L’attività di ricerca in ambito osteopatico condotta dalla COME Collaboration è tra le più floride in Italia, che proprio negli ultimi anni vanta un importante incremento della produzione scientifica riguardante la pratica osteopatica, contribuendo in maniera significativa a consolidare l’efficacia del trattamento osteopatico. Sono ben 16 i lavori pubblicati dalla fondazione da Gennaio 2022.

Ricordiamo che COME è una Fondazione senza scopo di lucro dedita proprio a fornire un’alta qualità di ricerca osteopatica, stabilire collaborazioni internazionali e multidisciplinari, supporto clinico. La Fondazione collabora con gruppi di ricerca nazionali, internazionali e multidisciplinari e lavora alla produzione di innovazione sia scientifica sia tecnologica da applicare in ambito clinico.

Su Tuttosteopatia.it dedicheremo uno spazio ad ognuno dei lavori pubblicati dalla Clinical-Based Human Research Department della COME Collaboration Onlus.

In questo articolo parleremo della Scoping Review “International Overview of Somatic Dysfunction Assessment and Treatment in Osteopathic Research” pubblicata il 24 dicembre 2021 sulla rivista Healtcare.



Pubblicato sul numero speciale “Neurorehabilitation Outcome Measures and Innovative Approaches in Physiotherapy” della rivista Healtcare lo studio “International Overview of Somatic Dysfunction Assessment and Treatment in Osteopathic Research: A Scoping Review”, frutto di una ricerca bibliografica riguardo la valutazione e trattamento della disfunzione somatica, attraverso i principali database biomedici: Pubmed (Medline), Cochrane, Central (Cochrane), Embase, PEDro e Scopus.

Condotta da COME Collaboration insieme alla Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, al Dipartimento di Ricerca dell’Istituto SOMA, all’Associazione Italiana Scuole di Osteopatia AISO e al CERDO di Roma, l’analisi condotta su 280 studi è stata volta a comprendere il ruolo e l’applicazione delle Disfunzioni Somatiche nella pratica osteopatica, stabilendone l’importanza che, sebbene vari da paese a paese, fa sì che possano essere considerate come un valore clinico centrale nella valutazione clinica e nel processo decisionale degli osteopati.

Questa revisione ha voluto mappare per la prima volta la letteratura scientifica che chiarisce l’uso, il ruolo e l’applicazione della SD in campo osteopatico.

“Quello La SD (Somatic Dysfunction) – si legge nella revisione pubblicata su Healthcare – è considerato un approccio specifico della professione perché definisce l’obiettivo di una valutazione e di un trattamento osteopatico (cioè migliorare una funzione regolativa con un tocco su misura fornito su un’area di interesse per il paziente e il medico). D’altra parte, SD è anche un concetto potenzialmente utile per condividere l’oggetto dell’intervento osteopatico centrato sulla persona con i professionisti sanitari tradizionali perché è descritto nella Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD), che riporta le diverse posizioni delle regioni corporee”.

Dalla revisione è emerso che in 155 studi i professionisti hanno utilizzato un trattamento basato su SD, malgrado gli autori di 73 di questi studi non ne abbiano motivato l’utilizzo. Quanto al trattamento osteopatico sono diverse le tecniche adottate negli studi inclusi. Tra i più comuni approcci utilizzati, quello miofasciale (77,8%), tecnica di energia muscolare (55,6%), tessuti molli (50,8%), tensione legamentosa bilanciata e approcci cranici (46,6%). Meno comuni gli approcci strain and counterstrain e viscerale (20,8%) e osteopatia biodinamica nel campo cranico/tecniche fluidiche (2,6%). Il 91,0% degli studi ha utilizzato due o più tecniche, mentre il 9,0% ha utilizzato una singola tecnica.

Lo studio completo a questo link.

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