Tornare ad allattare dopo un periodo di stop: è possibile!
Riprendere ad allattare al seno dopo un periodo di interruzione è del tutto possibile. Ciò è chiamato riallattamento e può avvenire a qualunque età del bambino, anche se è più facile con un bambino piccolo (meno di 2 mesi) che con uno più grande (più di 6 mesi).
Riallattare è infatti un fenomeno fisiologico, attivabile a 3 mesi come a 18: basta che il bambino lo desideri, sia cioè ancora attratto dal seno: è la suzione frequente che stimola la produzione di latte, persino in donne che non hanno partorito.
Le situazioni in cui le madri possono voler riallattare sono diverse, per esempio:
- Un bambino che si è ammalato e per un periodo non ha succhiato
- Un bambino che è stato alimentato artificialmente, ma che la madre vuole tentare di allattare al seno
- La madre si è ammalata e ha sospeso l’allattamento.
Il tempo necessario perché la produzione di latte aumenti è molto variabile. È più breve se una madre è fortemente motivata e il bambino ha voglia di succhiare spesso. Ma non deve costituire un motivo di eccessiva preoccupazione se il tempo impiegato è più lungo del previsto.
La prima cosa da fare per tornare ad attaccare il bimbo al seno è mantenere attiva la lattazione durante lo stop; questo si può fare svuotando regolarmente il seno attraverso il tiralatte, che va utilizzato con lo stesso ritmo delle poppate. Questo per evitare ingorghi mammari o blocchi dei condotti galattofori, che potrebbero rendere dolorosa la ripresa dell’allattamento.
Alcune strategie per riallattare
La Leche League, un’associazione di volontariato che si dedica al sostegno delle mamme che desiderano allattare, raccomanda alcune strategie per riallattare e indurre la lattazione, o per incentivare la produzione di latte, ossia:
- Attaccare il bambino al seno per ogni pasto e per conforto anche fra i pasti il più spesso possibile
- Estrarre spesso il latte (manualmente o con un tiralatte)
- Usare un dispositivo di alimentazione supplementare (se è disponibile e se le condizioni sanitarie sono abbastanza sicure per usarlo in maniera corretta) per offrire latte in aggiunta mentre il bambino succhia al seno
È bene innanzitutto eliminare l’uso di biberon e ciucci, che agiscono come diaframmi fra il piccolo e il seno; favorire e stimolare il contatto “pelle-a-pelle” di giorno e più ancora di notte (le poppate notturne sono quelle che incrementano maggiormente la produzione di prolattina) e attaccare il piccolo al seno regolarmente e frequentemente: almeno 6-8 volte in 24 ore. Se ciò non avvenisse, integrare la stimolazione delle mammelle con un tiralatte e/o con la spremitura manuale e poi dare questo latte utilizzando, per esempio, un sondino al dito, con una tazzina ma cercando di evitare il biberon; la tettarella, infatti, è un sostituto del seno ed interferisce con la normale suzione. Per togliere il latte artificiale è necessario lavorare gradualmente (ad es. 10 g a poppata al giorno).
Trattamento osteopatico
L’Osteopatia è estremamente efficace per rimuovere le cause che impediscono il fisiologico e naturale funzionamento della produzione di latte materno, con particolare riferimento alla mobilità costo vertebrale. In alternativa, per una pratica “fai da te”, così come si può agevolmente leggere in rete, può essere praticato il massaggio ossitocinico sulla schiena che dovrà essere effettuato con le nocche delle dita sulla schiena in corrispondenza delle fasce muscolari tra una vertebra e l’altra, dalla zona cervicale a quella lombare. Questi massaggi devono essere effettuati per due o tre volte al giorno, e se non fossero sufficienti per far riprendere la lattazione, si potrebbe anche ricorrere a cicli di sedute di agopuntura mirata per la ripresa della produzione di latte.
Riallattare: leggi il documento ABM (Association of Breastfeeding Mothers) tradotto e diffuso da MAMI Italia.