“In caso sia nescessario integrare o sostituire il latte materno, che rappresenta l’ideale nutrizione del neonato, consigliamo di utilizzare la seguente formula: Aptamil 1”.

Questo è quanto si legge tra i suggerimenti alle neo mamme nella lettera di dimissione di un neonato a due giorni dal parto naturale, allattato regolarmente al seno.
Sebbene si faccia cenno all’importanza dell’allattamento materno, seppure tra le righe e senza lasciare emergere con la dovuta importanza la sua essenzialità almeno per i primi 6 mesi di vita del bambino – così come dettato dall’Oms – l’ospedale suggerisce alle mamme il latte artificiale (formula 1) da sostituire a quello materno “in caso sia necessario”.

È bene dire due cose al riguardo: la prima è che questa pratica è illegale; la seconda è che non esiste un caso in cui sia davvero “necessario” sostituire il latte della mamma con la formula, perché tutte le mamme hanno il latte e possono allattare al seno, basta lasciarsi aiutare per capire la giusta suzione del piccolo, dalla quale spesso dipende il buon esito dell’allattamento. In questa pagina le indicazioni utili a capire meglio quale sia la giusta suzione del bebè.

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Ma torniamo al primo punto: le mamme devono sapere che non è legale fornire indicazioni sui sostituti del latte materno dopo il parto. Precisamente in Italia è proibito ogni tipo di pubblicità per il latte di formula del tipo 1 raccomandato fino a sei mesi di età. Non ci sono invece limitazioni alla promozione commerciale del latte di “proseguimento” (formula 2), consigliato tra i 6 e i 12 mesi o del latte “crescita” dai 12 ai 36 mesi.



Promuovere la formula 1 del latte è dunque una pratica illecita attuata molto spesso già dagli ospedali subito dopo il parto. Tali pratiche sono vietate dall’articolo 14 del Decreto n. 82 del 9 aprile 2009 e possono essere segnalate alla propria Asl (in questo articolo le indicazioni su come fare).
Molto chiaro il concetto espresso nell’art. 10 del Decreto Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali n. 82 del 09/04/2009, che riporta testualmente: “La pubblicità degli alimenti per lattanti è vietata in qualunque modo, in qualunque forma e attraverso qualsiasi canale, compresi gli ospedali, i consultori familiari, gli asili nido, gli studi medici, nonché convegni, congressi, stand ed esposizioni […]”.

È di questi giorni l’articolo apparso sul blog del dott. Eugenio Serravalle dal titolo “Mille modi per promuovere il latte artificiale”, volto a segnalare come “strategie commerciali precise orientino e determinino la sostituzione del latte materno con il latte artificiale, nelle sue varie forme, tipo 1, tipo 2, o tipo 3. La pubblicità degli alimenti per i bambini occupa ampio spazio nelle riviste per i genitori:arriva sino al 26% del totale della pubblicità in tre delle pubblicazioni più diffuse, e Il 7% di queste inserzioni riguarda proprio il latte di formula”.

Vogliamo riproporlo perché chiarisce una situazione molto indefinita per tante neo mamme, per le quali – anche a seguito di uno studio italiano condotto in 8 città da nord a sud Italia – risulta difficile distinguere la pubblicità del latte di proseguimento o di crescita dalla pubblicità della formula 1 che, ripetiamo, è vietata.
Sorvolando sull’inutilità del latte di proseguimento “se utilizzato come un sostituto del latte materno dai sei mesi di età in poi”, così come stabilito da una risoluzione dell’Assemblea Mondiale della Sanità, “le formulazioni attuali – riporta Serravalle nel suo post – portano a una maggiore assunzione di proteine e basso apporto di acidi grassi essenziali, ferro, zinco e vitamine del gruppo B rispetto a quelli raccomandati dall’OMS per un’adeguata crescita e sviluppo di neonati e bambini”.

Questo documento diffuso da IBFAN Italia chiarisce le Regole per la commercializzazione dei sostituti del latte materno.

Ciò che resta primario è convincersi che qualunque latte in formula non potrà in alcun modo essere comparato col latte della mamma, nettamente superiore in termini di qualità. I bambini allattati al seno riportano un miglior sviluppo neurocognitivo nel primo anno di vita rispetto a quelli allattati con formula; il latte materno è sicuro, pulito, e contiene in perfetto equilibrio tutti i nutrienti e anticorpi che aiutano a proteggere i lattanti da molte comuni malattie infantili; cambia in base ai fabbisogni del bambino durante la sua crescita ed è anche utile alla mamma, che allattando produce degli ormoni utili al processo e all’equilibrio post-parto.

Scopri perché è importante allattare al seno in questo articolo.

A questo si aggiunge l’aspetto economico, non meno importante, soprattutto perché il latte artificiale in Italia costa oltre il triplo e fino a quattro volte rispetto ad altri Paesi europei e non esistono differenze qualitative sostanziali tra i diversi tipi di latte artificiale in commercio, così come stabilito da diverse ricerche (leggi l’articolo Latte artificiale: più costi e niente benefici apparso su questo sito).

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