Osteopatia Ricerca osteopatica
L’Istituto IEMO partecipa a tre Congressi Medici internazionali ed uno nazionale con una Ricerca osteopatica in campo Oftalmologico

L’osteopatia aiuta a diminuire la pressione intraoculare in pazienti affetti da Glaucoma
Lo studio randomizzato osteopatico in campo Oftalmologico ha incluso 40 pazienti affetti da Glaucoma ad angolo aperto con follow-up minimo di 3 anni, nei quali la malattia è risultata compensata e stabilizzata dalla terapia farmacologica.
I criteri di inclusione ed esclusione adottati sono stati comuni per tutti i 40 pazienti (vedi allegato).
La popolazione è stata suddivisa in due gruppi: il primo di 20 pazienti da sottoporre a trattamento osteopatico; il secondo in qualità di gruppo di controllo. Quindi si è proceduto a follow-up corrispondente per frequenza alle Terapie Manuali Osteopatiche, attraverso le sola rilevazione del tono oculare (una singola misurazione ad ogni seduta) ed del campo visivo. In nessuno di questi pazienti è stato necessario modificare lo schema terapeutico farmacologico durante lo studio.
Gli obiettivi a breve, medio e lungo termine sono stati quindi focalizzati sulle rilevazioni del tono oculare. La pressione oculare, infatti, è il principale fattore di rischio del Glaucoma ed è l’unico reale riferimento che consenta di agire, in modo diretto, misurabile ed immediato. Pertanto, nel breve termine, è stato rilevato l’effetto immediato del nostro OMth sul tono oculare. Nel medio termine è stato rilevato il mantenimento della stessa variazione del tono, essendo stata questa verificata durante ogni successiva seduta fino al quarto ed ultimo trattamento. Infine, nel lungo termine si è proceduto con la misurazione del tono oculare in assenza di ogni altra terapia manuale, ovvero a distanza rispettivamente di 5 ed 8 mesi dall’ultimo OMTh.
Ogni trattamento manuale osteopatico ha avuto durata media di circa un’ora ed è stato eseguito in posizione supina e/o prona. Tutti i pazienti del gruppo trattati sono stati sottoposti senza esclusione agli stessi test osteopatici. Ogni trattamento effettuato, invece, non è stato rigidamente riferito a un protocollo di tecniche precedentemente identificato, bensì ispirato alle evidenze cliniche riscontrate nei test osteopatici alla luce delle competenze acquisite durante i 5 anni di studi presso l’Istituto autorizzato IEMO in Genova.
L’OMth è stato programmato, cioè, analizzando per ciascun soggetto le risposte prodotte ai test d’entrata e confrontate con i riscontri dei test d’uscita. L’approccio dell OMth è stato individuale e progressivo alla luce delle disfunzioni somatiche riscontrate nei pazienti ad ogni trattamento e con un numero di sedute equivalente per ogni soggetto.
I valori della pressione intraoculare (PIO) sono stati comparati mettendo a confronto il gruppo trattato (GT) col gruppo di controllo (GC) durante tutto il ciclo di trattamenti.
I risultati hanno dimostrato un abbassamento della pressione oculare non del tutto significativo nell’occhio destro (OD): (p<0,0561), rivelandosi invece statisticamente significativo il cambiamento alla misurazione dell’occhio sinistro (OS): (p<0,0073).
La riduzione della PIO nel GT rispetto al GC è stata conservata in entrambe gli occhi, in assenza di ulteriori trattamenti, dopo 10 e 13 mesi dall’OMTh iniziale, ovvero dopo 5 ed 8 mesi dal trattamento finale. (p< 0,000434).
La riduzione del tono oculare già rilevabile al primo trattamento è stata pertanto persistente e statisticamente significativa in virtù di ogni manipolazione effettuata. Dato di maggior rilevanza è stato rappresentato quindi dall’evidenza che il Trattamento Manuale Osteopatico praticato abbia influenzato significativamente la PIO nei pazienti trattati, tutti affetti da Glaucoma ad angolo aperto.
“I nostri futuri studi – spiega il dott. Ciullo, uno degli autori della ricerca – si propongono di ampliare la popolazione e di aumentare la durata temporale del trattamento. Ci si prefigge, in tal modo, di disporre di un numero maggiore di trattamenti osteopatici nel più ampio lasso temporale allo scopo di chiarire con ulteriore certezza l’efficacia temporale dell’effetto ipotensivo dell’OMth in tempi ancora più lunghi di quelli adottati con la presente ricerca. Disponendo di ampia casistica per gentile disponibilità dell’Associazione Nazionale dei Pazienti per il Glaucoma (ANPIG), ci proponiamo anche di verificare l’effetto dell’OMth sull’andamento della neurodegenerazione glaucomatosa mediante i riscontri strumentali dei test funzionali (campo visivo). Ulteriori e fondamentali misurazioni potranno essere da noi effettuate sull’utilità dell’OMth ai fini della vascolarizzazione della retina e del nervo ottico attraverso le evidenze morfologiche (OCT)”.