Dopo l’incontro del 21 giugno 2013, organizzato presso la facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di
Genova, e quello del 26 ottobre, in occasione del Convegno Nazionale SIPNEI a Firenze, continua il dialogo tra osteopatia e psico-neuro-endocrino-immunologia (PNEI).

A febbraio 2014 nasce, infatti, un gruppo di studio all’interno della Società Italiana di Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia (SIPNEI) dedicato alle discipline corporee.

Questo indica che qualcosa sta cambiando. In ambito scientifico è in atto un lento ma radicale cambiamento di paradigma, rappresentato dal biopsicosocialismo scientifico. La spinta a comprendere il reale funzionamento dell’organismo umano porta sempre di più verso un approccio capace di considerare la persona nella sua interezza e nel suo fondamentale rapporto con l’ambiente, nell’accezione più vasta del termine. Anche lo studio dell’anatomia in vivo rivela i limiti del metodo tradizionale, che costruisce l’immagine anatomica dell’uomo basandosi, sostanzialmente, sui cadaveri: con le parole di Rollin Becker, noto osteopata americano, “Studiare il cadavere è come studiare un palo telefonico per cercare di capire come funziona un albero” (Explore, 2005, vol.1, no.1). Inoltre esso tralascia il concetto di “rete”, che sembra invece prioritario nel reale funzionamento del corpo umano.

La SIPNEI propone un approccio integrato, innanzitutto tra mente e corpo, considerando la psiche come una solida realtà che emerge dal cervello, capace di retroagire su di esso, di influenzare ed essere a sua volta influenzata dagli altri grandi sistemi di regolazione fisiologica, ovvero l’endocrino e l’immunitario. L’azione regolatoria reciproca disegna una rete complessa, in cui le proprietà emergenti non sono riducibili alle caratteristiche dei singoli sistemi componenti. Questa linea di pensiero poggia sugli studi di noti ricercatori, come James, Lurija, Bateson, Varela, tra gli altri, e si propone come base razionale per un nuovo modello di medicina integrata, capace di accogliere e dare ruolo adeguato alle cosiddette medicine non convenzionali.



Anche per l’osteopatia, la PNEI è un’occasione importante per favorire una spinta interna alla ricerca scientifica più avanzata, che permetta un dialogo autentico con la comunità scientifica e, citando Francesco Bottaccioli, fondatore e presidente onorario della SIPNEI, “un dialogo che, se sarà vero, modificherà tutti i protagonisti, convenzionali e non” (Psiconeuroendocrinoimmunologia, F.Bottaccioli, Ed.Red! 2005).

Grazie al nuovo salto di paradigma che è in atto nella ricerca scientifica internazionale, si stanno aprendo nuove porte per la conoscenza dell’efficacia delle terapie manuali. Proprio per questo, nell’ottobre scorso a Firenze, la SIPNEI ha deciso, per la prima volta, di dedicare il proprio congresso nazionale a queste terapie. Ciò ha permesso di fare il punto sullo stato dell’arte di varie discipline (soprattutto l’osteopatia), sugli studi scientifici esistenti e su quelli in atto, in Italia e all’estero.

Il fatto che per la prima volta una società importante come la SIPNEI (che collabora con varie università italiane) abbia deciso di affrontare questi temi in modo ufficiale, è sicuramente molto importante soprattutto considerando la rilevanza attribuita all’osteopatia.

Dato il grande riscontro partecipativo, da quel congresso è nata l’idea di istituire una “Commissione Nazionale SIPNEI sulle discipline corporee” il cui scopo è quello di raccogliere dati di ricerca scientifica a livello internazionale e di promuovere la ricerca in Italia in modo interdisciplinare e multicentrico. A febbraio di quest’anno, quindi, sempre a Firenze, si sono ritrovati osteopati, psicoterapeuti con approccio corporeo, ricercatori dell’università, biologi, immunologi, operatori shiatsu, psichiatri, fisiatri, esperti di ginnastiche orientali, per definire il progetto operativo della Commissione Nazionale.
La mission che ne è scaturita è molto ambiziosa e, probabilmente, unica. Professionisti con conoscenze e linguaggi professionali molto diversi, grazie alle basi comuni ed alle conoscenze scientifiche che lo studio della PNEI mette a disposizione, proporranno progetti di ricerca interdisciplinari. Saranno utilizzati e comparati sia test psicologici che biologici. Per i primi, molto probabilmente, saranno utilizzati quelli validati a livello internazionale dalla SIPNEI, per i secondi, invece, saranno presi campioni biologici (inizialmente salivari) che saranno poi analizzati dall’università di Genova.

Lo scopo è quello di capire come le manipolazioni agiscano sul rilascio di sostanze tissutali (ad esempio interleuchine od ormoni) in grado di retroagire in modo sistemico sull’intero organismo, anche sulla componente psicologica. Per poter interloquire in modo adeguato con il mondo scientifico è necessario, infatti, iniziare a ridefinire l’efficacia clinica della terapie corporee secondo le conoscenze scientifiche attuali.

Nicola Barsotti D.O. e Diego Lanaro D.O.