La giusta alimentazione aiuta i bambini autistici, perché facilita l’equilibrio dei pensieri e facilita la riabilitazione. Sono stati individuati dei difetti enzimatici intestinali nel bimbo affetto da sindrome autistica che non consentono una fisiologica digestione di componenti di alcuni alimenti, trasformandoli in sostanze tossiche che creano infiammazione e, come conseguenza, iperattività. Sotto accusa alimenti quali il latte vaccino, glutine e alcuni grassi idrogenati di cui sono ricchi i prodotti alimentari confezionati.
Questo è quanto mostrato da una ricerca americana – ma che porta la firma dell’italiano Massimo Montinari, Visiting Professor e ricercatore Neuroimmunogastrointerologia Pediatrica al Baptist Hospital di Miami – presentata il 21 settembre scorso all’EXPO.
“L’alterazione del macrobiota, nei bambini autistici, è quasi un marcatore e rende la digestione di questi alimenti molto tossica – spiega il responsabile della ricerca Montinari –. Abbinando uno stile alimentare mirato alle giuste terapie, si aiuta la gestione della malattia, in particolare i bimbi diventano più calmi e si facilita così anche la riabilitazione, che diventa più fruibile”.
Accanto all’effetto infiammatorio di alcuni alimenti lo studio mostra anche la loro relazione con il comportamento.
“Non solo siamo quello che mangiamo, ma se il cibo è tossico, inevitabilmente il modo di pensare cambia”. E’ quanto spiega Paolo Mainardi, membro del gruppo di ricerca, tra i primi a studiare la correlazione diretta tra quello che accade nel tubo digestivo e le patologie neuronali, ovvero come funziona l’asse intestino-cervello.
“Molti sono i medici che non conoscono affatto il disturbo autistico. E’ indispensabile – commenta Mario Ascolese, promotore e organizzatore della Lectio magistralis e presidente AMCI della Regione Campania dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (Amci) – seminare nuove conoscenze cliniche e diagnostiche nel mondo medico per una ottimale presa in carico e accudimento etico di questi pazienti”.