Osteopatia in Ospedale Ricerca osteopatica
Torrette, sospesa l’osteopatia in ospedale per bambini cardiopatici. Intervista all’osteopata Alessandro D’Antonio
Continua l’impegno del Comitato Genitori Bambini Cardiopatici di Torrette affinché riprenda nel reparto di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale marchigiano, diretto dal dottor Marco Pozzi, il progetto osteopatico avviato e coordinato dall’osteopata Alessandro D’Antonio, che ha subìto una battuta d’arresto da parte del Ministero della Salute.
È di pochi giorni fa infatti la notizia dell’impugnazione ministeriale della legge della Regione Marche che dal 16 aprile 2019 regolamenta l’ingresso degli osteopati in ospedale tramite protocolli ben stabiliti, e questo a causa dello status giuridico dell’osteopatia ancora non del tutto definito in assenza dei decreti attuativi.
A rimetterci sono di fatto i bambini che “grazie all’osteopatia hanno avuto un recupero più veloce e un miglioramento della qualità di vita” dichiarano i genitori dei bimbi operati al cuore e membri del Comitato, lanciando anche una petizione su change.org (firmabile in questa pagina) volta al ritiro del ricorso alla legge Regione Marche a tutela dei bambini cardiopatici.
Un boccone amaro anche per l’osteopata Alessandro D’Antonio a capo dell’ambulatorio osteopatico gratuito per i piccoli pazienti del reparto di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica di Torrette. Ed è proprio a lui che abbiamo rivolto qualche domanda cercando di capire meglio in che modo l’osteopatia abbia trovato il suo spazio in reparto, oltre a tanta stima ed approvazione da parte dei genitori dei piccoli pazienti e del personale medico.
Alessandro da quanto tempo stai seguendo il progetto?
Da gennaio 2019 seguo questi bambini in un ambulatorio privato messo a disposizione dal comitato Genitori dei bambini cardiopatici vicino alla struttura ospedaliera.
La patologia cardiaca è sempre stato un argomento di profondo interesse nella mia vita, ho perso mia madre all’età di sette anni proprio per questo problema.
Mi sono sempre detto che un giorno avrei portato il mio contributo in questo reparto e credo che quel giorno sia arrivato.
Qual è la tua formazione e le tue pregresse esperienze lavorative?
Nasco come fisioterapista, ho lavorato, dopo varie esperienze domiciliari e termali, per sei anni in un centro di alta riabilitazione a Macerata Feltria, provincia di Pesaro Urbino, paese in cui vivo e sono nato.
Il Centro Sanitario Santo Stefano mi ha dato la possibilità di lavorare su problematiche importanti, dal paziente proteicizzato al politraumatizzato, dal neurologico vascolare al para e tetra plegico, e su tutte le patologie neurologiche che interessano questo settore. Non sono mancati i piccoli pazienti cerebrolesi quindi oserei dire, un’ottima esperienza per un fisioterapista giovane che ha voglia di crescere professionalmente.
Ho sempre portato avanti la libera professione che mi ha impegnato anche nel settore sportivo, dal calcio alla boxe, dal ciclismo al motociclismo. Nel 2004 con la nascita di mio figlio ho deciso di intraprendere la libera professione e nonostante corsi effettuati di ogni genere, dalla rieducazione posturale globale di Souchard che mi ha aperto un mondo al metodo Stecco e tanti altri, mi sono reso conto che avevo bisogno di approfondire gli studi per cercare un qualcosa che avesse un filo conduttore per inquadrare il mio paziente a 360 gradi.
Ed è qui che entra in scena l’osteopatia?
Sì, ho deciso di iniziare il percorso di sei anni di osteopatia ed è stata la scelta più bella della mia formazione professionale tanto da spingermi, terminati gli studi, a rimanere in quell’ambiente. Dal 2012 ho iniziato come assistente nella scuola di osteopatia SIOTEMA, sede distaccata di Urbino con Gianluca Ceino per poi passare docente nella sua scuola, poi dal 2015 insegno osteopatia strutturale e biomeccanica articolare presso la scuola OSCE Spine Center del dott. Saverio Colonna a Bologna.
Da anni sto curando la mia formazione post graduate in osteopatia pediatrica che in questo momento occupa una buona parte della mia giornata, non solo nel progetto con i bambini cardiopatici ma anche nel mio studio.
Come hai conosciuto l’associazione dei genitori e che tipo di relazione è nata?
L’incontro con il comitato genitori non è stato così casuale; la presidente del comitato, Valentina Felici mi conosceva già professionalmente, ma in quell’occasione mi ha contattato per una causa ben più importante della sua: suo figlio Tommy era stato operato al cuore e aveva bisogno del mio aiuto per permettergli di riprendere più velocemente il suo stato di salute.
