articolo di Gian Luca Brero & Thierry Dentant, Osteopati D.O.

Cos’è un aggiustaossa? E’ una terminologia che provviene dalla tradizione popolare. Per comprendere è necessario riscoprire le origini, le evoluzioni e le applicazioni attuali di questa meravigliosa tecnica.

Origini

L’origine degli “aggiustaossa” risale all’epoca degli Egizi, dei Greci e dei Romani come testimoniano alcuni bassorilievi e documenti ritrovati. Dopo il medioevo, la medicina ha occultato molte di queste sorprendenti ed interessanti tecniche. Nel XIII secolo la maggior parte dei medici ponevano le diagnosi grazie alle urine e alle secrezioni polmonari. La maggior parte di loro non sapeva né leggere né scrivere. Si trattava della “medicina magica” opposta alla “medicina manuale” che non ritenevano degna. La terapia di questi medici consisteva, spesso, nel far ingerire vermi, mosche verdi, rospi, cera fusa…ed erano contrari ad ogni atto di tipo manuale.
Gli aggiustaossa e i barbieri (gli antichi chirurghi) ricucivano, medicavano, trattavano fratture e  distorsioni. La chirurgia era vietata in tutte le accademie universitarie.
Nel 1750 se un medico voleva laurearsi in medicina, doveva dichiarare davanti alla legge di non compiere atti chirurgici e nel 1792 è stata votata una legge che aboliva completamente la chirurgia.

Il 1935 è l’anno in cui sarà riaperta finalmente l’accademia chirurgica. Il famoso chirurgo e anatomista Bichat non è mai stato medico.

Semantica

Aggiustaossi, che rimette in ordine, che restaura la continuità di ciò che è stato interrotto o dislocato (articolazioni ed organi). In Inghilterra si chiamano i “bonsetters”, in francia i “rebouteux”, in spagna gli “algebristas”, in polonia i “feltchers” in america latina  gli “hueseros”, in canada i “renmancheurs”.

Ambroise Paré, nato nel 1509, fu un aggiustaossi e dopo aver scritto un trattato sulle “lussazioni”, inizierà la carriera di chirurgo militare nel 1536.

E’ nel XIX secolo che la medicina diventa credibile grazie agli studi dell’anatomia fatta dai chirurghi e grazie all’evoluzione della clinica. Le delicate tecniche manuali di riduzione delle distorsioni e  delle fratture, le manipolazioni viscerali, digestive, ginecologiche si sono dimenticate con l’introduzione dell’anestesia.
Nel 1912, H. Stapfer (manuale pratico di ginecologia) riprese i lavori di una famiglia d’aggiustaossi famosi, i Senepart, famiglia belga di Charleroi, specializzata nelle frizioni circolari dell’utero capaci di arrestare le emorraggie.
Gli aggiustaossi svedesi Thure Brandt inventarono le tecniche sul prolasso uterino e rettale e li introdussero nella medicina francese. A Nasbinal (Francia), Pierre Brioude (1832-1907), benché cantoniere, eserciterà il suo eccezionale talento d’aggiustaossi-veterinario tutta la vita. Era talmente dotato, che i pazienti venivano da lontano per farsi trattare fratture, lussazioni, distorsioni, nevralgie…molti medici lo denunziarono per esercizio illegale della medicina!!



A.T. Still, padre dell’osteopatia, si è ispirato dalle tecniche degli aggiustaossi per teorizzare la sua medicina.

Chi pratica adesso le tecniche degli aggiustaossa?

Attualmente molti terapeuti, probabilmente troppo cartesiani, non ritengono degne di considerazione queste pratiche, nonostante risalgano dalla notte dei tempi; molti di loro considerano questi “colleghi” dei ciarlatani. Eppure questi “empirici” terapeuti sono i padri degli attuali fisioterapisti, dei chirurghi e degli osteopati.
Descartes (filosofo francese, 1596-1650), che è stato l’ispiratore del cartesianismo, non ha mai sopportato né medici né farmacisti. Oggi, nondimeno, gli eredi di Descartes pensavano la stessa cosa riguardo alle medicine complementari.
Eppure queste formidabili tecniche neurotissutali riflesse danno risultati rapidi, efficaci, duraturi e complementari al trattamento osteopatico classico.
Molti osteopati e fisioterapisti integrano questi metodi nella loro pratica quotidiana.

Tecniche preparatorie

La tecnica “aunisienne” o “lissage” ancestrale è uno specifico massaggio profondo applicato molto lentamente su tutta la lunghezza del muscolo, della fascia e spesso oltre. Si utilizzano le estremità dei pollici o delle altre dita, iniziando dalla parte distale. Una crema speciale è consigliata “il balsamo dei Pirenei”, conosciuto per le virtù antinfiammatorie e per le qualità lubrificanti. Per ricercare il punto di tensione o “tender”, il terapeuta inizia con una pressione leggera, per aumentarla progressivamente sino a percepire una sensazione di nodulo e di resistenza. La pressione si esercita progressivamente per ridurre eventuali sensazioni dolorose e, se possibile, durante le fasi espiratorie del soggetto.
Come sempre i migliori risultati si ottengono seguendo e ascoltando le sensazioni che le nostre dita “allenate” ci forniscono riguardo la direzione e la profondità della lesione: ”sentire prima – ragionare poi”.

