La figura dell’osteopata nei processi di cura: condividere idee per creare un modello comune
Si sente spesso parlare di unione della comunità di pratica osteopatica italiana. Da dove partire? Sappiamo tutti che incontri della comunità, quali ad esempio i [p2p type=”cat_id” value=”180″>Congressi, favoriscono questo processo partendo da discussioni costruttive tra tutti i partecipanti. In questo momento storico, caratterizzato da un gran fermento per la recente individuazione dell’osteopata come nuova figura sanitaria in Italia, è necessaria una riflessione sul ruolo distintivo della figura professionale dell’osteopata all’interno dei processi di cura.
Proprio in questi giorni il ROI ha presentato le “core competence” della professione osteopatica, ossia le competenze caratterizzanti la professione di osteopata in Italia. È un passo importante dopo l’approvazione, lo scorso 22 dicembre, del Ddl Lorenzin che identifica la professione sanitaria di osteopatia. A tal proposito è stato quindi progettato, presentato e condiviso un documento che individua le funzioni e le attività che caratterizzano la professione di osteopata. Perché sì, l‘osteopatia è una terapia manuale con carattere distintivo e non può essere classificata come un insieme di test e tecniche che possono essere insegnate anche ad altri professionisti.
“I congressi sono un’occasione importante per far crescere la comunità di pratica osteopatica”, spiega l’osteopata Christian Lunghi, che ha voluto riportare la recente esperienza fatta al Congresso annuale internazionale organizzato dalla Osteopathie Schule Deutschland.
«Erano presenti molti pionieri dell’Osteopatia – racconta Lunghi, che ad aprile terrà a Roma il primo corso sul Ragionamento Clinico Osteopatico – ed è stato interessante sentire la loro esperienza nell’apprendimento e nella contestualizzazione oggi degli insegnamenti di Still tramandati loro dai figli, dai nipoti, dagli allievi diretti del vecchio dottore. È stato interessante ascoltare la descrizione del concetto di osteopatia tradizionale e delle sue applicazioni oggi, dalla voce di osteopati come Edward G. Stiles o Jason Haxton e tanti altri. I congressi sono sempre una fonte di riflessione su temi centrali nella pratica osteopatica, oltre che una possibilità di incontro con i colleghi più esperti da cui apprendere, con cui condividere esperienze, e crescere, come ha ribadito nella presentazione Cristian Ciranna-Raab. A Berlino la scena ha visto i molti maestri che hanno fatto crescere l’osteopatia dalla seconda metà del ‘900 ad oggi, affiancati da giovani osteopati appassionati per discutere assieme di ‘Filosofia e modelli osteopatici: dalla teoria alla pratica».
Congressi di Osteopatia in Italia 2018
Il 2018 ha in programma diversi congressi, imperdibili occasioni per i protagonisti del mondo osteopatico.
- Il primo appuntamento in programma è a Cava dei Tirreni il 2 e 3 marzo, con il quarto incontro annuale della Fondazione C.O.ME. Collaboration QUANTUM ITALIA 2018 su Disabilità e Autismo. L’evento ha l’obiettivo di iniziare un dialogo interprofessionale tra esperti per sviluppare le linee guida ed i supporti di base per inquadrare al meglio l’approccio multidisciplinare di questo grande argomento.
- A Pescara, dall’11 al 13 maggio si terrà il 5° Congresso Internazionale di Medicina Osteopatica: “La Disfunzione Somatica: stato dell’arte” organizzato dalla pescarese Accademia Italiana Osteopatia Tradizionale (AIOT).
- A giugno ci sarà l’appuntamento annuale con il Congresso Nazionale ROI, alla sua 4^ edizione; a breve sarà disponibile il programma, ma sappiamo per certo che sarà una delle occasioni per riflettere assieme su come mantenere alto il nome della nostra splendida professione.
Libertà è partecipazione. Buona osteopatia a tutti.
Buenisima la Revista!!!
Buenisima la Revista!!!