“Il latte materno rende il mondo più sano, più intelligente e più equo”: queste le conclusioni del nuovo speciale di The Lancet dedicato all’allattamento al seno, che oltre a confermarne i grandi benefici in termini di riduzione delle infezioni, maggiore intelligenza, prevenzione di sovrappeso e diabete nei bambini e tumore al seno e alle ovaie per le madri, rappresenta anche l’analisi più approfondita fatta sinora sui benefici economici che l’allattamento al seno può produrre.

Sono 823mila i decessi di bambini e 20mila quelli della madri che ogni anno si potrebbero evitare attraverso l’allattamento al seno universale. A questo si aggiunge un risparmio economico di 300 miliardi di dollari. Una cifra da capogiro.

Questi i trend mondiali emersi nei quattro articoli della Serie “Breastfeeding”, pubblicata a gennaio 2016 che rimarcano ancora una volta un concetto chiaro e inequivocabile: le donne e i bambini che non hanno vissuto l’allattamento incorrono in un maggiore rischio di mortalità e morbilità.

 



Allattamento al seno: a che punto siamo in Italia?
“In Italia – scrivono su epicentro.iss.it – non esiste un sistema di monitoraggio nazionale sulle prevalenze dell’allattamento secondo le definizioni OMS, nonostante il programma d’azione europeo Protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno in Europa: un programma d’azione solleciti la messa a punto di criteri standardizzati per il monitoraggio e la valutazione non solo della prevalenza dell’allattamento, ma anche per le pratiche dei servizi sanitari e sociali, la messa in atto di politiche, leggi e codici e la realizzazione di attività di informazione, educazione, comunicazione e formazione”.

Un dato certo quanto sconfortante è che in Italia il latte sostitutivo – oltre a non essere neanche lontanamente paragonabile a quello materno in termini di qualità e proprietà nutritive – costa oltre il triplo rispetto ad altri Paesi europei vicini (Leggi Provvedimento dell’Antitrust “Prezzi del latte per l’infanzia” n° 14775 del 12 ottobre 2005).

È bene quindi puntualizzare sul perché sia necessario allattare al seno materno in modo esclusivo almeno per i primi 6 mesi di vita del bambino (stando alle direttive OMS) ma anche fino a 2 anni.  Il latte materno protegge i neonati dai batteri e virus con cui le loro madri hanno contatto; è sempre diverso e si adatta alle esigenze nutritive dei piccoli. Il colostro e poi il latte vero e proprio vengono adattati all’età gestazionale del bambino e il latte materno maturo cambia di mese in mese, di giorno in giorno e da pasto a pasto per rispondere ad ogni particolare necessità del neonato. L’aggiunta di qualsiasi altro alimento, perfino dell’acqua, aumenta i rischi e diminuisce i benefici.

 

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