L’anatomia e la fisiologia comparate degli animali domestici, richiedono la capacità di comprendere il funzionamento e l’architettura del corpo dei vertebrati differenti dall’uomo, ma che con questi condividono l’ambiente e la vita sociale.

Per questo motivo, quando si parla di osteopatia veterinaria, o più semplicemente di osteopatia e animali, più genericamente; si fa riferimento ad alcuni parametri di massima.

Conoscenza delle specificità dell’animale che si desidera trattare osteopaticamente riguardo aspetti:

  1. anatomici e fisiologici
  2. psicologici
  3. sociologici

Parametri

  1. Il primo parametro va rispettato osservando la specificità dell’animale da trattare dal punto di vista fisico. Un cane, ad esempio ha una colonna vertebrale composta da un numero di vertebre differenti da un cavallo o, ancor più da un essere umano. Qualsiasi animale domestico, vive la sua vita per la maggior parte del tempo in posizione quadrupedica. Questo comporta una distribuzione delle forze molto differente che per un essere principalmente bipede come l’essere umano.
  2. Il secondo parametro comprende la comprensione della psicologia di base degli animali. Un erbivoro ad esempio, normalmente assume degli atteggiamenti di esplorazione del mondo differenti da un carnivoro o da un onnivoro. In secondo luogo la mole dell’animale influisce su come questi si relaziona all’ambiente in cui vive. Inoltre, il vissuto dell’animale, da quando nasce a quando lo si osserva nel presente può essere di importanza più o meno evidente.
  3. La società in cui viviamo permette l’espressione sul piano ambientale e fisico-psichico dell’animale in maniera circonstanziata. Un cane, ad esempio, si muove tra le altre persone, il più delle volte al guinzaglio; quando è libero abbisogna di poter essere controllato vocalmente dal suo compagno umano.. e così via per tutte le situazioni e le specie animali. Bisognerà individuare, i confini di massima entro cui si inscrive un determinato comportamento animale rispetto alla comunità di individui a cui appartiene, siano essi umani o animali inter-specifici o intra-specifici.

Tutti e tre questi parametri di massima sono importanti alla stessa maniera.



Il ruolo dell’Osteopatia in veterinaria

L’osteopata che si occupa di animali necessita di rapportarsi in modo diretto e consapevole con essi. Il tentennamento nelle tecniche o la paura di una reazione di difesa da parte dell’animale, generano delle risposte di diffidenza da parte dello stesso. D’altra parte in alcune situazioni può divenire pericoloso il rapporto tra uomo e animale, là dove la presenza della paura, dovuta al dolore fisico o all’arme psichico, superino una certa soglia. Solo la sensibilità individuale e l’esperienza sul campo possono risolvere questi ostacoli, dove i limiti sono anche molto variabili da soggetto a soggetto.

  • L’osteopata si assume, come compito primario, quello di modificare dei parametri fisiologici, attraverso tecniche manuali specifiche. Mai come in questo caso però, la conoscenza e l’esperienza vissuta della psicologia e sociologia dell’animale in trattamento, divengono fondamentali per il successo terapeutico.
  • L’osteopata veterinario, necessita di conquistare una fiducia molto alta da parte dell’animale, di utilizzare tecniche che non generino dolore alcuno e che anzi vengano percepite come piacevoli là dove è possibile.
  • L’animale infine, se supera il timore iniziale di un contatto fisico con uno sconosciuto, capisce molto bene e profondamente se il lavoro che sta venendo eseguito è importante per la sua salute. Di conseguenza a questo permette l’azione terapeutica, perché la percepisce utile immediatamente. Questo accade ancora di più, se il terapeuta instaura velocemente un rapporto viscerale con l’animale. Bisogna ricordare che tutti i mammiferi domestici, sono particolarmente sensibili sul piano viscerale, emozionale piuttosto che su quello mentale per via delle loro specifiche caratteristiche evolutive.

I campi di applicazione possono essere i più diversi, ma bisogna ricordare sempre una cosa:

L’animale che vive con noi, attorno a noi…è consapevole, forse più molti di noi, della difficoltà del rapporto uomo-animale. Egli accetta molte cose, anche contrarie alla sua originaria natura, per un rapporto impari con l’uomo.

L’essere umano dovrebbe ringraziare ogni giorno gli animali che lo circondano e meditare con loro. Perché sono la mano del destino, che ci ricorda chi siamo in rapporto alla Terra. Lo stesso vale nella relazione con la flora.…Così, spesso come osteopata, osservo i rapporti uomo-animale e capisco che aiutare l’animale a stare meglio con alcuni trattamenti, serve a poco o a niente se l’ambiente in cui vive è a lui ostile; se l’anima dell’uomo che lo obbliga a situazioni di sofferenza si è perduta nelle mille difficoltà della vita, egli, l’“anima-le” è perduto anch’esso. Anima del mondo fattasi carne per ricordare a noi la sensibilità, l’intuito, la tolleranza, e la compassione egli non può far altro che soffrire dinnanzi a noi per farci da specchio. Per ricordarci in ogni momento la nostra sofferenza interiore, che non riusciamo più a vedere o a sentire da soli. In questi casi diviene fondamentale provare a far comprendere alle persone coinvolte in una tale disfunzione, l’importanza di una modifica nel loro comportamento, altrimenti la buona intenzione terapeutica verso l’animale può risultare pressoché inutile.