In qualità di Mediapartner ufficiale dell’evento, Tuttosteopatia è lieta di annunciare che il Primo Congresso Mondiale di Osteopatia Veterinaria (www.congressodiosteopatia.it) sta riscontrando un altissimo interesse, sia per il numero di abstract giunti alla commissione scientifica, sia per il numero di iscritti già avvenuti e provenienti non solo da ogni regione italiana, ma anche da moltissimi paesi stranieri.
Solo 100 i posti disponibili ad oggi, che stanno diminuendo di settimana in settimana, con largo ed inaspettato anticipo. Chiunque sia interessato ad iscriversi è ancora in tempo e può farlo seguendo le indicazioni contenute sul sito ufficiale del congresso. Abbiamo pertanto contattato l’ideatore e il responsabile organizzativo dell’evento, il Dr. Paolo Tozzi BSc (Hons) Ost, DO, FT,  Vicedirettore della Scuola romana di Osteopatia C.R.O.M.O.N. per rivolgergli una serie di domande su un incontro come questo, senza precedenti.

Paolo, come si è arrivati a promuovere un congresso di questo tipo? Come mai nonostante la cura e l’attenzione per gli animali, nonché l’efficacia del trattamento osteopatico non si è mai pensato di organizzare un congresso di osteopatia improntato sui nostri piccoli amici?
Innanzitutto un grazie di cuore a Tuttosteopatia per tutto l’impegno e lo spazio che ci sta dedicando nella diffusione di questo evento. In realtà, piccoli eventi sporadici sull’argomento ci sono stati negli anni passati, ma sempre in forma di singole relazioni o piccole sessioni all’interno di congressi generali sulla medicina complementare; oppure come giornate informative, che poco avevano di scientifico, nel senso stretto del termine.
L’idea è nata pertanto qualche anno fa, a seguito della richiesta di evidenze sull’efficacia dell’OMT in ambito veterinario, dai medici nei centri di riabilitazione veterinaria, presso cui lavoravo e lavoro tuttora, sia per equini che per animali da compagnia. In particolare il Dott. Klaus Friedrich DVM, responsabile della clinica presso il Bioparco di Roma, con cui collaboro, ha mostrato particolare interesse alla nostra “causa”, nonché al potenziale terapeutico che possiamo garantire per il benessere psicofisico degli animali. Considerato che pubblicazioni vere e proprie in questo settore si contano sulle dita di una mano, ho pensato che noi osteopati dovevamo per primi fare il passo decisivo verso il cambiamento dello status quo. E l’iniziativa ha riscontrato un interesse inaspettato, venendo appoggiata non solo da scuole italiane di osteopatia, ma anche da molti enti formativi stranieri, che ringraziamo tutti per la collaborazione!

Il vostro congresso ha ottenuto il patrocinio di enti non indifferenti come il Ministero dell’Ambiente, la Regione Lazio e il Comune di Roma. Come hanno risposto le associazioni veterinarie in tal merito?
Il patrocinio di enti pubblici così imponenti sono il chiaro segnale che l’Osteopatia sta conquistando una posizione di tutto rispetto nell’opinione pubblica nazionale, e speriamo presto anche nella comunità scientifica, così come merita. Per questo stiamo cercando di contattare anche giornalisti e programmi televisivi, oltre che sponsor, particolarmente sensibili alla cura e al benessere degli animali, in modo da garantire al congresso una risonanza mediatica degna di un evento mondiale, che lanci chiaro il messaggio di un’Osteopatia armata non solo di efficacia, ma anche di evidenza scientifica perfino nel poco conosciuto ed esplorato ambito veterinario. Le associazioni veterinarie? Alcune hanno mostrato apertura ed interesse come la SivasZoo e la UMNCV, concedendo il loro patrocinio e offrendoci il loro supporto, altre invece hanno espresso dei dubbi ed hanno scelto di non partecipare. Ma speriamo che presto tutti possano comprendere che l’obiettivo dell’Osteopatia Veterinaria non è quello di sottrarre risorse e lavoro ad altri, ma di operare in sinergia per il benessere dei nostri compagni di viaggio su questa terra!

