Si è concluso con successo l’incontro del 31 ottobre scorso all’EIOM di Padova dal titolo “Osteopatia in Italia: quale futuro?”; un evento organizzato col proposito di aprire al dibattito tra Osteopati, Medici, Odontoiatri e professionisti sanitari.

Ha aperto i lavori il saluto di benvenuto della Presidente del Registro degli Osteopati d’Italia Paola Sciomachen, il cui messaggio è stato letto in collegamento Skype da Mauro Longobardi, vicepresidente del R.O.I. che è poi rimasto in linea partecipando al dibattito che è seguito all’intervento dei relatori.
“… L’ambito di intervento dell’Osteopata è complementare e non alternativo a quello delle altre figure sanitarie – ha detto in apertura Paola Sciomachen – l’Osteopata non si sovrappone ad esse, non fa diagnosi medica o di patologia o di malattia, ma identifica la disfunzione somatica, non fa un intervento riabilitativo, ma va a trattare le alterazioni conseguenti alla disfunzione somatica….”.

Maurizio Zanardi Direttore Generale E.I.O.M. ci ha offerto un approfondimento dei criteri di accreditamento degli Istituti di formazione secondo le direttive Europee (FORE – CEN) illustrandoci il notevole aumento delle ore di formazione giudicato necessario per preparare un professionista Osteopata.

Con un breve excursus ho illustrato poi il cammino politico-istituzionale che la richiesta di riconoscimento della Professione Osteopatica ha effettuato dal gennaio 2013 ad oggi, al quale è seguito l’intervento del collega Marco Petracca.

“Osteopatia in Italia, diffusione, formazione e professione: uno studio descrittivo”. Il brillante studio conclusosi nel 2012 ha fotografato con precisione la nostra situazione, e con soddisfazione Marco Petracca ha reso nota la sua previsione, e cioè che nei prossimi anni in Italia ci saranno ben più di 6.000 Osteopati, vale a dire un numero di professionisti di tutto rispetto superiore finanche ad altri stati europei.

La collega Valentina Carlile ci ha portato la sua esperienza internazionale comunicandoci che le organizzazioni europee – European Federation of Osteopaths (EFO), Forum for Osteopathic Regulation in Europe (FORE), Osteopathic International Alliance (OIA), Comitato Europeo di Normalizzazione (CEN) – guardano con molta attenzione alle vicende politico-istituzionali legate al riconoscimento della professione osteopatica in Italia allo scopo di creare una unificazione della formazione nei vari paesi U.E. sulla base degli ultimi standard raggiunti (standard dell’O.M.S. compresi).

Ultimo relatore della serata, non certo per ordine d’importanza, Giovanni Faverin, segretario generale Cisl F.P. Nazionale e rappresentante delle professioni sanitarie in Parlamento, che ha definito “difficoltoso” il cammino del riconoscimento di qualunque nuova professione sanitaria, dandoci però anche speranza e facendo riferimento al bisogno di unità e corporativismo fra gli osteopati italiani e non solo.

Fondamentale è secondo Giovanni Faverin la comunicazione nei confronti di tutte le professioni sanitarie e del ruolo sanitario nel senso di spiegare con precisione le competenze (profilo professionale) dell’osteopata.
Tranquillizzare i professionisti che non può esservi sovrapposizione di competenze è l’obiettivo più importante oltre, ovviamente, al grande lavoro politico-istituzionale.
Molto lavoro c’è da fare in tal senso, all’invito non hanno risposto proprio le categorie di ruolo e professioni sanitarie! La serata di venerdì scorso speriamo sia solo la prima degli eventi che abbiamo in progetto di condividere con tutti voi anche se nell’ambito territoriale della Macro-regione Nord-Est.

Alla prossima.

Mauro Polverino
Consigliere ROI