Avete mai pensato a cosa accade quando una persona riceve un colpo diretto alla struttura fisica?

Il sistema muscolo scheletrico è la nostra principale armatura, la nostra corazza, frapposta tra gli organi interni ed il mondo in cui ogni giorno ci muoviamo. I sistemi muscolare e scheletrico, tra le loro funzioni, svolgono proprio quella di protezione del resto del sistema. Quando il corpo va incontro ad un evento traumatico vi sono diverse possibilità raggruppabili in tre grandi categorie, a seconda di come viene assorbito il colpo.

1. Traumi con offesa diretta
2. Traumi con offesa  diretta ed indiretta
3. Traumi ad offesa prevalentemente indiretta

Traumi con offesa diretta

Nel primo caso rientrano tutti i colpi con capacità di penetrazione tale da eludere del tutto o quasi la capacità di difesa del corpo. Colpi che trafiggono in maniera diretta, alcuni colpi da arma da fuoco, schiacciamenti tali da non poter essere assorbiti dalla struttura nel suo complesso. Rientrano in questa categoria però, anche traumi relativamente poco distruttivi che possono venire assorbiti direttamente nella zona d’urto.

Traumi con offesa diretta e indiretta

Rientrano in questa categoria i traumi contusivi, da penetrazione, da taglio ecc., in cui una parte del colpo viene fortemente assorbita dalla zona in cui il trauma si è prodotto ed una restante parte si distribuisce lungo altre zone della struttura fisica.

Traumi ad offesa prevalentemente indiretta

Il terzo caso rappresenta  la possibilità che un trauma si possa distribuire il più possibile nell’organismo con una percentuale relativamente piccola nella zona di entrata specifica dello stesso.

Di norma le tre categorie sopracitate sono in ordine decrescente rispetto all’intensità del trauma. Ma non è sempre così…

Una metafora

Gli eserciti di tutto il mondo hanno creduto, nella prima parte del secolo scorso, che più un proiettile era importante come massa più sarebbe stata devastante la ferita inferta. Ebbene non è sempre così. Durante le varie guerre sparse per il pianeta, i soldati ebbero modo di osservare che i soldati avversari colpiti da proiettili di relativo grosso calibro, spesso pieni di droga per poter combattere oltre i propri limiti, non cadevano a meno che il proiettile non colpisse direttamente un organo vitale. Questi proiettili spesso entravano ed uscivano con traiettoria pressoché rettilinea.
Così la mente dell’uomo che uccide nelle guerre inventò armi più efficienti.
Mise a punto proiettili di minor calibro e con un’elevata energia di fuoco. La minor massa, unita ad una buona energia cinetica dava luogo ad un foro di entrata che quasi sempre era distante da quello di uscita. In altri casi dava luogo solamente ad un foro di entrata.
Cosa accadeva? Il colpo una volta entrato nella struttura fisica, avendo una massa ridotta, veniva deviato anche di molti gradi rispetto alla traiettoria iniziale, così poteva “viaggiare” all’interno del corpo avendo molte più possibilità di colpire luoghi di vitale importanza.

Questa storia vera, ci porta direttamente alla questione dei traumi con effetto diretto,  corrispondente al luogo di entrata dell’energia cinetica prodotta dal colpo, o ad effetto più o meno indiretto.
Il primo caso è semplicissimo, se ho ricevuto un colpo diretto sul braccio, l’energia cinetica viene assorbita interamente dalla struttura direttamente interessata, il braccio in questo caso.
Vi sono però moltissimi casi in cui il colpo inferto non produce danni unicamente nella zona di entrata ma anche in luoghi differenti.

Il colpo di frusta

Classico trauma da impatto mentre si è alla guida di un autoveicolo e si viene tamponati, è un tipico caso di offesa diretta e indiretta come al punto 2. Il colpo viene sì assorbito a livello cervicale, ma immediatamente, approfittando della struttura unitaria della colonna vertebrale, si distribuisce verso l’alto e verso il basso.
La sua diffusione verso il cranio è in alcuni casi considerata, studiata, ed affrontata in traumatologia. Cosa meno frequente è la comprensione di blocchi dorsali, lombari o sacrali a seguito di questi incidenti. Eppure nella pratica clinica si riscontra molto frequentemente come questo accada. Ancor più importante è quando, a seguito di colpo di frusta, tutto il sistema cranio sacrale va in tilt. Leggi a proposito: “Liquidi”. In questo caso gli squilibri a carico del sistema divengono importanti e subdoli; difficilmente riconducibili al trauma iniziale. Disturbi metabolici, endocrini, dell’umore,  e deficit a distanza a carico del sistema nervoso e muscolo scheletrico possono essere presenti singolarmente o in una costellazione di segni.
Cosa è accaduto?
Il colpo ricevuto sulle cervicali si è comportato come il proiettile di piccolo calibro di cui ho accennato. Una volta entrato, si è distribuito lungo tutta la colonna squilibrando le informazioni di tutto i sistema nervoso centrale.

Traumi invisibili

Nel punto numero 3 – traumi ad offesa prevalentemente indiretta – ricadono invece casi in cui la struttura nel luogo dell’impatto è relativamente e apparentemente poco danneggiata ma che producono traumi interni a volte meno ovvi dei precedenti.
Può accadere per esempio che un trauma sorpassi la difesa del sistema muscolo scheletrico senza danneggiarlo eccessivamente o danneggiandolo molto poco. Non si tratta per lo più di traumi con una superficie di impatto importante ma che possono avere un effetto molto traumatico ad esempio sugli organi interni o sul sistema nervoso.
In questo caso l’energia cinetica del colpo riesce ad entrare sorpassando le difese muscolari e scheletriche, magari passando attraverso il varco offerto da una articolazione, o da una muscolatura poco tonica. L’energia cinetica, se non trova barriere importanti in superficie si distribuisce all’interno modificando l’omeostasi più o meno evidentemente. Quando il colpo è molto forte si producono traumi direttamente agli organi interni o ad una loro parte. Quando l’energia viene assorbita senza danni istologici da parte delle strutture interne vi è comunque una variazione  di stato  più o meno evidente. Questo spesso induce degli squilibri del sistema dei visceri innescato proprio dal trauma.

Conclusione

I traumi offrono sempre una piattaforma di riflessione importante, di cui questo articolo è solo un piccolo esempio. Nella pratica clinica sono sempre e comunque le mani dell’osteopata, attraverso i differenti test discriminatori, e grazie alla loro sensibilità, a dare la risposta su quali  strutture sono state coinvolte in ordine di importanza. Di conseguenza il trattamento in osteopatia, di seguito ad eventi traumatici, è sempre frutto di una accurata diagnosi differenziale attraverso i dati forniti dalla fonti di riferimento esterne e dai dati raccolti attraverso le mani dell’osteopata, preziose fonti di accadimento interno.

Visita il sito personale dell’osteopata Andrea Ghedina www.andreaghedina.com