Primo nelle vesti di professione sanitaria, Il 4° Congresso Nazionale ROI è stato un appuntamento speciale; un’occasione per tutti i soci per ringraziare il direttivo del Registro e la presidente Paola Sciomachen, che con il suo garbo e la sua classe, ha saputo tenere le fila della situazione che ci ha portati a questo meritato successo.

Sicuramente c’è ancora tanto da fare, ma se restiamo uniti, umili e sobri, raggiungeremo tutti gli obiettivi necessari.

La novità dei workshop e i lavori di tesi

Novità di questo ultimo convegno, sono stati i 4 workshop introdotti per la prima volta nell’ambito di un Congresso ROI e molto apprezzati da tutti i colleghi, tanto da auspicarne la replica anche nelle prossime edizioni congressuali. Nella prima giornata si sono infatti tenuti contemporaneamente workshop sulla cartella osteopatica: uno strumento per rilevare e valutare il percorso diagnostico-terapeutico del paziente con Andrea Bergna e Licia Montagna; quello sulla complessità della cura curato da Laura Formenti, il workshop sulle core competence nella pratica clinica osteopatica di Marco Tramontano e Carmine Castagna, ed infine Kylie Fitzgerald con il workshop su the clinical reasoning.

A seguire la sessione dedicata alle presentazioni orali dei lavori scientifici, che ha visto vincitrice Elisa Ziccardi della scuola SSOI di Torino, col suo studio randomizzato e controllato sull’Efficacia della terapia manipolativa osteopatica nella dismenorrea primaria.

Secondo posto assegnato a Giandomenico D’Alessandro con un lavoro dal titolo Partita a scacchi con il placebo osteopatico.

Patto terapeutico tra paziente e osteopata: 4 sessioni

Si è entrati nel vivo del Convegno il secondo e ultimo giorno, incentrato sull’argomento che ha dato il titolo all’evento, e cioè sulle Prove di efficacia: il patto terapeutico tra paziente e osteopata: argomento tanto caro a Chiara Arienti, segretario generale ROI, che ha coordinato l’organizzazione del congresso.



La giornata si è aperta con l’intervento registrato di Luca De Fiore, per ironia della sorte bloccato a letto da un mal di schiena. Oggetto della sua relazione l’Evidenza Clinica a servizio della società. A seguire, un ospite internazionale di grande rilievo, Steven Vogel, direttore della rivista scientifica IJOM, la stessa che ha pubblicato l’editoriale sulle core competence italiane in osteopatia.

Teresa Cantisani, direttrice della sezione Neurologica del Cochrane Italia è intervenuta sull’Applicabilità dei dati nella pratica clinica, seguita da Paola Mosconi, ricercatrice dell’Istituto Mario Negri, che si occupa del Coinvolgimento dei cittadini in Sanità, oggetto della sua relazione.

Nella seconda sessione si è dato spazio a tre professioni sanitarie a noi affini: infermieri, fisioterapisti e psicologi, che sono intervenuti a dimostrazione dell’ottimo lavoro di collaborazione che stiamo facendo nell’ambito delle professioni sanitarie.

La terza sessione sull’Efficacia clinica dell’osteopatia per un dialogo trasparente con il paziente, ha visto la partecipazione dell’australiana Kylie Fitgerald sul trattamento manipolativo osteopatico nelle malattie in ambito ginecologico. Indispensabile l’intervento di Giacomo Consorti sulla terminologia osteopatica che va assolutamente unificata sia per gli osteopati nell’ambito della propria professione, che in quello della formazione.

A questo riguardo, ci proponiamo di pubblicare in seguito degli articoli di approfondimento sui termini più importanti in ambito osteopatico.

La quarta ed ultima sessione, moderata da Paola Sciomachen ed Emilia Grazia De Biasi, è stata interamente dedicata all’eminente dott. Giorgio Cosmacini, storico della medicina, che ha dimostrato ancora una volta di avere a cuore la nostra professione.

Di seguito l’audio del suo bellissimo intervento:

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Il congresso si è concluso con una tavola rotonda a cui ha partecipato il nostro “angelo custode”, la senatrice De Biasi, che pur non essendo stata rieletta in Senato, ha accettato l’invito a prendere parte al nostro convegno rimarcando sul suo sostegno alla causa osteopatica, dunque all’affermazione dell’osteopatia in ambito sanitario con la relativa approvazione dei decreti attuativi.

Presumibilmente l’iter che ci attende partirà dal Ministero della Salute col compito di definire al più presto le competenze dell’osteopatia, certamente sulla base del documento sulle core competence stilato dal ROI. Dopodiché la pratica passerà al MIUR per la definizione del percorso formativo dell’osteopata, e solo in seguito il Ministero della Salute potrà esprimersi sulle equipollenze dei titoli.

Non si può chiudere senza ringraziare il ROI e la sua segreteria per l’ottimo lavoro svolto e, per tutte, un riconoscimento speciale va a Francesca, che si è fatta carico in questi mesi dell’organizzazione nel dettaglio.