Ha preso il via l’8 ottobre scorso “Mi stanno a Cuore”, il primo progetto di volontariato all’estero del ROI che ad oggi vede impegnati in India i primi osteopati volontari partiti alla volta dell’Ospedale Sri Sathya Sai Sanjeevani Center for Child Heart Care di Atal Nagar con lo scopo di supportare e coadiuvare i professionisti locali nel percorso di recupero di bambini cardiopatici operati nella stessa struttura. Il progetto – ormai chiuso – si svilupperà nell’arco di 6 mesi e vedrà l’ultimo gruppo di osteopati volontari impegnati fino al 14 aprile 2024. In tutto sono 30 gli osteopati ROI parte del progetto, che a gruppi di 3 si fermeranno in India per 3 settimane garantendo una turnazione che permette di coprire l’intero periodo di durata del progetto, consentendo inoltre il passaggio di consegne fra chi arriva e chi è in partenza.

Nato in collaborazione con l’associazione “Un Battito di Ali”, con il Dr. Pozzi responsabile reparto di cardiochirurgia pediatrica dell’Ospedale Torrette di Ancona e il ROI con gli osteopati Marco Petracca e Matteo Turinetto, “Mi Stanno a Cuore” si è sviluppato grazie alla volontà della Dott.ssa Ragini, direttrice del reparto di cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Sri Sathya Sai Sanjeevani e soprattutto grazie al successo del modello sperimentato all’ospedale di Torrette dove tutto è cominciato con il  progetto “Un Alleato in Corsia”. È proprio il successo di questa esperienza che ha ispirato il progetto all’ospedale Sri Satya Sai Sanjeevani, grazie alle positive evidenze di efficacia osteopatica constatate ad Ancona nel miglioramento della ripresa dei parametri fisiologici, con un incidenza positiva sul dolore e sui tempi di degenza dei bambini cardiopatici nel post operatorio.

Paola Sciomachen, Presidente ROI, ci ha aggiornato sull’andamento di questa prima missione dandoci qualche informazione su come stia impegnando gli osteopati italiani in India. “Gli osteopati risiedono negli alloggi messi a disposizione dell’Ospedale e trascorreranno la mattina de parte del pomeriggio all’interno dell’ospedale – racconta Sciomachen – in cui si integreranno con il personale dei reparti e somministreranno i trattamenti osteopatici ai bambini operati sia in terapia intensiva, sia successivamente fino alla loro dimissione, in un contesto di massima disponibilità e collaborazione da parte di tutto lo staff di professionisti nell’accogliere i nostri colleghi”.



Obiettivo del progetto, non solo quello di dimostrare l’efficacia dell’osteopatia e quanto possa essere d’aiuto anche in contesti particolari come quello ospedaliero, “ma anche – spiega la presidente ROI – perseguire una finalità scientifica attraverso la raccolta dati utili per la ricerca ma anche quello di trasferire ai fisioterapisti presenti nell’ospedale, alcuni elementi di cultura e di conoscenza osteopatica con alcuni semplici approcci che possono aiutare i bambini nel recuperare meglio e velocemente una buona condizione di salute”.