Ci eravamo quasi “rassegnati” all’immortalità della “regina madre dell’Osteopatia” come mi piace chiamare da sempre Viola Frymann. Ricordo ancora il suo sorriso quando gliel’ho detto la prima volta incontrandola dal vivo.

Riferimento assoluto per l’Osteopatia mondiale per la sua grande esperienza, la sua profonda conoscenza di grandi osteopati che hanno fatto la storia dell’Osteopatia come W.G. Shuterland – di cui è stata tra le ultime allieve dirette e che Frymann stessa, in un’intervista che ho avuto l’onore di farle qualche tempo fa, ha annoverato tra le personalità più notevoli che ricordasse – lei stessa è diventata una “rappresentante storica” di questa disciplina, dedicando tutta la sua vita ai bambini tanto che l’osteopatia pediatrica oggi non può prescindere dalla conoscenza dei suoi scritti e dalle sue esperienze.

La cosa più bella era vederla lavorare, così piccola, così delicata quasi come i bambini che trattava, benché dietro celasse una grande forza che si percepiva chiaramente durante il suo lavoro, quando chiedeva disciplina, massima attenzione, rigore, anche alla sua veneranda età.



Resterà per sempre il suo esempio e la sua impronta nel mondo dell’Osteopatia. È un punto essenziale da cui partire per chiunque si occupi di questa disciplina e particolarmente di osteopatia pediatrica.

Uno dei miei libri preferiti, “I pilastri del successo” inizia raccontando la morte, il funerale e l’impronta che il defunto lascia a quanti l’hanno conosciuto in vita. Sicuramente quella lasciata da Viola Frymann è un’impronta indelebile nel mondo dell’Osteopatia e, più in generale, nel mondo della salute.

Grazie, Viola.

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