Sappiamo bene che i cambiamenti, soprattutto nella scienza e nella medicina, sono lenti e difficili. In un terreno minato come quello del cancro, tutto è ancora più faticoso.
Risale al 2004 per esempio un imponente studio americano e australiano che ha dimostrato che la percentuale di successo della chemio è solo del 2%: praticamente bassissima. Qui lo studio originale in inglese.

A proposito di terapie complementari alla cura del cancro (oltre che alla sua prevenzione) di recente si è parlato molto – grazie ad un servizio andato in onda il 5 marzo su Italia 1, Le Iene –  di un caso di tumore seguito dalla dott.ssa  Michela De Petris, medico chirurgo, Spec. in nutrizione oncologica, e guarito con una terapia alimentare vegana, in gran parte crudista. A seguito del servizio andato in onda a Le Iene il 5 marzo scorso, la dott.ssa De Petris è stata licenziata in tronco dal primario del San Raffaele di Milano, in cui prestava servizio.
Firma la petizione per sostenere la dott.ssa De Petris, licenziata ingiustamente.

La tesi della dott.ssa, peraltro sostenuta dal prof. Franco Berrino – intervistato sempre da Le Iene in un secondo servizio andato in onda il 26 marzo – è che “cambiare lo stile di vita alimentare serve sempre, in qualsiasi momento,  durante la chemioterapia e al posto della chemioterapia o in aggiunta, sempre sotto il controllo di un medico esperto”.

“Sono molto d’accordo che bisogna pensare e usare il cibo in senso terapeutico  – ha detto Berrino ai microfoni della “iena” Matteo Viviani – perché affinché un tumore nasca e cresca ha bisogno di trovare un terreno favorevole; con l’alimentazione riusciamo a modificare il nostro ambiente interno per modificare quei fattori che sono associati al rischio di tumore e ad una peggiore prognosi”.



Benché per ora si tratti di “indizi” – come li definisce Berrino – e non “prove solide”, è assolutamente importante seguire la strada dell’alimentazione per la cura dei tumori, anche se naturalmente ad oggi non possano sostituirsi completamente ad altre terapie.

Il cancro è sempre legato ad un ambiente acido (mancante di ossigeno). E’ su questo principio che si basa la tesi sostenuta da Berrino, così come da Umberto Veronesi e dalla stessa dott.ssa De Petris. “Ormai è evidente e scientificamente provato che le proteine di origine animale e cibi raffinati infiammano e acidificano l’organismo – ha detto la dott.ssa De Petris nel servizio di Viviani a Le Iene – e tutte le evidenze scientifiche sono a favore ormai che i cibi vegetali facciano bene per la terapia delle malattie, anche tumorali”.

Il cancro si sviluppa in un ambiente acido

Eppure non si tratta di una scoperta di oggi; fin dal lontano 1923, infatti, Otto Heinrich Warburg, vincitore poi nel 1931 del premio Nobel per la medicina, era riuscito prima a intuire e poi provare quale fosse la reale e primaria causa di questa malattia ma, nonostante ciò, di fatto queste lontane scoperte dotate di fondatezza e rigore scientifico non sono riuscite negli anni ad essere di dominio pubblico, probabilmente volutamente ignorate a svantaggio della salute e a favore dei poteri economici forti.
Lo scienziato tedesco aveva stabilito già agli inizi del secolo scorso una verità valida tutt’oggi, e cioè che tutte le forme di cancro erano (e sono tuttora) caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidità del sangue (acidosi) e mancanza di ossigeno (ipossia), dovuta all’iperventilazione.
Ciò significa che affinché le cellule del nostro organismo funzionino regolarmente devono potere vivere in un ambiente alcalino e ricco di ossigeno. Questo obiettivo è facilmente perseguibile sia attraverso l’esercizio fisico che ossigena tutto il corpo, che con l’alimentazione.
Per semplificare, tra gli alimenti che acidificano sono per esempio annoverati lo zucchero raffinato, la carne, l’alcol e la caffeina, la margarina e il pane, tutti gli alimenti in scatola, i cibi cotti che durante la cottura eliminano ossigeno, aumentando l’acidità. Mentre gli alimenti alcalinizzanti sono, invece, la frutta e verdura crude, alcuni semi come le mandorle, i cereali integrali, il miele, la clorofilla e in generale tutti i cibi non raffinati industrialmente.

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Una triste fotografia della realtà – di gran lunga orientata alle cure farmacologiche piuttosto che alla prevenzione e cura attraverso l’alimentazione sana –  ce la offre però proprio il prof. Franco Berrino –  medico e direttore del Dipartimento di Medicina Predittiva e per la Prevenzione della Fondazione Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano – in chiusura del servizio andato in onda su Italia 1 mercoledì 26 marzo, in cui coraggiosamente e provocatoriamente dice: “noi vogliamo bene ai nostri malati, vogliamo che tornino da noi… Se noi ci ammaliamo – continua  Berrino – aumenta il Pil; la Sanità è la più grande industria nazionale e non c’è un interesse economico nei confronti della prevenzione, frutto di una grande commistione di ignoranza, stupidità e interesse”.

L’alimentazione secondo Franco Berrino

Studi scientifici sull’inefficacia della chemio