Pubblicato su Toscana Medica lo studio osservazionale finalizzato a valutare l’efficacia del Trattamento Manipolativo Osteopatico (TMO) nei pazienti pediatrici seguiti nell’UO di Neurochirurgia ad indirizzo pediatrico dell’AOU Meyer di Firenze.

Condotto dal team osteopati SIOP in collaborazione con il reparto di Neurochirurgia tra il 2014 e 2018, lo studio – che ha coinvolto 276 bambini da 3 mesi a 18 anni – ha permesso in primo luogo di determinare delle variazioni negli indicatori misurati e di valutare la Terapia Manipolativa Osteopatica, risultata clinicamente utile nel migliorare tempi di degenza e carico farmacologico al bisogno, nella riduzione del dolore e statisticamente significativa nel favorire il rientro scolastico della popolazione pediatrica. In secondo luogo, ha dimostrato l’utilità dell’osteopatia sia nella riduzione del dolore che nel sostegno della care pediatrica post-chirurgica.

Del progetto di studio, che di fatto apre scenari importanti nell’ottica della possibile presenza degli osteopati nelle strutture sanitarie pubbliche italiane, ci ha parlato Tommaso Ferroni, co-autore di questo lavoro, osteopata presso l’AOU Meyer dal 2008 ad oggi, direttore dal 2011 dell’Ambulatorio di Osteopatia Pediatrica al Meyer e, dal 2015, direttore della Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica.

Come nasce l’idea di uno studio osservazionale sull’efficacia del Trattamento Manipolativo Osteopatico in pazienti pediatrici ricoverati presso l’UO di Neurochirurgia dell’AOU Meyer di Firenze?



Nella primavera del 2008 decisi di andare a conoscere il dottor Genitori, allora Direttore del Dipartimento Neurosensoriale dell’AOU Meyer di Firenze. Il mio intento era proporre l’utilizzo dell’osteopatia tra le cure dell’UO di Neurochirurgia. Ne seguì un primo periodo conoscitivo a cavallo tra il 2008 e il 2009, in cui cominciai a frequentare l’ospedale e la sala operatoria della Neurochirurgia, per costruire il razionale del Trattamento Manipolativo Osteopatico adeguato a quell’ambito.
Di lì a poco, in accordo con il professor Genitori, decidemmo di valutare l’effetto del trattamento sul dolore percepito dai bambini operati. Successivamente inserimmo altri obiettivi alla nostra idea di studio: la riduzione dei tempi di degenza, la riduzione del carico farmacologico al bisogno e il ritorno alle normali attività quotidiane.
Iniziò quindi una raccolta dati in collaborazione con un team di infermieri, formato e preposto alla raccolta del dato “dolore percepito” che quotidianamente, ancora oggi, valuta i bambini in diversi momenti della giornata. La documentazione veniva poi analizzata da una banca dati centralizzata in ospedale.
Presentammo i primi 80 bambini trattati ad un Congresso internazionale nell’aprile 2011. I dati incoraggianti sulla riduzione del dolore ci permisero di proseguire la nostra ricerca, di chiedere l’attivazione di un codice regionale per l’apertura di un ambulatorio di osteopatia all’interno dell’ospedale e ci dettero la visibilità per portare avanti lo studio.

Come è proceduto lo studio?

Iniziammo a parlare dalla ricerca in vari eventi e congressi e incontrammo un gruppo di giocatori di rugby della Nazionale Italiana che, incuriositi dal progetto, si fecero portavoce con il loro sponsor Cariparma, il quale ci propose di finanziare lo studio osservazionale. In questo modo abbiamo potuto raccogliere dati di centinaia di bambini, mettendoli a confronto con i pazienti non trattati, gruppo di controllo. Nel tempo altri osteopati mi hanno affiancato e hanno reso possibile una maggior raccolta dati e una cura del database e della compilazione del progetto adeguata. Florinda, Barbara e Marco, coautori di questo studio, furono i primi.

Quali sono gli obiettivi futuri?

C’è da premettere che, dal 2015 è nata la Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica, grazie alla quale è aumentata la nostra visibilità e la possibilità di farsi conoscere dai medici, in modo da sviluppare nuovi progetti di ricerca. Stiamo quindi lavorando all’ampliamento della ricerca in ambito osteopatico, grazie alla formazione di osteopati pediatrici ogni anno e alla collaborazione con medici di vari settori.

Lo studio completo su Toscana Medica a questo link.