Cari colleghi sono dispiaciuto e perdonatemi se non siamo riusciti a farvi capire il valore di questo convegno internazionale di osteopatia dal titolo “Vagus and bonding in paediatrics and neonatology, un evento di portata internazionale non solo per la presenza di colleghi americani, brasiliani, canadesi, finlandesi, spagnoli, francesi ecc, ma soprattutto per il valore dei relatori e delle relazioni presentate, alcune delle quali talmente interessanti da allargare la nostra visione osteopatica e cambiare l’approccio al paziente.

I padroni di casa Andrea Manzotti per l’Istituto SOMA e Francesco Cerritelli per la COME Collaboration hanno presentato questa 7^ edizione del Convegno sotto il segno dell’innovazione, della multidisciplinarietà e dell’originalità, in una cornice di eccezione, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli a Milano, che si occupa di ricerca in ambito culturale e sociale e che si è rivelata immediatamente assonante con i nostri punti di vista sulla salute.

Ad aprire il Convegno la relazione di Vittorio Lingiardi, ordinario di psicologia dinamica a la Sapienza di Roma che ha ricordato a tutti i princìpi base della teoria dell’attaccamento e della sua evoluzione da John Bowlby fino alle dottoresse Ainsworth e Mary Main, e di quanto sia indispensabile conoscerla per capire le dinamiche di relazione dei bambini e del bambino dentro di noi.

Seconda relazione è stata quella di Ernesto Burgio, un gigante, ricercatore nell’ambito degli effetti che le trasformazioni ambientali hanno sul DNA e, più in generale, sulla salute umana. Sono passati diversi anni dalla prima volta in cui ho avuto modo di ascoltarlo e ritengo che il suo sapere non solo debba essere insegnato “obbligatoriamente” in tutte le scuole di medicina, ma che almeno noi osteopati dovremmo farne tesoro perché non si può svolgere la nostra professione prescindendo dai princìpi dell’epigenetica e di come lui la declina. Oggetto della sua relazione dal titolo: “Gli elementi chiave durante le fasi del neurosviluppo” è la spiegazione di come dal genoma siamo arrivati al connettoma e di come si è scoperto che la filogenesi ricapitola trilioni di ontogenesi; che l’evoluzione non è stata causale ma ha fatto veri e propri sbalzi evolutivi tra i quali il linguaggio.
Burgio ha spostato l’attenzione da un DNA centrico (98% non codificato) a qualcosa di decisamente più dinamico regolato dal software epigenetico e tanto altro.
Delle tantissime cose di cui ha parlato, almeno una mi piacerebbe che tutti quanti voi sapeste, ed è quanto l’acido folico possa diventare intossicante in gravidanza, soprattutto negli stadi avanzati, tanto da poter causare cambiamenti indesiderati nella metilazione del DNA e raddoppiare il rischio di autismo nei bambini.
Fonte: https://mthfrsupport.com.au/2016/07/risks-of-folic-acid-and-excessive-folate-intake-in-pregnancy/

A questo link è possibile leggere un estratto importante su questo tema presentato al Convegno.

All’intervento del dott. Burgio è seguito quello della sua collega Daniela Lucangeli, brillante docente all’Università di Padova, che ha esordito spiegando quanto la differenza tra desiderare un bambino e “bramarlo” o “averne bisogno”, possa impattare sulla sua salute.
Nella sua interessantissima relazione sull’evoluzione della relazione madre-bambino durante il periodo pre-scolare e scolare, Lucangeli ha parlato dello sviluppo dei sensi a partire dal tocco e di come la carezza della mamma sulla pancia sia perfettamente percepita dal bimbo che la riconosce sin dal terzo mese di gravidanza. Ha evidenziato la differenza nelle emozioni tra “allerta” e il suo opposto “prendi, cerca ancora” e l’importanza di capirlo in relazione alle sempre più frequenti forme di autolesionismo e al dolore che i ragazzi soffrono, e che non sono in grado di gestire.

Ha chiuso la prima mattina congressuale il dott. Vassilios Favos un altro grande ricercatore italiano dell’Università di Cagliari, conosciuto in tutto il mondo per le sue ricerche sulla Metabolomica, una disciplina grazie alle cui analisi si può accertare la presenza di squilibri biochimici causati dalla carenza di nutrienti alla base delle funzioni del nostro corpo, ritenuta ormai il “codice a barre” per la lettura dell’organismo. I metaboliti sono lo scarto dei processi metabolici e presi tutti insieme danno un quadro inequivocabile dello stato di salute o malattia. Ha parlato delle sue ricerche in ambito neonatale sui metaboliti presenti nelle placente e di come questa ovviamente venga influenzata dal microbiota della mamma sia prima che durante la gravidanza, oltre all’influenza del tipo di parto e di allattamento sul destino di quel bambino.



