Cos’è il sistema glinfatico

Il cervello è stato a lungo considerato come mancante di un sistema di drenaggio linfatico. Tuttavia studi recenti mostrano la presenza di un sistema paravascolare cerebrale chiamato sistema glinfatico in base alla sua somiglianza con il sistema linfatico, ed in funzione della sua dipendenza dal flusso dell’acqua astro-gliale. Oltre a depurare il liquido cerebrospinale e il fluido interstiziale, il sistema glinfatico facilita anche la clearance di soluti interstiziali, come l’amiloide-β e la tau dal cervello. Questi metaboliti vengono drenati dal liquido cerebrospinale e dal liquido interstiziale per poi defluire attraverso il sistema glinfatico, ed infine drenare nei vasi linfatici del collo.

Su queste basi alcuni autori hanno avanzato la possibilità che la manipolazione del continuum glinfatico-linfatico potrebbe essere utilizzata per promuovere iniziative sperimentali per la gestione non invasiva e non farmacologica dei disturbi neurologici.




Approccio osteopatico al sistema glinfatico

Il trattamento osteopatico applicato al sistema glinfatico avrebbe gli stessi obiettivi dell’approccio osteopatico applicato al sistema linfatico: (1) la normalizzazione dello schema di compenso fasciale attraverso l’approccio alle aree di transizione miofasciale, (2) massimizzare il movimento del diaframma, (3) aumentare il flusso linfatico, e (4) mobilitare fluidi nel sistema linfatico-venoso.
In letteratura sono state descritte differenti tecniche per assolvere questi obiettivi:

  • la tecnica di V-Spread migliorando i rapporti tessutali-suturali tra le ossa temporale e occipitale può rimuovere eventuali restrizioni nel forame giugulare, in cui decorrono la vena giugulare interna e il sistema glinfatico;
  • il “Jugulodigastric release”, le tecniche ad energia muscolare degli scaleni, dello sterno-cleido-mastoideo, ed approcci di liberazione della clavicola possono essere eseguiti per gestire restrizioni di mobilità dei tessuti che influiscono sulla dinamica dei fluidi fra la testa, la catena linfonodale cervicale profonda e il dotto linfatico;
  • tecniche come il parietal lift possono contribuire a liberare il decorso durale dei seni venosi;
  • la tecnica di pompaggio toracico per aumentare il flusso di linfa nei dotti linfatici terminali;
  • la tecnica di release dell’outlet toracico per liberare restrizioni tessutali che possono inficiare il drenaggio nei dotti linfatici terminali;
  • il doming del diaframma toracico per migliorare la capacità respiratoria;
  • la routine di drenaggio dei seni venosi cranici;
  • la tecnica di compressione del quarto ventricolo, denominata CV4, per bilanciare la latenza del sonno e l’attività del sistema nervoso autonomo.

Queste acquisizioni della scienza, se contestualizzate nella pratica clinica osteopatica, possono favorire progetti di ricerca e future applicazioni nei trattamenti di prevenzione o negli approcci complementari integrati e non-farmacologici a soggetti affetti da disturbi neurodegenerativi correlati a depositi di proteine anomale nel cervello, quali ad esempio Alzheimer, Pick, paralisi supranucleare progressiva, sclerosi amiotrofica laterale, Parkinson, demenzia, ed encefalopatia traumatica cronica.