È tempo di riconsiderare il “peso” dei batteri per il nostro organismo abbandonando l’idea che siano sinonimo di malattia ma che, anzi, siano elementi essenziali per il nostro equilibrio corporeo.
Presenti per la maggior parte nell’intestino – circa 100 trilioni – i microrganismi sono così importanti che ogni loro cambiamento nella flora intestinale può influire considerevolmente sull’andamento di molte malattie, come l’obesità, le allergie, le infiammazioni.
“I batteri agiscono, infatti, lungo un ideale asse intestino-cervello come barriera contro i microrganismi patogeni e regolano l’assorbimento dei nutrienti, la produzione di energia e lo sviluppo del sistema immunitario”, spiegano i ricercatori dell’Ospedale pediatrico romano Bambino Gesù che hanno messo a punto per la prima volta in Europa, un test diagnostico avanzato per l’analisi di questa popolazione microbica intestinale, che gli esperti definiscono “microbiota”.
Questo test diagnostico rivoluzionario è importante per capire come questi batteri interagiscano tra loro, modificandosi in rapporto allo stato di salute o di malattia dell’organismo, fornendo indicazioni essenziali per ristabilire, attraverso la dieta, o persino un trapianto della flora batterica, eventuali alterazioni nell’equilibrio della popolazione dei microbi intestinali.
Sul ruolo determinante ricoperto dal microbiota intestinale si è incentrato uno studio irlandese condotto da ricercatori dell’University College di Cork, e pubblicato su Molecular Endocrinology il 3 giugno 2014, basato sull’assunto secondo cui il microbiota intestinale si comporti come un organo endocrino virtuale, rilasciando nel flusso sanguigno una serie di mediatori chimici e neuromodulatori, in grado di influenzare l’attività di organi distanti, a partire dal cervello.
Il microbiota intestinale si instaura subito dopo la nascita, anzi, già durante il passaggio nel canale del parto dove i batteri che popolano l’intestino sono quelli presenti nella vagina della madre. Successivamente questo importante processo di “trasferimento” sarà mantenuto grazie all’allattamento al seno materno.
Diverso è il microbiota intestinale dei bambini che nascono con parto cesareo, che sembra essere associato ad un aumentato rischio di malattie, di sovrappeso e obesità nella vita futura, rispetto a quelli che vengono al mondo attraverso un parto naturale (studio scientifico di riferimento: The impact of cesarean section on offspring overweight and obesity: a systematic review and meta-analysis. International Journal of Obesity 37(7):893-899).
Per capire come il modo in cui veniamo al mondo possa determinare la nostra futura condizione di salute, è molto chiaro ed esplicativo il documentario MICROBIRTH. Attraverso i pareri di autorevoli scienziati del Regno Unito e del nord America, il film punta il dito sulle moderne pratiche ostetriche utilizzate durante il parto, che andrebbero ad interferire con processi biologici essenziali e renderebbero i nostri figli più vulnerabili alle malattie.
Questo variegato corredo batterico intestinale cambia durante la vita a seconda di molte variabili esterne: antibiotici, dieta, farmaci, obesità, età, fattori ambientali ecc.. e influenza la salute in vari modi. Le persone che soffrono di alcune malattie come quelle infiammatorie intestinali o allergie hanno un microbiota differente da quello delle persone sane.
I batteri si popolano con un’alimentazione ricca di alimenti vivi, senza conservanti e basata per lo più su frutta e verdura (meglio se bio); sono diversi gli elementi che concorrono a mantenere un buono stato di salute, e tutti sono funzionali allo stesso obiettivo.
Nel caso l’intestino non funzioni bene (disbiosi intestinale), si rende necessario l’uso di Probiotici – definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “organismi viventi che, somministrati in adeguata quantità, comportano un beneficio all’ospite” – è dunque molto importante per migliorare simbiosi tra microbiota e intestino.