Esempio: risalendo i muscoli paraspinali è possibile che la lesione induca a trattare i romboidi, i sottospinosi o ancora gli intercostali. Non vi sono spiegazioni razionali o anatomiche, a parte il fatto probabilmente di seguire più facilmente il decorso di certe inclinazioni muscolari o aponevrotiche che la lesione indica. Sembra ancora che queste manovre seguano globalmente il percorso dei meridiani o dei setti intermuscolari, ad eccezione della parte anteriore del tronco.

Tutte queste manovre sono state integrate da numerose espressioni popolari molto rivelatrici, come ad esempio: “rimettere un nervo fuori posto”, scollare un osso”…che comunque sono proprie di alcune tecniche di questo tipo di osteopatia.

Tecniche specifiche d’Osteopatia ancestrale

È opportuno esercitare una pressione leggera al primo passaggio, per progressivamente aumentarla durante i passaggi successivi. Quando si arriva sul punto “tender” di tensione massima si ha una sensazione di bloccaggio o di “nodulo”, come una sorta di massa congestiva. Su questo punto si continuano ad eseguire movimenti lenti di scivolamento, ritornandoci diverse volte.
Durante i passaggi successivi, la pressione aumenta e la congestione diminuisce progressivamente. Dopo vari passaggi la zona congestiva non deve essere più dolorosa. Questa tecnica produce un’ischemia, seguita da un’iperemia dopo il passaggio delle dita. E’ completamente differente dal massaggio trasversale profondo (MTP) di Cyriax, che viene eseguito in senso trasversale all’orientamento delle fibre.

Le tecniche ancestrali si possono applicare all’arto superiore ed inferiore, al bacino, al rachide, al cranio e ai visceri. Non ci sono manipolazioni tipo thrust, ma mobilizzazioni dei tessuti molli, trattamenti sui punti riflessi, come i trigger points, tecniche miofasciali e legamentose.

Si possono utilizzare indifferentemente i pollici, le dita sovrapposte, la testa dei metacarpi, i pugni, i gomiti. Alcune manovre di siderazione uncinano i tendini.

I termini tecnici utilizzati da questi osteopati “ancestrali” sono singolari, stravaganti e spesso ne rappresentano l’azione.
Ad esempio:

  • snodamento dei romboidi
  • sollevamento dello stomaco o di un altro viscere
  • scioglimento di un nervo o di un legamento.

Per avere un linguaggio più conforme alla cultura medica è meglio dire che:

  • le tecniche di scioglimento di un legamento corrispondono alla reinformazione propriocettiva del legamento, quelle di un nervo corrispondono alle manipolazioni dei nervi periferici
  • lo snodamento muscolare corrisponde al massaggio profondo
  • l’uncinaggio tendineo corrisponde alla riprogrammazione del tessuto connettivo
  • il sollevamento di un organo potrebbe spiegare la liberazione del mesentere, della fascia di Told.

Definizioni

Cerchiamo di definire le tecniche utilizzate da questi osteopati.

  • Si può dire che il massaggio è il più efficace trattamento delle mialgie, più efficace dell’ipertermia.
  • Un massaggio tipo frizione profonda è più efficace del massaggio leggero o del massaggio tipo impastamento.
  • Alcuni autori affermano il contrario, ossia che il massaggio tipo impastamento è più efficace del massaggio profondo, favorendo l’assorbimento delle tossine.
  • Secondo la nostra esperienza si raccomanda di iniziare il trattamento con un massaggio leggero, esercitando una pressione che sfiori appena il piano muscolare sottocutaneo, per aumentarla progressivamente.
  • Lo scopo del massaggio tipo frizioni è di aumentare la mobilità del tessuto superficiale rispetto ai tessuti sotto giacenti.
  • Queste tecniche assomigliano al “Rolfing”, impiegato per ridurre le rigidità sottocutanee della paniculosi.

Conclusioni

Le tecniche “aunisienne” possono sembrare semplici, in realtà richiedono una buona sensibilità della mano ed un’approfondita conoscenza della chinesiologia e dell’anatomia muscolare. Non hanno nulla in comune con il massaggio tradizionale tipo impastamento, poichè si indirizzano agli strati profondi del muscolo, alla sua continuità ed ai tragitti dei meridiani tendineo-muscolari. Restiamo pragmatici, un ragionamento troppo cartesiano frena notevolmente l’evoluzione del nostro mestiere. Lasciamoci guidare dalle sensazioni: si hanno più capacità di quello che si creda.

I successi di un trattamento derivano da un accumulo successivo di sapere raccolto giorno dopo giorno. Queste tecniche manuali arricchiscono notevolmente la pratica quotidiana di fisioterapisti, ma anche di altri terapisti manuali, come osteopati, chiropratici…Resteremo sorpresi dalla rapidità e dall’efficacia dei trattamenti ancestrali, in particolare in molte patologie complesse della spalla, nelle cervicalgie acute, nelle sciatalgie, nei dolori all’anca e nelle algie vertebrali. Tali tecniche ebbero un notevole successo nell’antichità, ma con il nascere della farmacologia moderna e della radiologia si è assistito ad un progressivo decadimento. I medici moderni purtroppo hanno perso le capacità di diagnosi manuale proprie ai loro padri; le tecniche ancestrali  ritornano con forza in risposta a questa degradazione. Tenuto conto del loro successo e del numero di corsi attuali presenti in molte parti dell’Europa, l’insegnamento deve essere fatto da professionisti dotati di grande esperienza clinica manuale quotidiana.