Nel pomeriggio l’ospite internazionale il dott. Georgios P. Chrousos professore emerito di pediatria ad Atene ha parlato del sistema dello stress nei bambini.

È seguito Dario Boschiero con un intervento sulle misurazioni possibili del vago soprattutto attraverso la variabilità della frequenza cardiaca, cedendo il posto a Martin Frasch dell’Università di Washington che ha chiuso la prima giornata congressuale con una relazione sul ruolo del vago in neonatologia.

Dopo i saluti della presidente del ROI Paola Sciomachen e di Gina Berlafante, direttrice AISO, ad inaugurare la seconda giornata del QUANTUM Global è stato il microbiologo Davide Mileto, intervenuto al posto della dott.ssa Gismondo sul tema dei virus spiegando, dal suo punto di vista, la loro diffusione e presenza tutto l’anno anche se in forme e quantità diverse, e dell’impatto del covid in neonatologia e pediatria.

Secondo relatore il dott. Gianluca Lista, direttore della Neonatologia e TIN all’Ospedale Buzzi di Milano, nonché grande amico dell’osteopatia che, partendo dal vago, ha spiegato come questo impatti sulla respirazione nei prematuri.

Sempre dall’Ospedale dei Bambini Buzzi la dott.ssa Gloria Pelizzo che, da chirurga, ha spiegato la relazione del suo lavoro con il sistema nervoso autonomo.

La mattinata è proseguita con l’intervento della dott.ssa Maria Rescigno sulla metabolomica in relazione al vago, ricordando la dinamicità del microbioma che si modifica nell’arco della vita.

È toccato a Cristina Panisi, un’altra dottoressa a noi osteopati molto cara, chiudere la mattinata sul tema dell’Evoluzione costruttiva e bonding neonatale, con un focus particolare sull’autismo e sull’importanza dell’epigenetica, del corpo e in particolare del microbiota intestinale per un cambio di paradigma. Valga per tutti la sua pubblicazione sul Journal of personalized medicine per capire l’importanza del suo lavoro: Autism Spectrum Disorder from the Womb to Adulthood: Suggestions for a Paradigm”.

Prima di pranzo con soli 5 minuti a testa, Francesco Cerritelli ha dato spazio a 4 interessanti presentazioni orali di ricercatori europei.

La simpaticissima dott.ssa Grazia Spitoni dell’Università La Sapienza di Roma ha introdotto la sezione pomeridiana del Congresso presentando le sue ricerche sul tocco e su come il modello di attaccamento disorganizzato influisca sulla percezione del tocco affettivo.

Dell’alleanza terapeutica in pediatria ha parlato un grande osteopata direttore all’università di Malta ma grande protagonista delle ricerche sul tocco nella COME Collaboration Jeorge Esteves a cui è seguito l’intervento della dott.ssa Patrizia Calzi, primario dell’ospedale Pio XI di Desio e Carate Brianza, che ha raccontato con orgoglio i 15 anni di osteopatia nel suo reparto.

L’ultimo spazio è stato concesso con 5 minuti a testa a una bellissima nidiata di ragazzi di Esteves che hanno potuto illustrare i loro lavori di grande valore.

Il Congresso si è concluso con il conferimento di due premi, il Quantum Breakthrough Prize assegnato a Lorenzo Arcuri per le sue ricerche sul progetto OPERA e il Quantum Excellence Prize assegnato a Zoe McParlin – collega di Singapore assente al Convegno – per i 3 bellissimi lavori condotti con Cerritelli, Esteves e altri colleghi della COME sul “tocco terapeutico come inferenza attiva” (qui i lavori sul tocco).

Un ringraziamento speciale e sentito posto in coda a questo articolo ma non certamente per ordine di importanza, va all’ottima organizzazione di questo Congresso, grazie anche alla grandissima disponibilità del pilastro della COME, Carlotta, ai sorrisi di Sonia e all’enorme lavoro fatto in fase di progettazione e realizzazione da Andrea Manzotti e Francesco Cerritelli che incredibilmente per la prima volta in tanti anni non risultano tra i relatori di un convegno di osteopatia 😁. Grazie.