Cosa si sa sui risultati e sull’impatto della cura osteopatica descritti nelle revisioni sistematiche? Presto ce lo dirà la prima revisione “ad ombrello” mai realizzata nella storia dell’osteopatia a cui lavorerà un team internazionale di 14 ricercatori fra cui l’italiano Francesco Cerritelli, con lo scopo generale di estrapolare una sintesi delle prove di efficacia, sfruttando i livelli più alti disponibili della piramide delle evidenze.

Al netto dell’aumentare delle prove di efficacia della pratica osteopatica, questa importante analisi scientifica individuerà le revisioni sistematiche della cura osteopatica, determinando connessioni tra i risultati delle precedenti revisioni e/o meta analisi disponibili.

Il valore aggiunto nel panorama della ricerca scientifica in ambito osteopatico di questa prima revisione globale è senz’altro quello di delineare il ruolo della cura osteopatica nel sistema sanitario, fornire raccomandazioni per la ricerca futura, informare i professionisti delle prove di efficacia e rispondere alla fatidica domanda “cosa sappiamo davvero riguardo ai risultati e all’impatto della cura osteopatica nell’ambito della salute e della malattia?”.



Ad oggi le ricerche dimostrano infatti la varietà della pratica dell’osteopatia nel mondo, così come differente è il modo in cui la professione è posizionata nel sistema sanitario dei diversi Paesi e il modo in cui la pratica è regolata. Un lavoro di questo tipo ha l’obiettivo di riassumere l’evidenza di alto livello (revisione sistematica) della cura osteopatica attraverso l’ampiezza dei gruppi di pazienti e delle condizioni per le quali questa cura è richiesta. I 14 ricercatori si impegneranno a includere nello studio solo quelle revisioni sistematiche (incluse meta-analisi, ove disponibili) il cui obiettivo primario è quello di riassumere le prove a favore della cura osteopatica di un particolare disturbo, problema o in una particolare popolazione, che sono state pubblicate in una peer-review.

A farsi carico di questo lavoro – che sarà condotto seguendo la metodologia e le linee guida del Joanna Briggs Institute e analizzerà articoli in inglese, spagnolo, portoghese, francese o italiano, purché rispettanti i criteri di inclusione – saranno, oltre a Francesco Cerritelli del dipartimento di ricerca COME Collaboration, i ricercatori Brett Vaughan, Michael Fleischmann, Jerry Draper-Rodi, Jack Feehan, Ana Paula Ferreira, Gopi McLeod, Chantal Morin, Lee Muddle, Kesava Sampath, Oliver P. Thomson, Nicholas Tripodi, Amie Steel, Jon Adams.

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