Una bella responsabilità considerando la delicatezza dell’intervento che aveva sostenuto. È stato un buon lavoro, ho prodotto dei risultati molto evidenti non solo ai miei occhi ma anche a quelli del primario che l’aveva operato, il dottor Marco Pozzi della cardiochirurgia pediatrica e congenita dell’ospedale Torrette di Ancona.
Il desiderio di Valentina di portare gli stessi benefici a tutti i bambini del reparto unito alla curiosità e umiltà del primario alla luce dei risultati è stato il connubio che ha fatto scattare l’amore per la nostra professione.
Ora tutti i genitori credono nel nostro operato e insistono per avere il nostro trattamento sul proprio bambino. La cosa più difficile è stata quella di far capire al primario come il trattamento manuale osteopatico potesse portare tanto beneficio, ma grazie alla sua apertura mentale frutto delle sue esperienze lavorative all’estero e al desiderio di avere un mezzo efficace in più, tra l’altro indolore da utilizzare nei suoi bambini non ha lasciato spazio ai dubbi.
Quali sono i risultati ottenuti e in cosa l’osteopatia può essere utile?
Il nostro progetto è iniziato indagando sulle sfere più problematiche che interessano questi piccoli pazienti e con la ricerca di un protocollo terapeutico che potesse metter d’accordo la richiesta medico scientifica con la libertà terapeutica, basata sull’individualità dell’osteopata.
Sebbene l’Osteopatia non disponga di protocolli, la richiesta del comitato etico era proprio quella: fornire un protocollo di tecniche riproducibili convalidate scientificamente e somministrate secondo una logica in ogni paziente trattato, in modo da non generare dei falsi risultati sperimentali.
Richiesta logica se parliamo di un farmaco, ma assolutamente contrastante con il pensiero osteopatico che vede ogni paziente come unità individuale, nella ricerca della disfunzione osteopatica. La terminologia adottata doveva essere comprensibile e non basata sulle sensazioni, ogni termine comprensibile dal mondo della medicina tradizionale.
Su questo punto mi chiedo come i rumori respiratori percepiti dall’orecchio umano tramite un fonendoscopio e ben classificati in medicina tradizionale possano essere validati e perché no quelli percepiti da un altro organo di senso che è il tatto?
Ma a questa domanda non ho avuto risposta. Non è stato semplice ma con un po’ di buon senso bisogna accettare i compromessi e trovare la miglior soluzione di fronte alle difficoltà. Nonostante i limiti posti, le strategie osteopatiche adottate hanno portato dei risultati sorprendenti che hanno convinto i medici e i genitori a sostenere il nostro progetto.
Ad oggi, dopo 6 mesi di lavoro posso dire con orgoglio che avevamo ragione e vi riporto i dati estrapolati dalle schede di valutazione compilate dai genitori durante le sedute osteopatiche.
Osteopatia in ospedale a Torrette: i risultati di 6 mesi di attività
Dall’apertura fino a Maggio sono stati trattati 27 bambini per un totale complessivo di 160 sedute.
Fin dall’inizio i genitori dei bimbi trattati riportavano immediati benefici dopo il trattamento e per monitorare i dati abbiamo chiesto alle famiglie di compilare una griglia per registrare tutti i miglioramenti riscontrati dopo la precedente seduta.
L’Osteopatia migliora alimentazione, sonno, movimento dei bimbi trattati in reparto
Da una preliminare analisi dei dati è emerso che nel 62% dei casi i genitori riportavano effetti positivi nell’alimentazione, tema molto delicato per i bambini con cardiopatia. Non solo i bambini mangiano più volentieri ma venivano meno, già dopo la terza seduta, alcune difficoltà come la tensione e compensi posturali nella deglutizione e i rigurgiti . Anche per quanto riguarda il sonno sono stati riscontrati benefici, il 68% delle famiglie nota miglioramenti: il 26 % dorme più ore durante la notte, il 38% riferisce meno risvegli notturni.
Non da meno sono gli effetti nel movimento, dove un 75% ha riportato benefici. Sappiamo come questo aspetto sia importante per i bambini, sia per il loro sviluppo psicofisico sia per una migliore ripresa di tutte quelle attività necessarie per affrontare la quotidianità.
Sono poi emersi dall’analisi dei dati benefici in altre due aree, nel rilassamento, in cui il 61% dei genitori riferisce di aver riscontrato più serenità nel proprio figlio e un migliore regolarità nelle funzioni intestinali (57%).