Stesi sul lettino del vostro osteopata di fiducia, sentirete, ad un certo punto, che le sue mani abbracciano la vostra testa. Che sia o meno una prima seduta questa pratica appare originale e la prima domanda che sale alla mente è:“perché le sue mani sono poggiate sulla mia testa?”.

L’ambito craniale è uno dei pilastri dello studio osteopatico e risulta necessario rispondere alla domanda più frequente dei nostri pazienti. Bisogna premettere che per lungo tempo l’anatomia e la fisiologia umana sono state studiate su corpi senza vita. Di conseguenza, le articolazioni del cranio e quelle sacro-iliache erano descritte, sui più comuni testi, come immobili. Cosa che ha escluso da sempre la palpazione del cranio in ambito medico, al contrario di come accade, da sempre, ad esempio, sull’addome. In breve, fino a pochi decenni fa, si ignorava cosa potesse succedere nel vivente (i video sotto vi daranno un’idea).

Fu l’americano William Garner Sutherland, che durante i suoi studi all’American School of Osteopathy, a Kirksville nel Missouri, ebbe un’intuizione che avrebbe cambiato il modo di pensare al cranio. Osservando un cranio disarticolato egli notò che le ossa temporali erano smussate come le branchie di un pesce ed ipotizzò che dovessero essere associate ad un movimento respiratorio. La sua attività, negli anni del primo ‘900, fu dedicata ad uno studio approfondito dell’anatomia cranica e a varie sperimentazioni palpatorie. Superando ogni scetticismo, le pubblicazioni che emersero dai suoi studi introdussero ufficialmente l’ambito craniale negli studi e nella pratica osteopatica.

Il cranio nel vivente venne da allora in poi studiato, nelle scuole di Osteopatia, come un meccanismo dinamico ed il suo movimento fu denominato: MECCANISMO DI RESPIRAZIONE PRIMARIO.

Il cranio conta 29 ossa che si rapportano l’una all’altra tramite le suture. Al suo stadio iniziale, il cranio è una calotta membranosa, formato di lamine sottili e flessibili con bordi lisci, che evolvono in osso compatto nelle successive fasi di sviluppo. Anche nell’adulto, tra il tavolato esterno e quello interno (detto periostio), viene conservata una parte membranosa, ricca di vasi e dell’innervazione tipica delle articolazioni, che costituisce il legame tra le varie porzioni ossee. Nonostante la varietà di forma, tutte le suture hanno la peculiarità di garantire elasticità e movimento alla scatola cranica.





La parte interna delle ossa craniche, il periostio, si fonde con la parte più esterna delle membrane intracraniche, chiamata Dura Madre. La Dura si sdoppia in alcuni punti dando origine alle cosiddette membrane a tensione reciproca: l’una sagittale, la Falce, l’altra trasversale, il Tentorio. Il punto d’inserzione delle due membrane diventa un fulcro immaginario (detto appunto “fulcro di Sutherland”) attorno al quale queste si avvolgono e si svolgono ritmicamente, come la voltura di un corno di un montone. Questo dà vita a quello che dall’esterno si percepisce come un movimento di inspirazione ed espirazione, molto meno evidente ma molto simile a quello respiratorio toracico.
Nella fase d’inspirazione (detta anche flessione) il cranio si abbassa a livello della volta e si allarga lateralmente, viceversa nella fase di espirazione (altrimenti detta di estensione).

La membrana intracranica prosegue poi nel canale midollare dove prende il nome di membrana intravertebrale. Questa, legata saldamente al forame occipitale e alla seconda e terza vertebra cervicale, diventa meno aderente a livello delle altre vertebre per poi rinforzarsi nuovamente a livello della seconda vertebra sacrale. Le membrane a tensione reciproca, quindi, includono anche la Dura spinale. Il movimento di avvolgimento e svolgimento che avviene nel cranio si ripercuote sull’osso sacro. Nella fase di flessione il sacro risale verso il cranio, viceversa nell’estensione.

Tralasciata un po’ l’ipotesi dell’innata motilità del sistema nervoso centrale, il movimento delle meningi sembra essere dovuto alla produzione e al riassorbimento del liquido cefalo-rachideo.

Il liquido cefalo-rachideo, prodotto dai plessi corioidei, circola nei ventricoli, intorno alla superficie dell’encefalo e all’interno del midollo spinale. Oltre a bagnare il sistema nervoso centrale, lo protegge e lo nutre. Sutherland definì impulso craniale ritmico questa fluttuazione che ha una frequenza di 10-14 cicli al minuto.
Un’alterazione di tale fluttuazione può essere dovuta sia a cause esterne al cranio (una trazione muscolare o delle fasce che si inseriscono sul cranio, uno squilibrio posturale, un trauma, disfunzioni vertebrali, ecc) che interne (esiti di infezioni alle meningi, cause prenatali o perinatali, traumi su un punto qualsiasi del cranio, ecc). In entrambi i casi ne risulta una modificazione dello stato di salute generale.

Difatti, tutti i meccanismi di regolazione corporea, siti nell’ipofisi, nell’ipotalamo, nel bulbo, nel ponte, e sul pavimento del 4° ventricolo (centro che mantiene costanti i parametri di pressione e ossigenazione sanguigna, Ph, ecc) sono strettamente associati al Meccanismo di Respirazione Primario.

Il modo per valutarne la mobilità, e di conseguenza lo stato di salute di un soggetto, è la palpazione. Ecco perché l’osteopata non può prescindere dall’osteopatia in ambito craniale e non può rinunciare a mettere le mani su ogni singolo paziente.