Il nuovo libro su PNEI e Sistema Miofasciale

La PNEI e il Sistema Miofasciale: la struttura che connette è un libro nato dall’esigenza di organizzare in maniera organica le conoscenze attuali in merito al tessuto connettivo, alla fascia e alle sue relazioni con il resto del corpo, nel loro reale funzionamento. La PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia), in quanto paradigma integrato, è stata la base solida che ci ha permesso di “connettere” tutte queste informazioni in un libro che, partendo dall’embriologia del corpo umano e dall’anatomia del sistema miofasciale, mostra capitolo per capitolo come il corpo in generale e il tessuto connettivo in particolare abbiano strettissime interazioni con:

  • la psiche, in quanto, ad esempio, le emozioni vengono vissute nell’intero corpo e la pratica mentale (immaginazione senso-motoria in prima persona) ha fondamentalmente i medesimi effetti fisiologici di un movimento concreto;
  • il sistema nervoso centrale ed autonomo, sottolineando i legami che portano ai riflessi somatici e viscerali e alla sensitizzazione dei neuroni in caso di traumi o infiammazione;
  • il sistema endocrino, mostrando in primis come la reazione di stress coinvolga l’intero organismo e quindi anche tessuto adiposo, muscolare ed osseo, tessuti di cui si è scoperta negli ultimi decenni un’intensa attività ormonale;
  • il sistema immunitario, in quanto il tessuto connettivo è il suo campo d’azione;
  • il sistema linfatico, stimolato da diverse terapie manuali (osteopatia in primis) e che ormai sappiamo estendersi anche nel cervello;
  • la pelle, quasi sempre data per scontato nonostante sia l’unico tessuto direttamente toccato in caso di terapia manuale e nonostante abbia un’attività neuro-endocrino-immunitaria notevole (è forse qui che si è originato l’asse dello stress).

I capitoli che seguono questa prima sezione entrano poi nel dettaglio di questioni quali l’istologia del tessuto connettivo, con particolare riferimento alla fisiologia dei fibroblasti e dei miofibroblasti, cellule connettivali in grado di contrarsi e quindi di favorire fenomeni di fibrosi, aderenze e cicatrici in caso di una forte attivazione infiammatoria dell’organismo. Come si comprende bene, per noi osteopati tutti fenomeni che osserviamo nella quotidianità nei nostri studi.

Vengono affrontati poi i temi della tensegrità e di come le forze meccaniche (tensione e compressione in particolare) si trasmettano lungo il sistema miofasciale, al fine di rivedere quella visione meccanica classica per cui l’organismo sta in piedi grazie alle ossa compresse le une sulle altre dalla gravità e i muscoli funzionano come leve: se infatti così fosse, organi come cuore, arterie, vescica e utero non reggerebbero la pressione indotta dalle contrazioni della muscolatura e le ossa si frantumerebbero ad ogni movimento.

Un capitolo è dedicato allo studio dell’interocezione, la consapevolezza conscia ed inconscia dello stato interno dell’organismo, tenuto conto delle esperienze vissute, consapevolezza che si sta sempre più rivelando fondamentale per la salute della persona e di ogni suo sistema organico.



Un capitolo particolarmente importante, benché tecnico, è quello riferito alla meccano-biologia, la scienza nata negli ultimi anni che studia come gli stimoli meccanici vengano recepiti dalle cellule e tradotti in cascate biochimiche e nell’alterazione dell’espressione
genica. Detto in altri termini: gli stimoli meccanici date dalle terapie manuali o tramite le discipline corporee possono cambiare lo stato di
attivazione cellulare modificandone la biochimica e, quindi, la funzione.

La terza ed ultima sezione del libro si apre infatti con un capitolo sui possibili meccanismi tramite i quali una disciplina corporea (terapia manuale, psicoterapia a base corporea e discipline come il taiji quan) possa agire sullo stato di salute complessiva dell’organismo: vengono infatti affrontati effetti circolatori, linfatici, immunitari, endocrini e nervosi, mostrandone i limiti e i punti di forza in un’ottica per l’appunto integrata che vede il risultato finale di una terapia come qualcosa di superiore rispetto alle singole parti (in questo caso, i singoli meccanismi citati).

Gli ultimi capitoli si concentrano poi su tre aspetti particolari: l’intestino e l’alimentazione e i loro legami con la fascia, tenuto conto che in tutto il libro vengono fatti molteplici riferimenti a come l’alimentazione possa influire in bene e in male sulla salute dell’organismo; il dolore, cronico e non solo, in quanto troppo spesso si ritiene che il dolore sia uno stimolo, mentre invece la ricerca contemporanea spinge sempre più a considerare il dolore come una complessa elaborazione cerebrale che si manifesta in risposta a segnali di pericolo derivanti dall’interno dell’organismo (es.: sistema immunitario), dai propri pensieri e dall’ambiente sociale; l’acqua, che grazie ai molteplici elettroliti, carboidrati, proteine e lipidi di cui è formata una cellula acquista proprietà sorprendenti che permettono non solo la vita, ma rendono il tessuto connettivo estremamente adattabile alle richieste dell’ambiente.

Detto tutto questo, auguriamo buona lettura agli amici osteopati!