Si è concluso domenica, a Roma, il Convegno Nazionale 2012 “Dieci anni di Osteopatia con Sapienza” organizzato dall’associazione Chinesis per celebrare i dieci anni della Scuola di Osteopatia IFOP, istituita nel 2002 con il Patrocinio dell’Università Sapienza di Roma.
Ottima l’organizzazione di Fabio Scoppa, grazie anche alle sue attente collaboratrici.

Dieci le scuole del ROI distribuite su tutto il territorio nazionale (con una “strana” assenza di tutte le altre scuole romane) che hanno partecipato attivamente all’incontro, in un contesto di grande affluenza in una sala plenaria al gran completo con oltre 250 partecipanti e diretta in streaming dell’intero congresso.

Dopo il saluto delle autorità presenti, il Congresso si è aperto con la presentazione di lavori scientifici curati dai nostri osteopati. Su tutti, quello di Luca Vismara, a cui è andato il premio come miglior lavoro scientifico per lo studio: “Valutazione clinica e strumentale del trattamento manipolativo osteopatico vs esercizi specifici nel trattamento della lombalgia in pazienti obese”, comparso su PubMed la scorsa settimana.

Sabato pomeriggio è stato dedicato alla tavola rotonda dal titolo: “Quale ricerca scientifica in osteopatia?” aperta da un intervento di Fabio Scoppa sull’epistemologia e la figura di Karl Popper, a cui è seguita la presentazione molto interessante di Nicola Vanacore, ricercatore del Centro Nazionale di Epidemiologia, Promozione e Sorveglianza della Salute dell’Istituto superiore di Sanità, che ha spiegato quanto possa essere ampio il concetto di ricerca, con un’annotazione riguardo la “medicina basata sulle evidenze che non esclude forme alternative di conoscenza”.
Vanacore ha rimarcato sulla necessità per gli osteopati, così come emerso dal convegno OMS 2007 sull’Osteopatia a Milano, di valutare con senso critico la letteratura scientifica medica e scientifica, e di incorporare nella pratica clinica eventuali informazioni  desunte da essa. “E’ importante dimostrare perché un trattamento osteopatico è efficace ed è necessario che gli osteopati facciano qualcosa – ha detto Vanacore –  soprattutto perché in Italia il 15-20 per cento della popolazione fa ricorso a medicine complementari e, nel caso specifico dell’osteopatia in Italia, c’è una attenzione crescente internazionale verso il movimento osteopatico italiano che va sempre più verso la qualità”.
Al contempo, però, Vanacore ha fatto luce su una carenza italiana, quella della ricerca in ambito scientifico, citando all’uopo il motore di ricerca PubMed nel quale –  ha chiarito – “su circa 5.400 studi pubblicati riguardanti l’Osteopatia, solo una decina sono italiani, segno che c’è un problema di carenza di studi scientifici. Questo non significa che tutti devono diventare ricercatori, ma che tutti devono essere in grado di leggere una ricerca scientifica”.
Vanacore ha ribadito dunque la necessità imprescindibile per l’osteopatia di diffondere la cultura della valutazione “ma sono gli osteopati che devono farlo – ha precisato – che costruiranno una grammatica della medicina basata sull’evidenza, perché è a questo che è legata la rimborsabilità statale della prestazione”.

A chiudere la prima giornata, Chiara Arienti, presidente della Commissione Ricerca ROI, con lo stato dell’arte della ricerca scientifica in osteopatia  in Italia.

Raoul Saggini, direttore-docente del settore di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Chieti ha invece aperto la seconda ed ultima giornata del Convegno con un lavoro su: “L’interpretazione e la normalizzazione della disfunzione osteomiofasciale nel contesto posturale”, fornendo dati importanti che potrebbero essere molto utili all’osteopatia; ha dimostrato per esempio la relazione diretta tra lo sterno cleidomastoideo e la simmetria rotulea.



A seguire Vincenzo Cozzolino con la presentazione del lavoro “Sensitizzazione centrale e disfunzione somatica: considerazioni euristiche”, come al suo solito di altissimo livello, talmente alto che per alcuni può essere stato incompresibile, e con delle slide esclusivamente in inglese che, come ben sappiamo non è una lingua per tutti noi, molto familiare. F. Manna, ha presentato un lavoro sull’influenza dell’intossicazione sulla salute offrendo spunti di riflessione importanti sulla complementarietà di questa problematica con il trattamento osteopatici, come già abbiamo più volte specificato nella nostra sezione Intossicazioni: vai alla sezione.

Il pomeriggio di domenica è stato dedicato inoltre ai workshop teorico pratici in osteopatia, con una bella novità: per la prima volta in un convegno di osteopatia è comparso il lettino a noi tanto familiare.

J.P. Mersserman in una foto di Carlo Calzini

I lavori sono iniziati con un grande maestro della chiropratica mondiale  J.P. Meersserman (di cui a giorni pubblicheremo un’intervista in esclusiva), un grande maestro  della Chiropratica, colui che ha portato la terapia manuale in Italia e che è intervenuto al Convegno con il test di Meersseman: quarant’anni di esperienza clinica. Un Workshop teorico-pratico interattivo con dimostrazione pratica di manualità di livello eccelso sul paziente, che ha detto molto su quanto noi osteopati possiamo imparare da alcuni chiropratici e allo stesso modo, quanto la chiropratica ad alti livelli, possa essere vicina all’osteopatia. Ciò che dovremmo domandarci è se, nel 2012, le due discipline non possano essere accorpate in una sola, aggiungendo all’osteopatia elementi di chiropratica e viceversa.

Iginio Furlan, grande veterano dell’osteopatia italiano, è intervenuto presentando  una revisione totale delle tecniche di bacino e di sacro che, a mio avviso, dovrebbe essere introdotta in tutte le scuole di osteopatia italiane, in un ottica di revisione delle tecniche ormai superate e che personalmente non mi hanno mai convinto. Ci auspichiamo che l’Osteopatia italiana grazie alla grande capacità dei nostri osteopati, come Iginio, possa godere di un’attualizzazione alla luce delle nuove conoscenze.

Nel pomeriggio di domenica è stato difficile arginare il fuggi fuggi generale per la partita dell’Italia. Ha aperto i lavori Mario Craviotto con la visione e traduzione del DVD Muscle attitudes di Gimberteau che potete trovare su Tuttosteopatia.it insieme agli altri DVD dello stesso autore.

Ha concluso il Congresso il mio intervento che Fabio Scoppa ha definito “cabaret osteopatico” pur riportando delle considerazioni scientifiche, riuscendo comunque nell’intento di allietare i pochi rimasti in sala.

Al dott. Roberto di Sarsina, membro del collegio dei probiviri del R.O.I. pur non essendo osteopata e assente al Convegno per motivi di salute, è andato il premio speciale per il suo impegno nell’Osteopatia.

Non ci resta che darci appuntamento per il Congresso Nazionale 2013 che, co-organizzato dalle scuole di Osteopatia I.S.O. e S.O.M.A., si terrà a Milano.