Docente all’Escuela Nacional Mexicana De Medicina Osteopática da 2 anni, l’osteopata italiano Daniele Sarnataro, diplomato al CERDO di Roma, ci racconta la sua storia nell’ambito della formazione osteopatica oltreoceano, cominciata per caso a giugno 2019 e consolidatasi col ruolo di docente nelle maggiori discipline osteopatiche in una delle tre scuole messicane di osteopatia.

“Tutto è partito dalla voglia di fare volontariato in una delle zone remote del Messico, per cui mi sono offerto all’ENMMO (Escuela Nacional Mexicana De Medicina Osteopática) inviando una mail e rendendomi disponibile qualora avessero avuto bisogno di un osteopata da impegnare in un progetto di volontariato in zone particolarmente bisognose”. Da lì in poco tempo si è concretizzata la svolta nella vita professionale di Daniele, cominciando la strada dell’insegnamento proprio all’ENMMO prima in Messico e dopo, a causa del Covid, a distanza dall’Italia in modalità online.

Presente nelle sedi di Chiapas, Guadalajara, Queretaro e Tijuana, la scuola ENMMO che da poco ha festeggiato i suoi 11 anni di attività, si inserisce in un contesto giovane dell’osteopatia in questo Paese, in cui di fatto è presente da non più di 15 anni grazie all’impegno del suo direttore, Saul Hernandez, che si sta adoperando all’istituzione di un registro degli osteopati in Messico (al momento non censiti), che ad oggi conta solo 3 scuole di osteopatia: la EOM, la FBEO e, appunto, la ENMO: “l’unica ad offrire la formazione completa per poter acquisire il titolo di DO”, spiega Sarnataro.

Basata principalmente sul modello spagnolo data la formazione del suo direttore Saul Hernandez diplomato in Spagna all’EOM e pioniere dell’osteopatia in Messico dove ha avviato i primi corsi nel 2005, la scuola messicana e la formazione completa è partita nel 2010 e il percorso didattico è riconosciuto e validato dalla segreteria dell’educazione pubblica (SEP) in materia di salute, conforme alle normative CIFRHS (Comisión Interinstitucional para la Formación de Recursos Humanos para la Salud).
Basata in primis sui principi osteopatici classici, la scuola ha attive varie collaborazioni internazionali così da conservare i principi dell’osteopatia e le più recenti scoperte in materie osteopatiche. Di recente ha attivato una rivista per la ricerca scientifica osteopatica con la scuola EOBA di Buenos Aires (http://revistaios.eoba.com.ar/index.php/ios).



“Il mio ruolo di docente investe molte aree dell’osteopatia – ci racconta Daniele –soprattutto quella craniale ma anche il viscerale, il fasciale, permettendomi di offrire il mio contributo in ambiti meno battuti, riscontrando grande interesse da parte degli allievi”.

In Messico possono accedere alla formazione in osteopatia – in linea con i percorsi formativi europei e con le Linee guida OMS per la formazione in Medicina, Tradizionale, Complementare e Alternativa – oltre alle figure provenienti dall’area medica anche coloro che abbiano ricevuto una formazione nell’ambito della riabilitazione sanitaria fra cui i laureati in medicina complementare, molto diffusa in sud America e in Messico riconosciuta attraverso dei corsi di laurea istituiti ad hoc.

“Omeopatia, agopuntura, biomagnetismo, herbolaria, sono solo alcune delle discipline che rientrano nell’area della riabilitazione sanitaria e che in Messico sono riconosciute ufficialmente, frutto di un retaggio storico culturale che vede nei cosiddetti ‘curanderos’ delle figure assistenziali adesso riconosciute con dei titoli universitari, ma da sempre presenti soprattutto nelle grandi comunità indigene presenti nel Paese come figure assistenziali”.

L’Osteopatia è molto accettata in Messico proprio perché i suoi principi orientati ad un sistema di cura naturale, ben si prestano ad essere accolti in un contesto culturale da sempre incentrato sulla medicina naturale, complementare.