Pubblicato il 7 settembre scorso sull’Italian Journal of Pediatrics lo studio di coorte retrospettivo osservazionale “Plagiocefalia posizionale: risultati del trattamento osteopatico di 424 neonati”. Condotto da Raffaella Panza, Valentina Rizzo, Federico Schettini, Maria Elisabetta Baldassarre, Antonio Di Lorenzo, Silvio Tafuri e Nicola Laforgia, il lavoro di ricerca si è svolto nella Sezione di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Dipartimento di Medicina Interdisciplinare dell’Università di Bari, in collaborazione con Filippo Piarulli, osteopata pediatrico specializzato.

Su 424 neonati osservati tra gennaio 2019 e dicembre 2022, 34 pazienti sono stati diagnosticati con brachicefalia posizionale e 390 con plagiocefalia posizionale, una deformità cranica appiattita asimmetrica la cui incidenza è aumentata significativamente negli ultimi decenni. Il campione è stato sottoposto a trattamento manipolativo osteopatico per correggere le prime sequenze deformative, con l’obiettivo di favorire il corretto sviluppo del bambino. Molto incoraggianti i risultati ottenuti dallo studio, nelle cui conclusioni si legge infatti che “sono stati osservati miglioramenti significativi nelle deformazioni craniche posizionali dei bambini dopo soli cinque trattamenti osteopatici eseguiti nei primi mesi di vita”. Il trattamento osteopatico potrebbe avere un impatto positivo sulla storia clinica dei pazienti con plagiocefalia posizionale e brachicefalia posizionale.

È bene ricordare che senza un intervento mirato, la maggior parte dei casi di plagiocefalia non si risolve spontaneamente. Pertanto la diagnosi, la prevenzione e il trattamento sono di primaria importanza per garantire un adeguato neurosviluppo. In questo contesto diventa centrale l’approccio multidisciplinare integrato tra neonatologi, osteopati e, nei casi più gravi, neurochirurghi deve essere tempestivo, preferibilmente intorno ai 3-4 mesi di vita del neonato, cioè prima dell’ossificazione della sincondrosi alla base del cranio.

Classificazione Argenta della plagiocefalia deformativa (A) e della brachicefalia (B)
fonte: https://ijponline.biomedcentral.com/



Cos’è la plagiocefalia posizionale

È una deformità cranica asimmetrica che comporta principalmente un appiattimento unilaterale dell’occipite. Può essere sinostotica (rara) o posizionale. La prima, più grave, è dovuta alla chiusura prematura delle suture craniche; la seconda è caratterizzata da alterazioni della forma cranica conseguenti a forze meccaniche prenatali o postnatali. La plagiocefalia occipitale posteriore è oggi prevalente e ha raggiunto un’incidenza del 19,7% a 4 mesi. I fattori di rischio per la plagiocefalia posizionale (PP) includono prematurità, travaglio prolungato, posizione di parto insolita, parto assistito, parto gemellare, primogenito, problemi al collo, età materna superiore a 35 anni e sesso maschile.

La brachicefalia posizionale occipitale è responsabile di circa il 15 per cento delle deformità craniche nel periodo neonatale. È classificata separatamente su una scala da 1 a 3 (Fig. 1 b), e colpisce prevalentemente neonati di grandi dimensioni o bambini la cui attività motoria è compromessa da altre cause (frattura della gamba o della clavicola, alterazioni neurologiche o anomalie dello sviluppo).

Plagiocefalia e Osteopatia

Nella plagiocefalia, la distorsione del cranio è spesso causata da una disfunzione membranosa che colpisce il sistema di membrana a tensione reciproca. Pertanto, è necessario trattare tutti i componenti del cranio (membrane, articolazioni e legamenti) e – si legge nello studio – “nella maggior parte dei bambini con plagiocefalia, si raccomanda di procedere con il trattamento del collo e della gabbia toracica prima di passare alla testa”.
L’obiettivo del trattamento osteopatico è quello di rimuovere qualsiasi impedimento a questi meccanismi e facilitare i processi omeostatici del corpo.

Un paziente con plagiocefalia posizionale prima (A) e dopo (B) il trattamento osteopatico
fonte: https://ijponline.biomedcentral.com/

Alcuni elementi chiave del trattamento osteopatico per la plagiocefalia posizionale o brachicefalia posizionale includono: normalizzazione della base cranica; ottimizzazione dell’allineamento vertebrale e normale mobilità testa/collo (senza ricorrere alla tecnica di spinta); normalizzazione delle membrane craniche, delle suture craniche e delle lesioni intraossee.

La formazione delle ossa del cranio inizia con minuscoli centri di ossificazione sparsi in una matrice di tessuto connettivo. Le suture tra le ossa del cranio sono plastiche e flessibili, in modo che le ossa possano sovrapporsi durante il processo di rimodellamento.

Lo studio ha dimostrato che “la stragrande maggioranza dei pazienti con plagiocefalia posizionale o brachicefalia posizionale guarisce dopo meno di 5 sedute di trattamento osteopatico […] Il successo di questo approccio, in accordo con il breve timing terapeutico e l’assoluta non invasività delle tecniche, rende l’osteopatia il gold standard nel trattamento della plagiocefalia o brachicefalia posizionale non sinostotica. I benefici ottenuti dall’osteopatia non sono solo correlati agli inestetismi estetici che la plagiocefalia o brachicefalia posizionale può causare, ma anche e soprattutto ai disturbi funzionali ad essa associati”.

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