L’osteopatia fa bene. Lo dimostra il numero crescente di pazienti che vi ricorrono per svariate condizioni e/o patologie; lo conferma la ricerca scientifica sempre più prolifica in questo ambito, nonché la presenza sempre più comune della figura dell’osteopata in ospedale o, come nel caso che stiamo per raccontarvi, in strutture dedicate al supporto di pazienti affetti da disturbi cognitivi, Alzheimer e non, in condizioni medio-gravi. È quello che succede a Roma da ormai 4 anni, da quando l’osteopatia ha fatto il suo ingresso a “Casa Wanda”, il centro diurno all’interno di Villa Glori nato grazie alla Caritas e all’impegno del dott. Grammatico, responsabile Caritas Villa Glori.

Ad occuparsi dell’innovativo servizio osteopatico sin dall’apertura della Casa di Sollievo romana è l’osteopata Sieva Durante, che presta il proprio servizio osteopatico da 1 a 2 volte a settimana aiutando i pazienti del centro diurno ma anche i loro parenti e caregiver che, se vogliono, possono partecipare alle attività promosse dai gruppi di stimolazione cognitiva e motoria di cui fa parte anche l’osteopata, per poter comprendere meglio alcuni meccanismi propri della malattia ed imparare nuove strategie per la gestione domiciliare.

Nato con l’intento di individuare approcci sempre più efficaci alla gestione di persone affette da queste difficili patologie e offrire un valido supporto alle famiglie coinvolte, il progetto “Casa Wanda” ha sin dal principio manifestato un obiettivo preciso: prendersi cura di questi pazienti cercando di rispondere nel modo più adeguato possibile alle loro necessità, soprattutto in questo caso specifico di malattie cognitive caratterizzate da gravi difficoltà comunicative che impediscono ai pazienti di poter spiegare verbalmente i propri disagi e dolori fisici. L’introduzione della figura dell’osteopata al suo interno risponde anche a questo bisogno, quello di potersi relazionare ai malati di Alzheimer e non, con un approccio prettamente manuale in grado di rilevare e trattare le disfunzioni  – a seguito della valutazione e “diagnosi differenziale osteopatica” –  contribuendo al miglioramento della qualità di vita.



“I benefici sui pazienti si misurano quotidianamente soprattutto sulla base dei feedback dei loro parenti – spiega il dott. Grammaticoche riferiscono di miglioramenti sul piano dell’umore, della maggiore tranquillità a seguito dei trattamenti manipolativi osteopatici”.

Si pensi a disfunzioni quali un’occlusione intestinale o a disfunzioni muscolo-scheletriche dovute alla cattiva postura o a una caduta che peggiorano il disagio nelle fasi avanzate di malattia, ma che questi pazienti non possono spiegare verbalmente. L’alterazione della percezione del dolore può causare un peggioramento del quadro clinico, della deambulazione o dello svolgimento delle attività quotidiane, cui segue una chiusura ulteriore che viene spesso imputata al peggioramento della malattia. Il lavoro dell’osteopatia, così come anche quello della musicoterapia o dell’arteterapia, è importante perché agisce sul piano non verbale “così – spiega l’osteopata Sieva Duranteattraverso un contatto consapevole si riescono a superare le barriere dell’isolamento e ad aprire un canale di comunicazione psicocorporea finalizzato a valorizzare la vita del paziente in tutta la sua dignità”.

L’osteopata Durante è impegnata da anni anche in un Centro di Cure Palliative di Roma (Hospice) a sostegno di pazienti oncologici e non. A questo link è possibile leggere la nostra intervista.