Oggi la professione osteopatica è presente in 46 paesi nel mondo e il numero degli osteopati è cresciuto del 84% rispetto al 2013. Sono 79.302 gli osteopati nel mondo e solo 13 i paesi in cui sono riconosciuti per legge come professionisti sanitari.

Questi sono solo alcuni dei dati contenuti nel Report 2020 pubblicato da Osteopathic International Alliance (OIA) che fotografano l’osteopatia nel mondo e come la professione sia cambiata dal 2013 ad oggi.
Interessanti i dati raccolti circa i pazienti che, stando al rapporto OIA , hanno in genere tra i 40 ei 50 anni con un 10-25% di pazienti in età pediatrica di cui circa tre quarti con meno di 2 anni di età. Sono più donne che maschi (con una proporzione di 60:40) e si rivolgono all’osteopata per lo più per trattare lombalgie e cervicalgie, sebbene in alcuni paesi sia molto comune il ricorso all’osteopatia per condizioni non specificatamente muscolo-scheletriche, ma per disturbi digestivi, mal di testa, condizioni respiratorie e in generale per la salute delle donne.
Ciò che emerge con chiarezza è come, dal 2013 (anno in cui è stato redatto il precedente Report OIA) ad oggi, la professione osteopatica globale sia in rapida crescita, con un aumento del 34% dei medici osteopati e dell’84% degli osteopati. Parallelamente è aumentato il numero de paesi in cui la professione è stata regolamentata e riconosciuta, secondo un processo di accettazione dell’Osteopatia a livello globale, malgrado non sia possibile una stima precisa data dal fatto che in alcuni paesi, il numero di praticanti osteopati e medici osteopati sia dovuto ad una registrazione volontaria, non censita a livello ufficiale.

Aumentano anche le evidenze scientifiche che confermano i benefici prevalentemente per le condizioni osteoartritiche, il dolore pelvico cronico nelle donne, la sindrome dell’intestino irritabile, il drenaggio linfatico, coliche infantili e benefici per i neonati pretermine per i quali, grazie all’osteopatia, si registra un miglioramento delle condizioni cliniche sia durante il ricovero che dopo la dimissione (qui una serie di ricerche scientifiche su osteopatia e prematurità).



Molto importante e sottolineato nel Report è il ruolo multifattoriale dell’osteopatia nell’approccio al paziente nell’ottica della salute generale. “Questo tipo di assistenza sanitaria – si legge nel documento OIA – si adatta alla crescente domanda da parte delle agende sanitarie internazionali di migliorare in generale il benessere del paziente e di considerare i bisogni biologici, sociologici, psicologici e spirituali delle persone come parte integrante della salute globale”.