Dopo un lungo lavoro è stato pubblicato il libro Elementi di ricerca in osteopatia e tecniche manuali, il quale ha lo scopo di fornire le basi della metodologia della ricerca a tutti i terapeuti manuali, osteopati in primis, ma non solo, data la varietà, il livello di approfondimento e l’importanza degli argomenti trattati.

A conferma dello spirito con cui è stato scritto questo libro, gli autori sono per la maggior parte osteopati e ricercatori impegnati da anni nella produzione e valutazione della ricerca scientifica in svariati campi. Inoltre, la prefazione, parte dei capitoli 10 e 11 sono stati realizzati da Nicola Vanacore, importante ricercatore presso il Centro Nazionale di Prevenzione delle Malattie e Promozione della Salute, Istituto Superiore della Sanità, ed insegnante in diversi ambiti della metodologia della ricerca. Da anni Vanacore sottolinea l’importanza che l’osteopatia ha nel panorama italiano, in quanto sempre più persone si rivolgono agli osteopati per curare la loro salute, e da anni rimarca come gli osteopati debbano integrare nella loro pratica il paradigma dell’Evidence-Based Medicine (EBM) e le evidenze scientifiche disponibili, ma soprattutto imparare a fare ricerca, data la carenza di studi (in particolare italiani) sull’osteopatia. A maggior ragione dopo la pubblicazione della Legge 3 sulla Gazzetta Ufficiale del 31 gennaio di quest’anno, che riconosce l’osteopatia come professione sanitaria.

Usando le sue stesse parole presenti nella prefazione del libro: La pratica dell’EBM richiede oggi ad un professionista sanitario di saper leggere criticamente un articolo scientifico, ponderando la contaminazione tra ricerca quantitativa e qualitativa, e di trasferire con senso clinico quelle evidenze nella pratica quotidiana considerando quali sono i desiderata di un paziente. Tutto ciò non è altro che una straordinaria fusione tra arte e scienza. La medicina non è una scienza esatta. Nessuno vuole ridurre la complessità di una persona e della sua condizione di salute o di malattia ad un valore numerico di una scala o a un valore statistico. Bisogna ricordare che l’EBM nasce come metodo innovativo per formare i professionisti sanitari. Proprio per queste ragioni, questo libro ha puntato ad affrontare tutti i possibili temi che ruotano attorno alla ricerca scientifica, avendo ovviamente un focus sull’osteopatia: dopo un primo capitolo che presenta il paradigma dell’EBM, il secondo si focalizza sull’epidemiologia,spiegandone i principi, descrivendo i principali studi scientifici (osservazionali descrittivi ed analitici, sperimentali) e introducendo gli strumenti per valutarli ed analizzarli, strumenti che vengono ripresi nei capitoli successivi.

I diversi studi vengono infatti approfonditi nel capitolo 5, in cui si entra nel dettaglio delle questioni metodologiche proprie dei singoli studi quantitativi, descrivendo anche le frontiere degli studi sperimentali N-of-1, ossia studi rigorosi come gli RCT applicati però ad una singola persona così da superare i limiti degli RCT (quali il contesto molto specifico in cui vengono condotti, spesso molto lontano dalla realtà clinica quotidiana), e come valutare criticamente uno studio clinico. Vengono a tal fine fornite diverse linee guida, le principali usate a livello internazionale, per la conduzione di uno studio e la sua valutazione.



Naturalmente, la conduzione di ogni ricerca deve partire da quanto si conosce già sull’argomento e, pertanto, il capitolo 7 si occupa di descrivere la ricerca bibliografica, ossia la ricerca tramite i principali database disponibili online (PubMed, Cochrane Library, etc.) degli articoli già pubblicati. Vengono sia spiegati gli step cui un articolo scientifico viene sottoposto per essere pubblicato sia descritti i passaggi per effettuare una buona ricerca bibliografica, a partire dalla definizione del quesito di ricerca. Quest’ultimo punto risulta di fondamentale importanza anche per includere nella propria pratica clinica le evidenze disponibili: partendo da un problema riscontrato nella propria attività, sapere come tradurlo in un quesito di ricerca efficace per scoprire se nella letteratura scientifica si è già affrontato quel problema e quali conclusioni sono state tratte (aspetti quali
eziologia, diagnostica, terapia, etc.), è ad oggi fondamentale per ogni operatore sanitario e non solo (come sottolinea Vanacore nella sua prefazione).

