Questo articolo sintetizza l’intervento della dott.ssa Antonella Braglia, reumatologa, fisiatra e osteopata operante a Modena, tenuto in uno dei webinar organizzati da Accademia Mibes. Accademia Mibes è la prima piattaforma italiana di formazione in medicina integrata che, attraverso il suo sistema LMS, offre corsi e aggiornamenti per professionisti sanitari.

Una nuova visione dell’artrosi

L’artrosi, una delle patologie articolari più diffuse e principale causa di disabilità nella popolazione anziana, è stata a lungo considerata esclusivamente una malattia degenerativa della cartilagine. Tuttavia, le più recenti evidenze scientifiche delineano un quadro più complesso, che coinvolge processi infiammatori e metabolici estesi all’intera articolazione.

Fisiopatologia dell’artrosi: un processo multifattoriale

La cartilagine articolare, essendo una struttura avascolare, dipende dal liquido sinoviale per il suo nutrimento, il quale è ricco di acido ialuronico e lubricina. In caso di lesione, la capacità di autoriparazione della cartilagine è limitata. Il processo artrosico inizia con il danneggiamento delle fibre collagene e della matrice extracellulare, attivando i macrofagi sinoviali e la produzione di citochine infiammatorie. Queste ultime stimolano i condrociti a rilasciare metalloproteasi, enzimi che degradano ulteriormente la matrice extracellulare, portando a rugosità e fibrillazione della cartilagine.

L’osso subcondrale risponde a questa infiammazione attraverso processi di rimodellamento, con la formazione di osteofiti (tentativi di stabilizzazione articolare) e cisti subcondrali. Questo continuo scambio di mediatori infiammatori tra cartilagine e osso subcondrale evidenzia la complessità della malattia artrosica.

Fattori di rischio e fenotipi artrosici

Oltre all’età e alla predisposizione genetica, l’obesità rappresenta un fattore di rischio cruciale, non solo per il sovraccarico meccanico, ma anche per il suo ruolo endocrino nella produzione di citochine infiammatorie. Anche sindromi metaboliche, sollecitazioni meccaniche eccessive, traumi e alterazioni dell’allineamento articolare contribuiscono alla progressione dell’artrosi.
Alla luce di queste evidenze, è necessario considerare l’artrosi non come un’entità unica, ma come un insieme di fenotipi distinti (biomeccanico, dismetabolico, traumatico, infiammatorio, legato all’età), ciascuno con fattori di rischio specifici e differenti esigenze terapeutiche.

Diagnosi precoce: strumenti innovativi

La radiologia convenzionale non è sufficiente per una diagnosi precoce dell’artrosi. La risonanza magnetica, invece, consente di identificare edemi ossei e segni iniziali di rimodellamento osseo subcondrale, risultando un esame più utile per una valutazione precoce della patologia.
Il ruolo dell’osteopatia nella gestione dell’artrosi
L’osteopata può giocare un ruolo chiave nel trattamento dell’artrosi, attraverso un approccio mirato che comprende:

Riduzione del dolore: Tecniche sui tessuti molli, drenaggio linfatico e trattamento delle aderenze fasciali per diminuire l’input doloroso, ridurre la congestione tissutale e l’edema.
Riequilibrio spinale: Trattamento del segmento spinale corrispondente all’articolazione colpita per ridurre la facilitazione spinale.
Miglioramento della funzione articolare: Esercizi propriocettivi e di rinforzo muscolare per incrementare la stabilità articolare e ridurre il carico sulle articolazioni.
Educazione del paziente: Promozione di stili di vita salutari, gestione del peso corporeo e incentivazione all’attività fisica regolare.

Un elemento essenziale del trattamento osteopatico è la personalizzazione dell’intervento in base al fenotipo artrosico e alla fase della malattia, evitando tecniche che possano accentuare l’infiammazione.

Terapie complementari

In alcuni casi, possono essere utili terapie fisiche strumentali per ridurre la flogosi locale (ad esempio, nel dolore all’inserzione della zampa d’oca o del grande trocantere). L’integrazione con glucosamina e condroitin solfato, a dosaggi adeguati, può contribuire alla riduzione del dolore e all’uso di farmaci antinfiammatori.

Comprendere la multifattorialità della fisiopatologia artrosica è essenziale per un approccio osteopatico efficace e personalizzato. L’osteopata, attraverso tecniche manuali, esercizi terapeutici ed educazione del paziente, può contribuire significativamente al miglioramento della qualità di vita di chi soffre di artrosi, offrendo una strategia terapeutica complementare e mirata.