Frutta e verdura per prevenire l’influenza e rafforzare il sistema immunitario, NO alla pandemia da vaccino
È partita anche quest’anno, come da copione, la campagna di vaccinazione antinfluenzale, uno spauracchio – che stavolta si chiama “Victoria” – a cui siamo abituati da tanto tempo e che, se da una parte apre molti dubbi e discussioni sulla sua reale efficacia e necessità, dall’altra sembra essere sempre più una panacea per le casse della Sanità.
E’ notizia di pochi giorni fa quella dell’aumento dei compensi per i medici che vaccinano di più: i «recordman» dei vaccini – li definisce Elena Gaiardoni in un recente articolo apparso su il Giornale.it di Milano – che secondo la recente proposta della Fimmg milanese, riceveranno premi in denaro al raggiungimento di una percentuale di vaccinati partendo da 6 euro a vaccino e salendo a 8 euro al raggiungimento del 65 per cento di vaccinati e 10 euro se si sale al 75 per cento.
L’industria del vaccino utilizzando lo strumento di comunicazione più efficace e autorevole per la maggior parte della popolazione – il telegiornale – fa del vero e proprio terrorismo, ma la scelta della vaccinazione antinfluenzale non è obbligata, è bensì una libera scelta che va affrontata con la giusta informazione e soprattutto con la consapevolezza che la vera soluzione è in un sistema immunitario sano.
Per potenziare il nostro sistema immunitario basta migliorare la salute generale, a partire dall’alimentazione.
Frutta e verdura sono il vero toccasana, un “mezzo” semplice che aiuta il corpo a sviluppare un’immunità “naturale”. In più bisogna ricordarsi che inspirando ed espirando sempre dal naso si riduce considerevolmente la possibilità di contagio.
Studi scientifici indipendenti mettono in dubbio l’efficacia dei vaccini antinfluenzali
C’è un’autorevole ricerca coordinata da Tom Jefferson e pubblicata nell’ottobre 2006 su BMJ (http://www.bmj.com/content/333/7574/912) dal titolo: “La vaccinazione antinfluenzale: la politica vs le prove”, che si apre con un interrogativo cruciale: “Ogni anno si fa un enorme sforzo per la produzione di vaccini antinfluenzali per quell’anno specifico da sottoporre a specifiche fasce della popolazione. E’uno sforzo giustificato?”.
Alcuni studi pubblicati negli ultimi anni segnalano inadeguatezza metodologica delle evidenze scientifiche sull’efficacia della vaccinazione sia negli anziani che nei bambini. E’ il caso dello studio di Simonsen L, Taylor R, Viboud C. Benefici sulla mortalità del vaccino antinfluenzale negli anziani: una controversia in corso pubblicato su Lancet Infection disease nel 2007: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17897608 che rileva l’insufficienza di prove scientifiche riguardo i benefici del vaccino antinfluenzale nella riduzione di mortalità fra gli anziani.
In discussione sono anche i suoi effetti sui bambini. E’ per esempio il caso dello studio scientifico pubblicato su Archives of pediatrics & adolescent medicine nel 2008 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18838647 che da un’analisi eseguita su in 2 stagioni successive, non ha dimostrato l’efficacia del vaccino antinfluenzale in bambini di età inferiore a 5 anni né nel prevenire l’influenza, né nella diminuzione di ricoveri in ospedale o visite ambulatoriali.
Senza voler sciorinare il gran numero di studi scientifici che pongono seri dubbi sull’efficacia del vaccino stagionale per l’influenza, una revisione del 2009 della Cochrane Vaccines Field e pubblicata da Jefferson T, Di Pietrantonj C, Debalini MG, Rivetti A, Demicheli V su BMJ, ha dimostrato che la pubblicazione su prestigiose riviste ad elevato impact factor degli studi dell’efficacia dell’antinfluenzale è legata al finanziamento totale o parziale da parte dell’industria, mentre non è spiegato dalla qualità degli studi.
Per accedere allo studio sul British Medical Journal, clicca qui: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2643439/
La vitamina D per prevenire l’influenza
Uno studio clinico (scarica qui il pdf) condotto dal dr. Mitsuyoshi Urashima presso la Divisione di Epidemiologia Molecolare nel Dipartimento di Pediatria dell’Università di Medicina di Minato-ku a Tokyo, ha rilevato che la vitamina D sia estremamente efficace nel prevenire la comune influenza nei bambini. Lo studio è stato pubblicato nel marzo 2010 dal Journal of Clinical Nutrition. Si è trattato di un esperimento randomizzato su due gruppi che ha coinvolto 334 bambini, a metà dei quali sono stati somministrati 1.200 IU al giorno di vitamina D3, e alla altra metà un semplice placebo. Lo studio ha dimostrato l’efficacia della vitamina D sulla riduzione assoluta di quasi l’8 per cento del contagio da influenza.
Tra gli alimenti più utili alla formazione di vitamina D ci sono alcuni tipi di pesce (aringa, sgombro, sardine), l’olio di fegato di merluzzo, le uova.
A fronte della discutibile efficacia di questi vaccini e dell’intrinseca potenzialità del corpo umano ad essere in salute e a sviluppare immunità: perché mai inoculare il virus in un corpo sano?
L’influenza si previene a tavola. Via libera a frutta e verdura di stagione. Si avvicina il tempo delle arance, ricchissime di vitamina C: aiuteranno il nostro organismo ad assorbire il ferro dai vegetali e stimoleranno le difese del sistema immunitario.