con i migliori docenti, ma in seguito ho deciso di esplorare questo ambito anche da un punto di vista storico, facendo ricerca negli archivi storici di Kirksville. Negli ultimi 12 anni ho lavorato molto in questo ambito e devo aver trattato migliaia di gravidanze. I casi più interessanti sono stati quelli che sono riuscito a seguire per tutta la durata della gravidanza e non solo nei momenti di dolori o problematiche acute. L’intervento osteopatico non dovrebbe esser confinato a risolvere solo “problemi”. L’osteopatia ricopre in questo caso ed a mio parere un ruolo nella prevenzione con l’obiettivo di accompagnare la donna durante i nove mesi di gestazione con l’obiettivo di affrontare un parto naturale. Cerchiamo la salute ma dobbiamo esser anche pronti a sostenerla e questo significa conoscere a fondo i meccanismi fisiologici che ci permettono di continuare a mettere al mondo figli.

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