«Oggi è fondamentale tener bene a mente la situazione della pediatria in Italia, nonché la sua storia, per avere consapevolezza del nostro presente». Con questa frase il neurochirurgo pediatrico, Lorenzo Genitori, direttore dell’UO di Neurochirurgia dell’AOU Meyer di Firenze, si è presentato dinanzi agli osteopati del corso sull’Approccio Osteopatico Pediatrico, organizzato dalla SIOP – Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica, in collaborazione con la PGO Institute – Post Graduate Osteopathic.

La città di Roma è diventata il punto d’incontro delle due diverse prospettive d’osservazione nella ricerca della salute, un vero e proprio percorso condiviso tra osteopatia e neurochirurgia che mira alla crescita personale e professionale attraverso l’acquisizione di nuove consapevolezze in ambito pediatrico. «Il bambino non è un piccolo adulto – ha sottolineato più volte il prof. Genitori – ma questa verità, benché acclarata, non è ancora largamente percepita. Basti pensare che le sperimentazioni cliniche per l’agenzia italiana del farmaco in pediatria sono vietate, ma quello che si fa è semplicemente abbassare il dosaggio rispetto a quello previsto per gli adulti. Questo di certo ha delle conseguenze importanti nella pratica quotidiana».

Facendo una panoramica dalla pediatria in Italia, è emerso che sono pochi i centri dove c’è una vera e propria presa in carico globale dal paziente pediatrico. Come sostiene Genitori, in tale contesto il progetto del Meyer è all’avanguardia grazie soprattutto all’abolizione dei reparti: «Con questa strategia il giovane paziente è messo al centro del processo di cura, obbligando noi specialisti a un dialogo costante».

Insomma, una multidisciplinarietà concreta (non solo conclamata sulla carta) che pone l’accento su quanto sia importante reimpostare i parametri della sanità al fine di sfruttare al meglio le enormi capacità acquisite negli ultimi anni: «Per raggiungere l’obiettivo fondamentale è la ricerca scientifica – ha aggiunto Genitori – ma anche in questo campo serve consapevolezza. Gli ospedali si stanno munendo sempre di più di comitati etici interni, con i quali dialogare in maniera costruttiva in modo da realizzare una ricerca di valore. È qui che l’osteopatia deve farsi avanti per dare il suo contributo».

L’idea di creare un percorso congiunto in osteopatia pediatrica nasce dall’esperienza e dalla pratica clinica e formativa di Tommaso Ferroni e Roberto Bonanzinga, così come dalla voglia di condividere le rispettive conoscenze e arrivare a punti di contatto seppur partendo da prospettive d’osservazione differenti. Tre gli anni di studio comune necessari per presentare un’offerta didattica unica nel suo genere in Italia.



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«Il binomio tra osteopatia e neurochirurgia risulta vincente affinché i meccanismi fisiologici di autoregolazione possano svolgere al meglio le loro funzioni» ha spiegato Tommaso Ferroni, osteopata dell’AOU Meyer e direttore della Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica, il quale ha aggiunto che «oggetti di studio e confronto durante i primi incontri sono stati l’osservazione e il sostegno dei nervi cranici deposti al riflesso di suzione, così come anche il buon funzionamento del sistema dei fluidi, passando attraverso le valutazioni neurologiche del neonato». «Importante è stato dare continuità alla parte teorica attraverso la dimostrazione pratica dell’approccio osteopatico sul neonato e la donna in gravidanza, attraverso cui è possibile avere percezione delle reali tempistiche» ha concluso.

Concetto rimarcato anche da Roberto Bonanzinga: «Il successo di questa collaborazione è dovuto principalmente all’entusiasmo degli studenti. Ciò possibile grazie a un approccio pratico e mai scontato, sia per quanto riguarda l’osteopatia in ambito pediatrico che per la donna in gravidanza, che hanno permesso momenti di discussione di assoluto valore».

In questo clima carico di positività si è svolta la lezione su “Le craniostenosi, trattamento chirurgico e approccio osteopatico” e “Le plagiocefalie posizionali, approccio manipolativo osteopatico”, un appuntamento che è servito anche a celebrale l’ormai decennale collaborazione tra l’osteopata Tommaso Ferroni e il dottor Lorenzo Genitori: «Durante questo bellissimo incontro abbiamo raccontato gli anni di esperienze condivise, fra trattamenti osteopatici e approcci chirurgici, affrontando un argomento molto specifico e di così alto interesse in ambito osteopatico. – ha spiegato Tommaso Ferroni – È emerso il vero valore del trattamento manipolativo sia prima degli interventi, come preparazione al sistema degli stessi, sia nel post-operatorio per la riduzione del dolore percepito».

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Ferroni continua dicendo che, a fianco di quest’obiettivo (sorto spontaneamente fin dai primi trattamenti svolti in ospedale) se ne sono aggiunti altri, confluiti in una ricerca scientifica: «Da rimarcare gli entusiasmanti risultati relativi alla riduzione dei tempi di degenza e del carico farmacologico nei bambini trattati osteopaticamente».

 

Un pensiero condiviso anche dal direttore della UO di Neurochirurgia dell’AOU Meyer di Firenze Lorenzo Genitori il quale ha voluto ricordare quanti frutti riesca ancora a dare un lavoro partito da così lontano: «In questi anni abbiamo raggiunto traguardi interessanti, sia da un punto di vista scientifico sia per quanto riguarda il migliorare l’assistenza ai nostri piccoli pazienti». Ma non è finita qui: «Sono in corso tre studi clinici approvati dal comitato etico che permetteranno di evidenziare l’effettiva efficacia del trattamento osteopatico nell’abbassare la percezione del dolore post-operatorio, ridurre il carico farmacologico e i tempi di degenza media, migliorare l’outcome dei bambini. Giusto sottolineare che sono stato molto impressionato dalla competenza dei partecipanti al corso. Ciò ha reso il dibattito stimolante anche a fini scientifici» ha concluso Genitori.