C’è anche l’osteopata tarantino Michele Genga, CEO della startup Cranio Tech Solution, tra professionisti e imprenditori del territorio insigniti del premio nell’ambito della business competition “StarTap25” da parte della fondazione Taranto 25 per il suo innovativo progetto Cranial Device: il “casco” munito di particolari sensori che trasmettono impulsi elaborati da un apposito software basato sull’Intelligenza Artificiale. Una vera e propria rivoluzione nel campo della diagnostica.

Già premiato a Rimini alla fiera WMF, questa volta è proprio a Taranto, nel Dipartimento ionico dell’Università degli studi di Bari, che Michele Genga raccoglie un ulteriore riconoscimento per la sua startup fiore all’occhiello del territorio, che ha così dimostrato di saper valorizzare le sue eccellenze.

Condotto grazie all’impegno di tanti colleghi tra cui Simone Bennani, dell’Università di Chieti, l’innovativo Cranial Device si pone l’obiettivo di dimostrare la mobilità delle ossa craniche. La stessa che gli osteopati già sperimentano manualmente, ma che grazie a questo strumento potranno dimostrare in maniera oggettiva. “È stato dunque depositato il primo brevetto in assoluto nella storia – spiega Benanni nel corso dell’evento tenuto a Taranto –  avendo fatto anche già uno studio di anteriorità. Non c’è quindi nulla del genere oggi in circolazione.”

Il casco consentirà una vera e propria rivoluzione nella diagnostica con un ruolo importante in fase preventiva. “Il suo scopo – chiarisce Michele Genga – sarà quello di aiutare il neurologo, il pediatra, o l’ortodonzista, a valutare questi movimenti cranici; se non c’è mobilità    il cranio va in iperpressione e può creare problemi come la cefalea”.



“StarTap25” ha dunque assegnato un premio di Euro 5mila a 5 startup tarantine fra cui la Cranio Tech Solution di Michele Genga; “ed è solo l’inizio di un percorso teso ad aiutare giovani talentuosi imprenditori a costruire il proprio sogno imprenditoriale – ha dichiarato Annapaola Scrimieri, socia e coordinatrice del progetto e Comitato tecnico scientifico si “StarTap25” – sostenendoli nella loro avventura ma a una condizione: che si impegnino a sviluppare in futuro il loro legame con la comunità”.

Ma a spiegarci l’origine del progetto Cranial Device è proprio Michele Genga, il quale in un’intervista rilasciata a Tuttosteopatia.it esattamente un anno fa, ne ha raccontato la storia, che riproponiamo di seguito.

“Tutto è iniziato tempo fa quando con l’aiuto di un ingegnere posizionammo una pallina di mio figlio in un cranio tramite il forame magno. Abbiamo pompato dell’aria all’interno di questa pallina constatando che prima che le suture si separassero occorreva veramente tanto e le distanze del diametro trasverso e il diametro longitudinale restavano molto ampie. Dopo questo esperimento, eseguito all’inizio con dei sensori molto semplici, abbiamo potuto appurare che qualcosa accadeva e che anche nell’essere vivente potesse verificarsi lo stesso meccanismo. Tramite l’aiuto di un neurochirurgo abbiamo eseguito delle TAC e delle risonanze su una quindicina di suoi pazienti adottando una mia piccola modifica, dimostrando così il cambiamento del diametro trasverso dei ventricoli. È stato poi lo stesso neurochirurgo a rilevare questa variazione a seguito di interventi chirurgici. Lo step successivo è stato quello di adottare dei sensori molto più sensibili che ci hanno consentito di realizzare il primo prototipo di caschetto con un software particolare che andava ad eliminare tutte le interferenze dovute alla respirazione o ai movimenti muscolari, consentendo così di captare solo il movimento di nostro interesse, cioè quello delle ossa. Il risultato dimostrato attraverso i grafici è stato il movimento della sincondrosi”.