“Il corpo umano è la farmacia di Dio ed ha in sé tutti i liquidi, farmaci, olii lubrificanti, oppiacei, acidi ed antiacidi, e tutti i tipi di farmaci che la saggezza di Dio ha pensato necessari alla felicità dell’uomo ed alla sua salute”. A dirlo, più di cent’anni fa, era Andrew Taylor Still, padre dell’Osteopatia e quindi fautore del principio sul quale si basa questa disciplina: stare in salute senza ricorrere a sostanze chimiche, a partire proprio da ciò che mangiamo. I prodotti alimentari, infatti, troppo spesso contengono additivi dannosi per la salute che il consumatore inconsapevole assume quotidianamente. Per fortuna ci sono trasmissioni televisive come Report (Rai 3) che portano all’attenzione del grande pubblico ciò che diciamo da tanti anni, sia attraverso le pagine di questo portale che nel lavoro quotidiano con i pazienti. La puntata di Report andata in onda il 29 aprile scorso dal titolo “Dolce è la vitaha acceso i riflettori sull’aspartame, un additivo contenuto in migliaia di prodotti alimentari, sul quale l’inchiesta condotta dalla giornalista Sabrina Giannini, ha gettato moltissime “ombre”.

Di seguito i punti salienti del servizio.

Aspartame: cos’è

Sono 30 anni che assumiamo aspartame; si trova in più di 5mila prodotti e ufficialmente “solo l’1 per cento dei consumatori ha denunciato effetti collaterali”. Ma l’aspartame è la sostanza più segnalata dai consumatori. La conferma arriva nel 1995, quando un’attivista americana richiede l’elenco degli effetti collaterali arrivati alla FDA (Food and Drug Administration). Le segnalazioni risultano essere più di settemila… I sintomi principali sono mal di testa, vertigini, problemi di equilibrio, alterazioni dell’umore, nausea, dolori addominali e crampi, problemi alla vista, diarrea e all’ottavo posto: crisi e convulsioni.

“Quando si ingerisce aspartame – dice infatti lo psichiatra Ralph Walton – si alterano le percentuali di due neurotrasmettitori, la neoadrenalina e la serotonina e di conseguenza si va ad alterare la funzione cerebrale. In alcune persone è l’alterazione dell’umore, in altre attacchi di panico”.

Bevande light super zuccherate, caffè col dolcificante artificiale, gomme da masticare, sono solo alcuni prodotti alimentari che assumiamo giornalmente contenenti aspartame, il quale tra l’altro è contenuto perfino nei farmaci pediatrici.

Su Tuttosteopatia.it ci siamo già occupati in passato di bevande zuccherate e danni per la salute (leggi l’articolo), soprattutto a fronte di una forte presenza di questo additivo – 200 volte più dolce dello zucchero – in moltissimi prodotti.  Le autorità sanitarie (Comitato sugli additivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) ci dicono qual è la dose ammissibile: 40mg per kg. Ma noi come facciamo a sapere quando superiamo questa dose visto che sulle etichette non c’è scritto?



I dubbi sull’aspartame

  1. Ciò che sappiamo è che la molecola dell’aspartame è composta da due aminoacidi: la fenilalanina e l’acido aspartico. La prima arriva direttamente nel cervello perché non ci sono altri aminoacidi che la bloccano, invece quando mangiamo quello che producono le mucche i livelli di fenilalanina nel cervello non aumentano. Anzi, diminuiscono.
  2. Tra le cose che sappiamo, inoltre, anche gli esiti inquietanti delle ricerche effettuate dall’Istituto Ramazzini di Bologna che hanno rilevato il rischio di cancro associato a una dose di 20 mg per chilo, ovvero la metà di quella ammessa (40mg per kg)!!!!
  3. A far riflettere, inoltre, il fatto che entro settembre la EFSA, la società europea per la sicurezza alimentare dovrà riformulare un verdetto sui rischi dell’aspartame. Come mai, visto che parliamo di un dolcificante sul mercato dal 1981?

Perché l’aspartame fa male e numerose ricerche lo dimostrano. Gli studi americani effettuati 30 anni fa, invece, che di fatto hanno dato il via libera alla commercializzazione di aspartame, erano finanziati dalla SEARLE, produttore di aspartame. Stando al servizio messo in onda da Report, questo spiegherebbe come mai questa molecola sia stata giudicata innocua per la salute al punto da ritrovarla, ad oggi, in più di 5mila prodotti, medicinali compresi.

Le ricerche scientifiche che bocciano l’aspartame

Come emerso dall’inchiesta di Rai 3, già nel 1971 John Olney, patologo e psichiatra dell’università di Saint Louis, scoprì che l’acido aspartico che compone l’aspartame aveva provocato piccoli buchi nel cervello dei topi. L’avvocato dei consumatori di Washington, James Turner, inoltre, trovò allarmante un altro studio che la Food and Drug Administration aveva ignorato. A sette giovani scimmie fu fatto bere latte con aggiunta di aspartame per un anno. Cinque furono colpite da crisi epilettiche gravi. E una delle scimmie morì nel corso dell’esperimento. Nonostante ciò, il via libera alla commercializzazione dell’aspartame risale al 1981 negli Statu Uniti (l’anno dopo anche in Italia), quando l’autorità sanitaria americana certificò la sicurezza della sostanza per il consumo umano. Ma soltanto dopo 7 anni di polemiche, rapporti scientifici, inchieste. In realtà ancora oggi, è in forte dubbio l’affidabilità per la salute derivante dall’assunzione di aspartame, tanto che, dal 1997, proprio in Italia è in corso una ricerca dell’Istituto Ramazzini di Bologna che, nel 2005, pubblica il primo studio sui ratti secondo il quale l’aspartame è un agente cancerogeno.

Rischi cancerogeni dell’aspartame: ecco gli studi dell’Istituto Ramazzini

Somministrazione di aspartame nel cibo, dalla vita prenatale induce tumori del fegato e polmonare in topi maschi svizzeri;

Rischi cancerogeni dei dolcificanti artificiali: il caso dell’aspartame;

– Risultati dell’esperimento di cancerogenesi a lungo termine su ratti Sprague-Dawley esposti ad aspartame a partire dalla vita fetale.

Il parere del prof. Franco Berrino sull’aspartame

“Quelli che bevono le bevande diet, senza zucchero, ma con dei dolcificanti artificiali, hanno esattamente lo stesso rischio di sviluppare sindrome metabolica” ha detto il prof. Berrino ai microfoni di Report, il quale dunque ha raccomandato le persone in sovrappeso di non prendere dolcificanti artificiali. Questi infatti consentono di assorbire maggiormente il cibo solido.

Per approfondimenti, scarica Il cibo dell’uomo, il libro del prof. Franco Berrino