A tal proposito, il capitolo 8 entra nel dettaglio delle revisioni sistematiche e delle meta-analisi, i principali strumenti tramite cui raccogliere e sistematizzare i dati e le evidenze disponibili in letteratura in merito ad una determinata procedura diagnostica, come pure e soprattutto all’efficacia di un intervento.I capitoli 3, 4 e 9 si occupano invece degli aspetti più “tecnici” della metodologia della ricerca, ovvero l’uso di strumenti informatici per raccogliere, archiviare ed analizzare i dati di uno studio scientifico e la descrizione delle basi delle principali analisi statistiche.Nello specifico, il capitolo 3 parla di MySQL e R, due programmi open source e gratuiti per lacreazione di un database in cui raccogliere i dati in maniera sistematica (MySQL) e per l’analisi statistica e grafica di questi dati (R). Data la versatilità di R, si dedica particolare spazio alla descrizione del suo funzionamento, così che chiunque possa sfruttarne le funzioni basilari per importare, memorizzare, analizzare ed esportare i dati nel modo più adatto. I capitoli 4 e 9 si occupano dell’analisi statistica vera e propria, base (capitolo 4) ed avanzata(capitolo 9). In particolare, il capitolo 4 tratta le basi della statistica descrittiva, utile per presentare i dati raccolti, e della statistica inferenziale, necessaria per trarre le conclusioni sui dati raccolti.
Questo capitolo risulta molto lungo in quanto ha voluto non solo mostrare e descrivere tutti i principali strumenti disponibili, ma anche in diverse occasioni entrare nel dettaglio dello sviluppo manuale dei calcoli così che si possa ben comprendere cosa effettivamente ogni analisi rappresenta.Naturalmente, per ogni strumento analitico è presentata la relativa funzione presente nel programma R, il che permette di capire l’importanza dell’informatica nell’analizzare i dati in maniera efficiente e riducendo al minimo possibili errori umani. Informatica che però necessita di essere utilizzata con la consapevolezza teorica dei fondamenti della statistica (es.: cos’è una variabile? Che tipi di variabili esistono? Quale tipo è meglio adattabile al dato che sto studiando?).I capitoli 6, 10 e 11 si focalizzano su aspetti particolari della ricerca.Il capitolo 6 si occupa della ricerca qualitativa, tipologia di ricerca spesso poco considerata ma cheha la potenzialità di giungere dove la ricerca quantitativa si ferma, se non di fornire le basi per unpossibile studio quantitativo. La ricerca qualitativa mira a studiare in maniera approfondita tuttiquegli aspetti fondamentali in ambito sanitario (e non solo), che però sono difficilmente (se non impossibili) da valutare numericamente. Esempi di simili questioni sono: su che base un osteopata sceglie una tecnica piuttosto che un’altra? Su che base un paziente sceglie un osteopata piuttosto che un altro? Come nasce, si manifesta e si sviluppa la relazione terapeutica? Si tratta, quindi, di aspetti tutt’altro che secondari, ma che talvolta la ricerca “ossessiva” del numero può tralasciare.I capitoli 10 e 11 si concentrano invece sulla ricerca sui sistemi sanitari, descrivendo le caratteristiche dei sistemi sanitari come fornitori di servizi che devono essere i più all’avanguardia possibile, efficienti e soprattutto sicuri. Cosa definisce un sistema sanitario? Come si valuta la sua affidabilità ed efficacia? Che ruolo hanno le linee guida? A tal fine, vengono presentati la disciplina della Health Economics, strumento fondamentale per facilitare il processo di decision-making in ambito sanitario per valutare i benefici e i costi di un particolare intervento o tecnologia, e i Benchmarking Controlled Trials, studi osservazionali particolarmente robusti atti a comparare fra loro più percorsi assistenziali nella clinica quotidiana su una determinata popolazione di pazienti.

Infine, il libro è corredato da due appendici: il primo che riassume i principali step da seguire per condurre uno studio e le analisi statistiche annesse, mentre il secondo che descrive un aspetto molto critico della ricerca scientifica nello specifico e del pensiero umano in generale, ossia i bias. Un bias è una qualsiasi fallacia che si può presentare in un ragionamento, fallacia dovuta a molti motivi diversi, più o meno consci, che può avere ripercussioni molto importanti. I bias possono infatti portare ad errori metodologici nella conduzione di uno studio, oppure nell’analisi dei dati, così come nella ricerca bibliografica e nella pubblicazione degli studi.

Conoscere questi bias e sapere l’impatto che possono avere sulla ricerca è di fondamentale importanza per ogni ricercatore,per ogni clinico e per ogni persona che voglia assicurarsi di compiere ragionamenti corretti.
Il libro in questione si pone quindi l’obiettivo di formare operatori che sappiano fare e interpretare la ricerca scientifica e, a tal fine, si fa forte dell’ampia trattazione dedicata a temi tutt’oggi al centro del dibattito mondiale sulla ricerca scientifica (es.: l’importanza e l’uso in statistica del p-value) e della presenza alla fine di ogni capitolo sia di esercizi guidati inerenti agli argomenti trattati sia di specchietti di approfondimento ricchi di ulteriori fonti a cui rimandare i lettori più “avidi” di conoscenza.