Presentata lo scorso 26 gennaio a Roma, la nuova Linea Guida su “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti” dell’Istituto superiore di Sanità ha già suscitato grandi perplessità presso la Comunità Scientifica e Clinica.
Punto fortemente contestato, l’esclusione di  tutti gli approcci che non siano cognitivo comportamentali per il trattamento dell’autismo. Già il 25 gennaio, in una conferenza stampa a Montecitorio dal titolo ‘Luci ed ombre sulle linee guida sull’autismo’, un gruppo di parlamentari bipartisan si era fatto carico di tutti i dubbi espressi dai diversi esperti su tale documento, richiedendo espressamente di: “aprire un tavolo di riflessione sulla linea guida sull’autismo affinché si sviluppi uno spazio di attenzione vero su questa patologia che non limiti il confronto scientifico alla sola letteratura americana o riduca gli approcci terapeutici al solo modello comportamentale”.

E’ infatti questa la perplessità espressa dalla Comunità Scientifica e Clinica, tra cui il prof. Stefano Carta, associato di psicologia dinamica presso l’Università degli Studi di Cagliari (corriere.it) e l’Istituto di Ortofonologia di Roma da cui è partita la Richiesta di riapertura delle linee guida a firma del direttore IdO dott. Federico Bianchi di Castelbianco e della dott.ssa  Magda Di Renzo, direttrice Scuola Psicoterapia dell’Età Evolutiva ad Indirizzo Psicodinamico.

“Nella metodologia utilizzata dal panel – si legge nella nota diffusa dall’Istituto di Ortofonologia – sono stati presi in considerazione unicamente gli studi appartenenti all’ambito neo-comportamentale a favore del metodo ABA (Applaied Behaviour Analysis), soprattutto in Scozia e negli Stati Uniti, escludendo tutta la bibliografia riguardante approcci diversi sia delle stesse nazioni che di altre. Sono state, quindi, escluse tutte le esperienze cliniche italiane ed estere che si rivolgono all’individuo nella sua complessità e che utilizzano metodologie diverse per validare i propri studi. Da ciò deriva, ovviamente, il fatto che in ambito clinico si imporrà l’attuazione di una sola linea di trattamento senza possibilità di scelta né da parte del paziente, né dell’operatore”.

La nuova linea guida rischia di eclissare una serie di verità sull’autismo e sulla sua cura ampiamente documentate. Tra queste, anche l’Osteopatia che, per citare un caso italiano, da ben 4 anni è parte integrante del trattamento dei bambini con Disturbo Autistico proprio presso l’Istituto di Ortofonologia di Roma nell’ambito del “Progetto Tartaruga” (leggi l’articolo relativo su Tuttosteopatia.it) che riguarda ben 112 bambini con diagnosi di Autismo, sia lieve che grave sui quali, con ottimi risultati, l’osteopata Alessandro Laurenti pratica trattamenti osteopatici con un approccio terapeutico integrato e mirato.

La Linea Guida, dunque, con la sua posizione unilaterale, totalmente carente sia sul piano scientifico che su quello clinico, non appare adeguata ad affrontare un problema complesso come quello rappresentato dall’autismo e non tiene conto della pluralità che anima lo scenario culturale. Non tiene conto, per esempio, delle ricerche scientifiche in ambito immunologico e neurologico che dimostrano il legame tra vaccinazioni infantili e scatenamento della sindrome autistica.

Si rimanda a questo proposito, alla lettura dei seguenti libri:

Vi invito a leggere qui una lettera aperta di Aldo Russo, padre di un bambino autistico che denuncia l’approccio neuropsichaitrico esclusivo (autistici si nasce e non lo si diventa) sul cui filone si innesta tutta la neuropsichiatria infantile moderna e che culmina con l’applicazione di tecniche riabilitative tipo ABA, le uniche annoverate nella recente Linea Guida dell’Istituto superiore di Sanità oggetto di forti contraddizioni.
“L’approccio neuropsichiatrico – si legge nella lettera – non è in grado di spiegare le cause dell’insorgenza del problema: Marco (mio figlio) ha avuto uno sviluppo pressoché normale sino all’età di 12-18 mesi. Dopo ha cominciato a non comunicare più, a distogliere lo sguardo e fare giochi ripetitivi ed alienanti…. Così improvvisamente ci siamo trovati in questo vortice. Esiste un secondo approccio – spiega ancora il sig. Russo  -che è quello biomedico e che in Italia ha il suo paladino nel dott. Montinari dell’american Hospital di Roma. Ebbene, tale ipotesi individua nei vaccini la causa scatenante del problema: in pratica l’organismo del bambino ha una reazione autoimmune eccessiva e ciò causerebbe intossicazione da metalli pesanti, intolleranza a glutine e caseina”. Questo papà racconta così la sua drammatica vicenda, specificando di aver effettuato “una serie di specifiche analisi in questa direzione sul piccolo Marco da cui è emerso (da un test molto specialistico eseguito in Francia) la presenza di alluminio, arsenico ed un valore molto alto delle caso morfine”.

Per tutto questo, secondo l’Istituto di Ortofonologia di Roma “è doveroso riaprire il dibattito sulle linee guida al fine di identificare l’intervento più proficuo in base alle potenzialità del singolo bambino e non agli strumenti dell’operatore”.

Anche perché, visti i risultati ottenuti sin’ora, abbiamo ancora tanto da capire rispetto a questi “bambini eccezionali”, e come sempre la verità non è mai univoca, ma composta da più verità.

Già nel 2001, Report, la trasmissione di approfondimento giornalistico di Rai 3, mandava in onda un servizio dal titolo emblematico “Vaccini al Mercurio“. Possibile che nessuno l’abbia vista??

Approfondimenti e link utili alla pagina Vaccini di Tuttosteopatia.it