È sul GIOSBE Journal un articolo open-access sullo studio pilota condotto dall’osteopata Gianluca Viviani in collaborazione con il Policlinico San Martino di Genova riguardo il Trattamento manipolativo osteopatico nella sintomatologia della sclerosi multipla.

Finalizzato a valutare la fattibilità del protocollo sperimentale redatto alla luce del fatto che sempre più persone con sclerosi multipla si affidano alle medicine complementari, parallelamente alle cure tradizionali, lo studio si è proposto dunque di valutare – sebbene su un campione poco rappresentativo – l’effetto del trattamento osteopatico a confronto col placebo rispetto al grado di disabilità e la sintomatologia spastica, motoria, dolorosa, i livelli di affaticamento, ansia e l’impatto della malattia sulla qualità della vita nei pazienti con sclerosi multipla. “Il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMTh) – si legge nell’introduzione allo studio – è un trattamento terapeutico manipolativo, che agisce anche sul sistema nervoso autonomo, e nell’ottica della Psico Neuro Endocrino Immunologia (PNEI), potrebbe avere ripercussioni anche a livello immunitario”.

Otto i pazienti coinvolti nello studio e divisi in due gruppi di 4 soggetti ciascuno mediante randomizzazione e assegnati al gruppo sperimentale, sottoposto dunque al trattamento manipolativo osteopatico, e al gruppo di controllo sottoposto a terapia simulata, entrambi per un periodo di cinque settimane. Significativi i livelli di miglioramento registrati nel gruppo sperimentale per quanto riguarda la fatica e l’incidenza della malattia sulla qualità della vita. Nessuna incidenza, invece, è stata rilevata sui parametri di disabilità, spasticità, mobilità, dolore e ansia.  Il campione oggetto di questo studio è ovviamente poco rappresentativo e i risultati sono altamente esplorativi, motivo per cui – come suggerisce lo stesso autore – “per provare ad affermare i risultati ci vogliono sicuramente studi successivi con più partecipanti”.



“La pubblicazione  – spiega l’autore, osteopata Gianluca Viviani – vorrebbe essere un passo in avanti verso un dialogo aperto con altre professioni e, perché no, con altri colleghi. Vuole essere una base per avere una lingua in comune sulla base di dati e non solo su esperienza personale tramandata”.

Qui lo studio pilota sul GIOSBE Journal.