Perché le ostetriche devono conoscere il metodo FSC di Castagnini per la Facilitazione dello Sviluppo delle Cerebropotenzialità
Il metodo di Mario Castgnini FSC-Facilitazione dello Sviluppo delle Cerebropotenzialità è utile per le ostetriche perché possano imparare a riconoscere delle condizioni specifiche, identificate dallo stesso metodo, per dare la possibilità ai bambini di avere uno sviluppo sano nonostante l’eventuale danno neurologico o genetico.
Il punto di forza del metodo FSC è il recupero quasi totale (95 per cento) di bambini nati con problemi neuropsicomotori se il trattamento inizia entro i primi 3 mesi di vita. Iniziando successivamente le probabilità di guarigione scendono al 10% fino a considerarsi solo “miglioramenti”.
Il massimo dell’efficacia si ottiene consultando l’osteopata subito dopo la nascita in modo da utilizzare al meglio i primi tre mesi e integrare i principi del metodo FSC – che inizia il lavoro dopo i primi 3 mesi – alla pratica osteopatica.
Tutti siamo dotati sin dalla nascita della “matrice fondamentale dello sviluppo”: motricità, intelligenza, affettività, memoria, raziocinio e qualunque cosa possa fare l’essere umano, ma è vero che questa vale il 10 per cento del neuro- sviluppo del bambino, mentre il restante 90 per cento è da attribuire a fattori quali l’esperienza personale, l’educazione, l’ambiente.
Secondo Castagnini (sposando lo schema Yacovlev e Lecours che mette in relazione la mielinizzazione del cervello che si conclude entro l’anno, e la sua funzionalità) ben l’80 per cento dello sviluppo è concentrata solo nel primo anno di vita del bambino, giustificandone dunque la centralità, anche nell’approccio da parte dei genitori e delle figure che hanno un ruolo nella vita del piccolo, fra cui per esempio le ostetriche sin dalle prime ore di vita. Questo perché si possa tempestivamente riconoscere eventuali “disfunzioni” alla nascita ed indirizzare i genitori a questo metodo per “recuperare” il bambino nel più breve tempo possibile, scongiurando il rischio quasi certo di ripercussioni future sul suo sviluppo.
Il metodo FSC applicato dalle ostetriche: risultati positivi
Il metodo FSC-Facilitazione dello Sviluppo delle Cerebropotenzialità viene applicato da quasi 40 anni ottenendo risultati “impressionanti”, come afferma lo stesso dott. Castagnini.
Lui racconta come, grazie alle ostetriche, sia stato inizialmente applicato sui bambini con sindrome di Down: grazie alla loro intuizione nel poter stabilire, già alla nascita, eventuali problemi che potessero comprometterne lo sviluppo o ridurre l’azione della “matrice fondamentale generale dello sviluppo”.
Le prime 6 settimane di vita sono fondamentali per riconoscere nel bambino un orientamento regolare. In queste prime 6 settimane che il piccolo è soggetto alla riflessologia primaria fondamentale, tipo il riflesso di Moro, che si supera proprio dopo questo periodo, portando il bambino a raggiungere la capacità di controllo posturale.
Il raggiungimento del controllo posturale dopo le 6 settimane è l’unità di misura di riferimento, ed è importante che il bambino possa essere osservato attentamente dai genitori, che vanno “istruiti” in questo senso.
Questo è il compito anche delle ostetriche, degli osteopati e delle figure che possano imparare il metodo e riconoscere i casi da indirizzare al metodo di Mario Castagnini.
Stando al metodo FSC ed alla ricerca condotta in molti anni, ci sono delle condizioni di parti a rischio che determinano più facilmente un potenziale danno dello sviluppo neuropsicomotorio.
Sono state individuate 13 condizioni di parti a rischio
- pretermine-prematuro (entro la 38^ settimana di gestazione)
- parti dismaturi
- parti gemellari
- parti distocici (forcipe, ventosa, taglio cesareo, parto podalico, parto precipitoso, distacco intempestivo di placenta, ecc.)
- parti da madri con gestosi
- parti da gravidanze a rischio
- parti da madri diabetiche
- neonati asfittici
- ittero neonatale grave
- crisi convulsive neonatali
- indice di Apgar inferiore a 3 al 1° minuto e inferiore a 7 al 5° minuto
- crisi ipocalcemiche o ipoglicemiche con segni neurologici
- parti con liquido amniotico tinto-melmoso
Analizzando solo la prima di queste condizioni, i neonati prematuri – che Castagnini distingue fra lievi o gravi a seconda del tempo di degenza in ospedale – questi vanno trattati in un certo modo che le ostetriche devono conoscere per poter essere d’aiuto ed evitare problemi futuri.
In termini operativi e riabilitativi, dunque, se un bimbo manifesta dei problemi una buona gestione e stimolazione riabilitativa porta a sviluppare al massimo il suo potenziale.
L’ostetrica deve conoscere questi tempi, gli step così chiaramente identificati dal metodo per poter essere d’aiuto ai genitori nell’identificare dei possibili ritardi e soprattutto per poterli recuperare per tempo attraverso la riabilitazione neuropsicomotoria su base neuropsicoevolutiva evocante schemi congeniti ordinati mediante stimoli adatti: posture adeguate per un tempo sufficiente indicato come 4 volte al giorno, 20 minuti per volta fatto a casa dalla mamma o dal papà su indicazione di personale competente.
Di seguito il video completo di una recente lezione alle ostetriche tenuta da Mario Castagnini a Bari in collaborazione con l’Ordine delle Ostetriche di Bari e Barletta-Andria-Trani
Sull’attività di Mario Castagnini attraverso la sua associazione no profit A.R.C. I Nostri Figli consultare questa pagina e il sito www.aerreci.org.
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