Penso di aver partecipato a quasi tutti i convegni di osteopatia tenutesi negli ultimi venti anni e in ognuno di essi ho imparato qualcosa, tanto da tornare alla mia “bottega”, come amo definire il mio studio da artigiano della salute, con nuovi stimoli e nuove curiosità.
Il lunedì successivo mi ritrovo a scrivere per queste pagine il resoconto del convegno e oggi vi racconterò di quello su Osteopatia e Sport a cui ho avuto la fortuna di partecipare a Raiano, in provincia dell’Aquila, organizzato dall’AbeOS in collaborazione con AIOT e CROMON.

La prima sorpresa di questo convegno è stato trovare a Raiano, un comune di meno di 3000 abitanti al centro dell’Abruzzo, una scuola di osteopatia a tempo pieno – l’AbeOS appunto – perfettamente organizzata e in piena forma con una sala per conferenze e persino un dormitorio annesso per ospitare gli allievi. Un plauso all’ospitalità e alla gentilezza dello staff dell’AbeOS e grande merito agli ottimi ristoranti della zona che sono sempre un aspetto osteopatico da considerare.

Molto interessanti i temi trattati nell’ambito del convegno, che si è aperto con i saluti del sindaco e la relazione del padrone di casa Marcello Luca Marasco, che ha sviluppato delle differenziazioni tra i diversi recettori all’interno delle articolazioni sinoviali molto interessanti dal punto di vista pratico che cercheremo di sviluppare presto all’interno delle pagine di questo sito.

E’ seguita la relazione di Fabio Basile su canottaggio e i traumi della spalla.
Dopo la pausa, dalla BCOM di Londra Manoj Matha ha raccontato la sua esperienza come coordinatore degli osteopati nel pronto soccorso riservato agli atleti alle olimpiadi di Londra e della bellissima storia di Jonathan Betser, che si è battuto per poter includere l’osteopatia nello staff medico e che, nonostante le resistenze dei medici e fisioterapisti (ogni mondo è paese) e grazie alla sua amicizia e la stima professionale guadagnata con Lord Coe – presidente di Londra 2012 – riuscì ad includere l’osteopatia. Purtroppo Jonathan non ha potuto godere di questa vittoria perché a causa di una malattia ha perso la vita nel 2011. Manoj ha raccontato di come giorno dopo giorno, gli osteopati abbiano guadagnato i loro spazi e del riconoscimento avuto dagli atleti ma anche dai fisioterapisti facenti parte del team.

Di grande interesse è stata la relazione e il workshop di Torben Hersborg: da uno che ha trattato 50 campioni mondiali di varie discipline sicuramente c’era qualcosa da imparare. La sua osteopatia è di quelle che farebbe diventare viola il nostro Cozzolino nazionale perché più simile alla chiropratica e lontana anni luce dalla biodinamica, ma sugli atleti che lui tratta è certamente efficace, e lo dimostra il grande successo raccolto in oltre vent’anni di lavoro.
La cosa però che ha lasciato tutti senza parole è sapere che lui in fase acuta arriva a fare anche più di 10 trattamenti al giorno. Per chi come me ne fa uno al mese, e in media vede i pazienti tre volte, è stato un bello spunto di riflessione su un altro modo di fare osteopatia soprattutto con gli sportivi di alto livello.



La giornata di domenica è partita con una coppia di osteopati da convegno Christian Lunghi e Gianpiero Fusco che hanno presentato una relazione con alcuni stralci del libro in uscita scritto con Paolo Tozzi, e che sono certo riserverà grandi sorprese.

A seguire Riccardo Contigliani condirettore dell’AbeOS e presidente dell’Assist team, un gruppo che vede coinvolti osteopatia e laureati in Scienze Motorie e che segue attualmente il Verona Calcio in serie A e lo Spezia in serie B, oltre ad altri atleti di altri sport. Riccardo ha presentato il suo protocollo multidisciplinare che è lo strumento con cui si relaziona con gli altri professionisti dello staff medico.

Alessandro Di Domenico Biologo con un curriclum intressante e Marco Forlani hanno parlato della tesi di Marco e di altri sui colleghi sui alcuni pugili entusiasti dell’osteopatia.

Ormai vicino al pranzo, è intervenuto un grande dell’insegnamento dell’osteopatia viscerale italiana, grande per competenza, per dedizione e per umiltà (medico e osteopata) Stefano Mangiavillano, che facendo riferimento a Barral e soprattutto a Davide Buongiorno ha ricordato come i punti di repere che ci hanno insegnato vanno assolutamente rivisti, poiché grazie all’utilizzo delle ecografie si evidenziano sempre più delle discrepanze notevoli rispetto all’anatomia descritta dissezionando i cadaveri.

In conclusione il sottoscritto con “Le false credenze sulla respirazione” e Giovanni Pace un ingegnere informatico che penso a breve porterà delle grandi novità su gli spinal mouse.

Come sempre succede nei convegni e nei corsi, sono occasioni di grande apprendimento anche dal confronto con i colleghi che si incontrano, e questa volta finalmente ho conosciuto Gabriella Colangelo, che immagino sia sconosciuta ai più nonostante sia una dei più prestigiosi osteopati italiani in ambito pediatrico e molto conosciuta in Inghilterra. Riuscirò prima o poi ad “estorcerle” un’intervista perché la sua storia merita di essere raccontata agli osteopati italiani.

Ci auguriamo come sempre – anche se quasi mai accade – che questa bella energia mossa con questo convegno non si spenga immediatamente ma che si riesca a dare continuità a questo tema anche utilizzando le pagine del nostro portale.