Lo spirito del congresso è quello di promuovere un’Osteopatia in ambito Veterinario come Medicina Sistemica ed Integrata con la Medicina Veterinaria, ovviamente con tutti i suoi limiti inevitabili, ma anche con i suoi inestimabili valori aggiunti. Ai medici la competenza dell’esame obiettivo, della diagnosi, della chirurgia e della prescrizione del trattamento farmacologico o meno che sia. All’Osteopata la diagnosi funzionale e la possibilità di offrire il suo contributo manuale al benessere dell’animale in fase preventiva e conservativa, pre e post-operatoria, nonché curativa in piena integrazione e supervisione del medico veterinario, e in possibile collaborazione con il tecnico veterinario. Di questo si discuterà ampiamente anche nelle tavole rotonde in seno al congresso.
Comunque a testimonianza di questo intento, le diverse sessioni del congresso avranno come presidenti alcuni dei più illustri medici veterinari del nostro paese: persone aperte, disponibili all’ascolto, a valutare ciò che avremo da dire, ma anche con i piedi per terra e pronti al dibattito e al confronto, parlando il linguaggio comune della scienza. La controparte osteopatica verrà rappresentata dai più esperti osteopati nazionali e internazionali in ambito veterinario, che relazioneranno le loro ricerche realizzate in collaborazione con medici veterinari, ma che anche offriranno workshop pratici a dimostrazione dell’applicazione osteopatica in ambito clinico.



Il congresso prevederà sessioni che spazieranno dall’Osteopatia su cani e gatti a quella su animali esotici e selvatici, passando per i volatili e gli equini…. Ma come si fa a manipolare un pitone o un falco, o ancor peggio un elefante?
Bè per saperlo bisognerà venire al congresso, anche se il book degli abstract sarà disponibile online… a parte tutto, per esperienza personale negli ultimi 7 anni, dal bioparco a centri clinici veterinari, fino a spedizioni in Africa finanziate dalla SOAP, con la collaborazione della Scuola di Osteopatia C.R.O.M.O.N. srl di Roma, ho potuto davvero rendermi conto che non esiste specie animale incapace di trarre benefici da un trattamento osteopatico. Ovviamente la messa in sicurezza non solo per l’animale, ma spesso anche per l’Osteopata diventa prioritaria! Tuttavia, se le conoscenze anatomiche, biomeccaniche e biofisiche vengono applicate in una manipolazione competente, attenta, precisa e in ascolto sui tessuti, le potenzialità terapeutiche diventano inestimabili.

A proposito di competenza, ma tutti gli osteopati possono trattare gli animali, indipendentemente dalla loro formazione postgraduate? Esistono corsi validi in Italia?
Domanda molto delicata ma interessante. Iniziamo con il dire che, come ben sappiamo, in Italia l’Osteopatia umana non è regolamentata. Dopo anni di promesse e voli pindarici siamo ancora quasi allo stesso punto, purtroppo. Figuriamoci quella in ambito veterinario. Ma questo non significa che non possiamo fare nulla per cambiare la situazione. Eventi, come questo congresso, e molti altri che sono stati organizzati nel recente passato, accendono una luce non facilmente ignorabile in un terreno politico e sociale sempre più sensibile a cause come la nostra.  Quindi è importante andare avanti, in modo intelligente e coeso, per raggiungere una soglia di criticità volta al cambiamento, come inevitabile in ogni sistema complesso che si rispetti. Tornando alla domanda, la formazione dell’osteopatia in ambito veterinario non è regolamentata e pertanto non ci sono criteri minimi stabiliti come necessari per la pratica clinica. Tuttavia, sconsiglio vivamente ad osteopati inesperti e senza formazione specifica, di cimentarsi nell’ambito veterinario, considerato non solo l’alto rischio di provocare danni permanenti sui pazienti animali, ma anche di mettere a rischio la propria incolumità, nonché il credito del proprio corpo professionale. SAPER TRATTARE UN UOMO NON SIGNIFICA ESSERE IN GRADO DI TRATTARE UN ANIMALE! Attenzione soprattutto a corsi di osteopatia in ambito veterinario, improvvisati da osteopati con nessuna esperienza o formazione specialistica, come se ne vedono a Roma ed altrove, per esempio, quest’anno. Questi corsi sono spesso motivati da interessi commerciali più che da intenti formativi. La conferma di quanto affermo la troviamo nei criteri di accesso di questi “Corsi”, che sono infatti pari a zero: un corso aperto a tutti, casalinghe e terapisti, con docenti improvvisati e senza esperienza. Queste sono le iniziative che discreditano la nostra professione e che cercheremo di arginare, proponendo dei criteri formativi standard dalle tavole rotonde congressuali in poi. È anche vero che esistono sia a Roma che in Italia ottimi corsi di formazione proposti da docenti di decennale esperienza, anche se limitati il più delle volte al settore equestre.In tal merito, stiamo lavorando per presentare, in sede congressuale, un corso biennale riservato a medici veterinari ed osteopati, con un corpo docente nazionale e internazionale di eccellenza, costituito sia da medici che da osteopati, con un indirizzo sia equestre che per animali da compagnia (cani, gatti, esotici), con previsto accreditamento per medici veterinari, con partenza a Gennaio 2013, e con il patrocinio di diversi enti formativi sia in ambito veterinario che osteopatico.