Come facciamo a capire se c’è una scoliosi? Anche i genitori, con dei semplici test possono iniziare un primo approccio attraverso semplici osservazioni sui propri figli. “Innanzitutto – ha spiegato l’osteopata Stefano Pompili nel corso della trasmissione di Rai3 Cose dell’altro Geo – è possibile monitorare i propri figli iniziando dal verificare l’altezza delle spalle e delle anche osservando che siano allineate, poi il triangolo che si forma tra il tronco e l’interno delle braccia, verificando se uno è più ampio dell’altro ed infine il test più probante, ossia quello di far unire le mani flettendo il busto in avanti sin giù, che consente di appurare se a livello della colonna si forma un ‘gibbo’, una protuberanza che indica un atteggiamento scoliotico”. A spiegare questa patologia il dott. Ignazio Tornatore, ortopedico responsabile di Chirurgia Vertebrale del Policlinico Casilino di Roma, il quale ha innanzitutto sdoganato il “mito” dello zaino pesante come causa di scoliosi che, a suo dire, al più può causare alterazioni della postura, dolore dorsale, lombare, cervicale, ma non di certo scoliosi. “La scoliosi – ha infatti spiegato il dott. Tornatore – è una sindrome che ha una trasmissione ereditaria autosomica dominante di cui ancora non si è trovata l’alterazione cromosomica, se non in alcune forme, come quella di Recklinghausen che è un’alterazione del braccio corto del cromosoma 14”.

E se l’atteggiamento scoliotico non è altro che “un’alterazione posturale – spiega l’ortopedico Tornatore – cioè manifestazioni che sotto carico simulano una scoliosi che in realtà scompare quando si è fuori carico (in posizione coricata), la scoliosi è ben diversa, e ne esistono diverse forme”. Da quelle congenite a quelle idiopatiche da causa non nota, che si determinano principalmente intorno ai 10, 11 anni, nell’età della crescita.

Benché anche l’osteopata in studio concordi sull’escludere la pesantezza dello zaino in spalla come causa di scoliosi nei ragazzi, sottolinea come poter ovviare ai dolori alla colonna ed alle radialgie che questi zainetti possono provocare, attraverso piccoli accorgimenti che riguardano anche la disposizione dei libri al loro interno. “Non vanno impilati – chiarisce Stefano Pompili – uno sopra l’altro, bensì i libri più pesanti devono essere più aderenti alla colonna, e via via verso l’esterno quelli più leggeri”. E’ bene, inoltre, che lo zainetto sia il più possibile aderente alla schiena.