Arriva dalla Regione Lombardia e dai consiglieri regionali Fabio Rizzi e Angelo Capelli – rispettivamente Presidente e Vicepresidente della III Commissione Sanità della Regione Lombardia – un grande stimolo al percorso di riconoscimento dell’osteopatia puntando sull’innalzamento delle performance della formazione.

Compare l’osteopatia, infatti, all’interno della riforma sanità approvata lo scorso 6 agosto, intesa fuori dal contesto delle Medicine Non Convenzionali ma in linea con il percorso di riconoscimento dell’osteopatia intrapreso dal Ministero della Salute, ossia come professione sanitaria autonoma “possibile solo attraverso una formazione universitaria”, ha dichiarato il consigliere Angelo Capelli in una nota ripresa da Quotidianosanità.it.

“Vogliamo rispondere ai bisogni dei cittadini che hanno scelto e continuano a scegliere di sottoporsi alle cure dell’osteopata, riconoscendo già di fatto il suo ruolo nella nostra sanità – ha dichiarato il consigliere regionale Fabio Altitonante (Fi) in un comunicato apparso su Quotidianosanità.it – vogliamo valorizzare la qualità della formazione per i tanti ragazzi che dedicano a questa disciplina anni di studio”.



Malgrado il provvedimento non sia stato ancora pubblicato, è il Registro degli osteopati d’Italia a dichiarare in un comunicato stampa a firma del presidente Paola Scimachen, che, come cita il PDL 228, all’art. 18 comma 3-D,  “la Regione, nell’ambito delle proprie competenze e funzioni, valorizza le Professioni Sanitarie nella rete del Sistema Socio Sanitario Lombardo, senza incremento di spesa sul bilancio regionale, in funzione dell’evoluzione normativa e delle prassi nazionali ed europee, con particolare riferimento all’attività dell’osteopata, favorendo in particolare, limitatamente alla competenza regionale in materia, l’innalzamento della qualità della formazione”.

La riforma votata il 6 agosto definisce dunque “la nuova governance sociosanitaria lombarda – riferiscono Rizzi e Capelli – orientata ad una maggiore integrazione delle strutture della sanità con quelle del sociale, sia a livello regionale che territoriale, con l’obiettivo di adeguare il sistema lombardo alle nuove complessità emergenti come l’allungamento dell’aspettativa di vita e l’aumento della cronicità”.

Tra gli obiettivi, quello di passare dalla semplice cura del paziente al “prendersene cura” con continuità, e l’osteopatia rientrerebbe a pieno titolo tra le opportunità su cui puntare a favore della salute.