Grazie per avere accettato questa intervista.
La nostra prima domanda è: come ha conosciuto l’osteopatia?
E come è diventata osteopata?
V.F. Mio padre scoprì l’osteopatia nel 1925- 26 e da quel momento in avanti non ci servimmo che di quella. Gli era stata diagnosticata una tubercolosi in fase terminale, era stato mandato a casa con la speranza di solo sei settimane di vita. Accadde che in quel periodo mia madre sentisse una conferenza sul vegetarianismo, non ne sapevano niente e non sapevano neanche come mettere insieme le notizie. In quegli anni poi non c’era né benessere né sicurezza sociale, e neppure del denaro a portata di mano.
Quindi fecero semplicemente quello che potevano e lui visse fino a qualche giorno prima del suo ottantesimo compleanno.
Io no, non volevo diventare un osteopata, non volevo entrare nel ramo della medicina. Io volevo diventare una ballerina.
Una ballerina?
V.F. Già. Ma un giorno caddi e mi feci così male alla caviglia da compromettere ogni possibilità di continuare a ballare. Ero amaramente delusa e soprattutto non sapevo cos’altro avrei fatto.
Ci misi un paio di anni per arrivare fino al punto di decidere che, si, mi sarebbe piaciuto diventare osteopata. Ma a causa della guerra, la scuola Britannica di Osteopatia era chiusa.
Non c’erano studenti perché molti erano stati chiamati come militari nell’esercito.
Mio padre disse “Beh, penso che dovresti entrare nella scuola di medicina adesso, prenderti una laurea in medicina e poi, dopo la guerra, ci sarà un opportunità per l’osteopatia.” Ed ecco come è avvenuto il tutto.
Quindi lei è prima diventata un medico?
V.F. Si.
E chi erano i suoi insegnanti, gli insegnanti principali che può nominare?
V.F. Beh, non saprei.
I più importanti? Gli insegnanti che si ricorda di più?
V.F. Ci sono stati parecchi insegnanti durante il mio percorso ma probabilmente il dottor Sutherland è stata la personalità più notevole che io ricordi.
Comunque all’inizio l’osteopatia non veniva insegnata molto bene, ed in effetti, se guardo indietro posso dire che ho imparato la maggior parte delle cose da ciò che avevo sperimentato come paziente.
Inoltre non dimentichiamoci che l’osteopatia fu riconosciuta negli Stati Uniti solo nel 1962.
Era illegale?
V.F. Come ho detto prima è stato il lavoro dei pazienti che riuscì a fare cambiare la legge.
Quando e perché decise di trattare principalmente i bambini?
V.F. Non l’ho deciso, è semplicemente successo. Non si reclutano i propri pazienti, si tratta ciò che arriva.
E’ giusto. Decide la vita. Come è nato il Centro Osteopatico per i bambini?
V.F. Per un imprevisto politico. Vede, aprimmo una nuova scuola in California e agli studenti serviva un posto per fare pratica, mi venne così in mente di trasformare lo studio che avevamo da molti anni, in un’entità ufficiale universitaria.
E da allora, nel 1982 diventammo l’Osteopathic Center for Children & Families del College of Osteopathic Medicine of the Pacific.
Si ricorda qualche episodio divertente della sua carriera, della sua vita da osteopata, che ci vorrebbe raccontare?
V.F. Beh. Sono sicura che ce ne sono molti.
Ha trovato qualcuno che possa continuare quello che ha fatto lei nella sua vita?
V.F. Oh, lo so che questo è quello che le persone sembrano sempre essere. Dov’è la gerarchia? Dov’è il progresso? Non so cosa siano.
C’è una domanda che avrebbe voluto che io le facessi e che non le ho fatto?
V.F. Beh, dipende da quello che vuole sapere!
Qualcosa che vorrebbe dire?
V.F. Penso che una cosa importante per chiunque faccia parte di questa professione sia quella di sentirsi sicuri di essere nel posto giusto, senza sentire di doversi scusare per il fatto di non essere qualcos’altro. Ecco, questa penso sia la cosa più importante di tutte.
Inoltre penso che, dopo tutti questi anni, l’osteopatia si stia finalmente iniziando a realizzare.
Il fatto che adesso ci sia un General Osteopathic Council (GOsC) in Gran Bretagna è un progresso incredibile. Già nel lontano 1937 erano stati fatti degli sforzi per rendere l’osteopatia accreditata in Gran Bretagna e la cosa sembrava semplicemente impossibile.
Invece da 10 anni esiste il General Osteopathic Council e questo significa che ora ogni osteopata è un professionista accreditato e riconosciuto. Come potete vedere, ci è voluto un sacco di tempo. Ma penso che l’osteopatia stia crescendo con un grande entusiasmo soprattutto in questa parte del mondo. Gli Stati Uniti devono ancora imparare moltissimo. Non sono ancora completamente “osteopatici” come ci piacerebbe vederli.
La ringrazio moltissimo.
V.F. Molte grazie a lei.