Sempre di più l’osteopata è uno dei primi baluardi della salute. Come osteopati di uno dei più importanti ospedali pediatrici d’Italia viviamo ogni giorno a stretto contatto con i bambini e genitori. E in questi anni abbiamo assistito ad una straordinaria trasformazione. Circa 10 anni fa l’Osteopatia muoveva i primi passi all’interno dell’AOU Meyer di Firenze e quando ci affacciavamo alle stanzette dei bambini ricoverati, la maggior parte delle persone non aveva idea di cosa facessimo e dovevamo passare una gran parte del trattamento a spiegare come attraverso tocchi delicati potevamo sostenere la Salute dei Bambini. Oggi le percentuali fra chi conosce la nostra Medicina Manuale e chi non la conosce si sono invertite, la maggior parte sa cosa siamo e spesso ci accoglie con entusiasmo. Questo dato da una parte ci ha semplificato sulle spiegazioni iniziali, dall’altra ci pone un problema che si manifesta sempre più sovente: il ritardo di inquadramento in alcuni percorsi sanitari.

Da alcuni anni all’interno dell’Ospedale Meyer la Scuola Italiana di Osteopatia Pediatra (SIOP) organizza un Master in Osteopatia e Neuroscienze della durata di 9 mesi anche per essere sempre più consapevoli di questi aspetti di fisiopatologia. Gli studenti hanno la possibilità in sala operatoria di osservare gli interventi chirurgici, per comprendere al meglio argomenti di grande richiamo per noi osteopati. Quei stessi bambini che poi vengono trattati nell’Unità Operativa di Neurochirurgia per sostenere la loro Salute, con una consapevolezza che parta dalla presenza dell’operatore e si nutra delle competenze acquisite nelle lezioni frontali e di sala operatoria, condotte dai Neurochirurghi e dagli Osteopati dell’AOU Meyer di Firenze.

Riconoscere le Craniostenosi nei primissimi mesi

A tal proposito, di fondamentale importanza nel nostro lavoro è stato il trattamento delle Craniostenosi: sempre più forme anomale del cranio vengono sottoposte all’attenzione degli osteopati, talvolta per spirito di iniziativa dei genitori altre volte su invio dei pediatri di famiglia. Come osteopati oggi siamo tra i massimi esperti di valutazione del cranio, sentiamo l’elasticità delle suture, le trattiamo, lavoriamo su aspetti inerenti la malleabilità delle ossa, sulla forma complessiva del cranio.

Una Craniostenosi è la “mancanza di sutura”, la sutura stessa non c’è proprio, quindi impossibile risolvere manualmente questo problema. Si tratta quindi di un intervento chirurgico, ed è importante sapere che se l’intervento di “creazione dello spazio della sutura” è eseguito intorno ai 4 mesi, il neurochirurgo può attuare una tecnica “mini-invasiva”, mentre se si ritarda il consolidamento osseo non permette interventi “mini”, con conseguente maggior impatto terapeutico sul nostro giovane paziente.

Noi osteopati abbiamo un grosso dovere, da esperti del cranio: percepire, capire quando la testa di un bambino necessita di un ulteriore approfondimento e metterci in contatto con il pediatra di famiglia. Noi non facciamo diagnosi, ma la spia che qualcosa non ci quadra deve accendersi.

A questo punto nascono altri problemi: come rivolgersi al pediatra che spesso neppure sa che ci è stato portato il bambino, a quale specialista è meglio far vedere il piccolo, eventualmente quale esame diagnostico strumentale è il più corretto da consigliare. Il momento della comunicazione al pediatra è una opportunità di dialogo eccezionale, se gestita bene apre la possibilità di essere professionalmente riconosciuti e accettati e all’Osteopatia di essere accolta da un sempre crescente consenso medico. Ricordiamoci che noi non facciamo diagnosi e non trattiamo le patologie.

Lo specialista che valuta clinicamente le malformazioni del cranio è il neurochirurgo, nessun altro. Spesso al neurochirurgo esperto basta un’occhiata per capire di essere in presenza di una Craniostenosi o di un semplice paramorfismo del cranio, plagiocefalia posizionale. La valutazione è poi clinica con la presa delle misurazioni della circonferenza cranica e della bi-tragalica, ma soprattutto con la osservazione, la palpazione per evidenziare la presenza di creste e la percussione, la testa con presenza di craniostenosi risponde alla percussione con un tipico suono a “pentola fessa”.



La valutazione strumentale più semplice e meno invasiva è l’ecografia delle suture, prescrizione che potrebbe esser fatta dal pediatra, anche su nostro delicato suggerimento, prima ancora di rivolgersi al neurochirurgo.

Attenzione: non stiamo parlando di ecografia tranfontanellare! Questa per dubbi di Craniostenosi, non serve a niente.

Di seguito alcune immagini di Craniostenosi:

Scafocefalia

Scafocefalia: assenza di sutura sagittale, così appare all’osservazione clinica, alla palpazione si avvertirà una cresta sulla sagittale spesso solo nella parte posteriore, la circonferenza cranica sarà maggiore alla media con tendenza alla macrocrania, tanto che spesso vengono inviati bambini con questa forma del cranio per sospetto “Idrocefalo”.
Alla valutazione osteopatica rileveremo la mancanza di elasticità nella regione sagittale, la cresta e la mancanza di espansione laterale, di apertura del cranio.

Alla valutazione ecografica suturale, si presenta così: (la sutura sagittale non c’è…)

anziché così: (dove invece, ovviamente su un altro bambino, la sutura è presente)

Plagiocefalia

Plagiocefalia anteriore: assenza di emilambdoidea, all’osservazione clinica si noterà la forte asimmetria del volto, l’appiattimento frontale unilaterale, la distopia orbitaria, la deviazione della radice del naso, la prominenza della porzione frontale controlaterale.
Alla palpazione si avvertirà una cresta sull’emicoronale assente, zero elasticità e una dinamica di movimento che ricorda lo strain laterale.

Trigonocefalia

Trigonocefalia: assenza della sutura metopica. La valutazione clinica si caratterizza dalla forma del cranio a trigono, dalla cresta sulla metopica e da un maggiore o minore ipotelorismo (condizione nella quale le due orbite sono patologicamente vicine fra loro ndr), a seconda del grado di gravità della patologia.
Alla valutazione osteopatica si percepirà una manca espansione nella regione fronto-parietale bilateralmente e ovviamente la totale assenza di elasticità di una sutura che non c’è.

Alla valutazione ecografica suturale si presenterà così: