Abbiamo iniziato a raccontarvi il “paradosso” delle vaccinazioni in Italia con quella per l’Epatite B, introdotta e resa obbligatoria nel 1991 con la Legge 27 maggio n° 165, a seguito  di una tangente da ben 600 milioni di vecchie lire, intascata dall’allora Ministro della Sanità De Lorenzo e dal responsabile del settore farmaceutico del ministero Duilio Poggiolini, da parte dell’unica azienda produttrice del vaccino: la Glaxo –SmithKline. (Leggi l’articolo relativo).

A questa “singolarità” se ne aggiungono molte altre, tutte a suffragio di una tesi “controcorrente” ma sempre più forte, ossia quella secondo cui i vaccini fanno male ai bambini.

Non possiamo sottovalutare un’altra incongruenza, quella relativa alla somministrazione – partita nel 2001 – in un’unica seduta (esavalente) oltre alle 4 vaccinazioni obbligatorie (difterite, tetano, poliomelite ed epatite B) anche di vaccini NON obbligatori (ma solo consigliati) ossia quelli contro la pertosse e le infezioni da Haemophilus influenzae di tipo b (Hib).
La beffa è che questo troppo spesso avviene senza un’adeguata informazione dei genitori, i quali sovente acconsentono a questa inoculazione in una sola volta di ben 6 vaccini, senza sapere di fatto che possono dire di NO ai due vaccini NON obbligatori.

La somministrazione polivalente dei vaccini (siano essi in unica formulazione o somministrati l’uno dopo l’altro in un’unica seduta vaccinale) può infatti comportare danni da sovraccarico e choc del sistema immunitario. Infatti fino a 6 mesi non è formata la barriera ematoencefalica (il filtro delle meningi tra sangue e cervello) e quindi le sostanze tossiche somministrate arrivano direttamente al cervello e che fino a 1 anno il sistema immunitario non è maturo, quindi i bimbi sotto a 1 anno “possono” o non produrre anticorpi, o avere reazioni gravi o avere modificazioni durature del sistema immunitario.

Dopotutto sono sempre di più, anche in Italia, le sentenze che riconoscono i danni da vaccino (leggi l’articolo Danni permanenti da vaccino pediatrico: sempre più sentenze li riconoscono“). Ultima in ordine di tempo quella di Rimini e quella di Torino. In quest’ultimo  caso la Corte d’appello ha deciso un risarcimento da 1,8 miliardi di euro.



Ottobre 2012: molti Paesi europei ritirano il vaccino esavalente Infanrix Hexa. L’Italia NO

E’ del 6 ottobre 2012 la notizia del ritiro imminente (urgenza 1) del vaccino esavalente Infanrix Hexa per rischio contaminazione batterica, così come stabilito dall’Istituto di Stato per Controllo dei Farmaci della Slovacchia. (La 1a classe d’urgenza si riferisce alle urgenze che minacciano potenzialmente la vita oppure possono causare gravi danni alla salute. Provvedimento da attuare immediatamente!).

Il provvedimento slovacco riguarda però un vaccino che viene regolarmente utilizzato anche in Italia: l’esavalente (nome commerciale Infanrix HEXA della ditta GlaxoSmithKline), ossia il vaccino usato per vaccinare i neonati a partire dal 2°-3° mese di vita contenete  6 antigeni che “dovrebbero” proteggere i bambini da difterite, tetano, poliomielite, epatite B (obbligatori) e pertosse ed emofilo tipo B (facoltativi ma inoculati insieme ai 4 obbligatori in un’unica iniezione).

A seguito di questa notizia molte nazioni europee hanno preso provvedimenti: oltre alla Slovacchia, si sono attivate per il ritiro del vaccino esavalente Infanrix HEXA anche  Spagna, Germania, Australia, Canada e Francia. (Sulla questione, leggi l’articolo del dott. Roberto Gava pubblicato su Informasalus.it).

E’ datato venerdì 19 ottobre 2012 il comunicato stampa congiunto firmato dal COMILVA ing. Claudio Simion; Fondazione Marco e Andrea Tremante, Giorgio Tremante; CONDAV, Nadia Gatti; CORVELVA, Ferdinando Donolato; Vaccinare Informati, Patrizia Filippi; dott. Eugenio Serravalle; Avv. Saverio Crea, in cui “si chiede al Ministero della Salute di intervenire con la massima tempestività ed urgenza per avviare anche in Italia il   ritiro in via cautelativa di tutti i lotti presenti sul territorio italiano del vaccino Infanrix Hexa prodotto dalla ditta GlaxoSmithKline,  e  di  valutare simili provvedimenti  cautelativi  per  tutti gli altri VACCINI prodotti dalla stessa azienda e attualmente in uso sul territorio italiano”.

Esavalente: quanto ci costa?

Guardando all’aspetto economico di questo vaccino esavalente, giudicato “inutile e pericoloso” anche dal Codacons, costerebbe allo Stato ben 114 milioni di euro all’anno, che deve acquistare e somministrare 6 vaccini anziché i 4 previsti dalla legge.
Il Codacons nel giugno 2012 ha inviato un esposto alla magistratura contabile, al Ministero della Salute e alla Procura della Repubblica di Roma, denunciando i fatti alla luce di possibili reati di truffa e abuso d’ufficio richiedendo inoltre che venga accertato il comportamento dell’Agenzia Italiana del Farmaco l’ente che autorizza nel paese la commercializzazione dei vaccini esavalenti oggi utilizzati su larga scala nelle Asl italiane.

“In Italia – spiega l’associazione – i vaccini obbligatori, contrariamente a quanto ritenuto dalla stragrande maggioranza dei genitori di bambini in età pediatrica, sono solamente quattro (…) Tuttavia nelle ASL anziché informare correttamente i genitori in merito alla disciplina legislativa sui vaccini obbligatori per legge, viene fornito ed iniettato ai piccoli un nuovo vaccino esavalente che contiene anche due vaccini facoltativi ossia pertosse ed infezioni da Haemophilus influenzale di tipo b”.

Cosa possono fare i genitori?

Il primo consiglio è quello di informarsi bene, per poter scegliere più consapevolmente se vaccinare o meno i propri bambini; per farsi un’idea su quali siano i reali benefici per la loro salute, sugli eventuali rischi che essi comportano nel breve e nel lungo termine, considerando la non obbligatorietà della pratica oppure decidendo di rimandare la somministrazione del vaccino più in là nel tempo.
D’altronde  – come si legge in un’intervista del Fattoquotidiano a Walter Ricciardi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica del policlinico Gemelli di Roma – “è possibile richiedere i vaccini singoli e modificare, con i medici preposti, il piano vaccinale”.

Della serie: “le cattive notizie non arrivano mai da sole”, il 17 ottobre 2012 scopriamo un’altra sconvolgente verità: quella dei 67 medici indagati dai NAS in 15 Regioni italiane per aver ricevuto dall’azienda farmaceutica Sandoz somme di denaro per oltre 500mila euro con l’obiettivo di incrementare le vendite di alcune tipologie di farmaci, tra cui anche omoni della crescita prescritti ai bambini.

Articoli correlati

Approfondimenti

Sezione Osteopatia e PediatriaIntossicazioni